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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 43

Testi pagina 43

41Gennaio 2015
Come si è svolto il lavoro? davanti a un’infinità di
tombe e di ritratti come hai fatto a scegliere quali
fotografare?
Prima di tutto ho dovuto pensare a quali cimiteri monumentali
inserire nella ricerca e poi ho dovuto richiedere le autorizza-
zioni. Ho passato almeno un giorno all’interno di ciascun cimi-
tero a osservare le tombe e le fotografie. Anche questa è stata
un’esperienza relazionale importante, con i morti e la morte, in
un certo senso, perché in alcuni casi, come a Milano, nel cui
cimitero è consentito fotografare solo nel giorno di chiusura,
mi sono trovata da sola a girare per ore in uno spazio deserto,
dove appunto non c’era anima viva. Le foto che si trovano
sulle tombe sono solitamente scelte con cura o forse sono le
uniche recenti, ma in ogni caso esplicitano un ricordo, un le-
game con chi le ha scelte. Nel libro, che si presenta come una
piccola scatola in legno contenente schede sfuse, ho utiliz-
zato questo materiale come fossero foto trouvée, attorno alle
quali ho costruito delle storie, delle relazioni immaginarie tra le
donne defunte e le donne che ho immaginato avessero scelto
le loro fotografie e quindi la loro immagine pubblica, in un cer-
to senso. Il legame tra fotografie e testo è pertanto molto forte.
Le donne si sono lasciate raccontare da altre donne. Di solito,
invece, sono gli uomini a raccontare le donne o comunque è
la cultura dominante, spesso neutra, che parla.
e in che modo, invece, hai coinvolto il pubblico?
Dato che ho voluto proporre un modello virtuoso dove sono le
altre donne a parlare delle donne e a ripensare le loro relazio-
ni, mi piace presentarlo in modo performativo, coinvolgendo
altre donne nella lettura e soprattutto nella ricostruzione di
proprie relazioni, personali o politiche.
la riflessione sul legame tra fotografia e morte che
fa Roland Barthes nel suo celebre saggio La came-
ra chiara ha influito su questo lavoro?
Certo, La camera chiara è un testo fondamentale e che si
presta a diverse chiavi di lettura. L’essenza della fotografia è
la morte, l’istante imbalsamato, per Roland Barthes. Questo
concetto ha un grande fascino.
e tu come vorresti essere ricordata? Quale ritratto
sceglieresti?
Un’immagine ambigua, un po’ dissacrante forse, per il conte-
sto, perché è un nudo, scattato da un’altra fotografa, quando
aspettavo la mia secondogenita, anche se non si vedeva an-
cora. Una plurimamma che si ribella all’iconografia tradiziona-
le della donna, della mamma e della tomba. b
foto:
1. Verano, Greta
2. Verano, Cecilia
3. Certosa, Letizia
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