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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 45

Testi pagina 45

43Gennaio 2015
UNA STORIA D’AMORE
PER LA LIBERTÀ
L’ultimo Ken Loach - Jimmy’s Hall - non delude, impegnato, poetico e very British (anzi Irish, in questo caso) come sempre e senza mai annoiare,
sorretto da una solida sceneggiatura, con immagini e pro-
tagonisti scelti con grande cura
e palesi richiami all’attualità so-
cio-politica che continua ad op-
primere i giusti e valorizzare gli
oppressori. Jimmy Gralton (l’at-
tore Barry Ward) è un lavoratore
irlandese di idee progressiste
e socialiste, costretto a fuggire
in America, nel 1921, alla vigi-
lia della Guerra Civile, perché
osteggiato con determinazione dal parroco bigotto e dai
conservatori locali per aver costruito, insieme ai suoi amici,
una sala polivalente (la
Pearse-Connolly Hall),
dove tutto il Paese si
ritrova per ballare, leg-
gere, suonare e dipin-
gere. Dopo dieci anni,
nel bel mezzo della
Grande Depressio-
ne, Gralton ritorna da
New York ed i giovani
del posto gli chiedono
di riaprire la sala e ri-
dare al villaggio uno
spazio di pensiero. Ma
la mentalità del clero
locale, alleato ai signo-
rotti che sorvegliano la
‘moralità’ e l’anti-comu-
nismo del territorio, non sono cambiati, e Jimmy rischia la
vita ed il carcere. Un film che non sembra girato da un
regista settantottenne ma da uno spirito giovane ed an-
ticonformista, come quello di Loach sarà sempre. Molto
importante il ruolo attribuito dal regista alle arti ed alla cul-
tura nella società, come mezzo unico per fare ‘comunità’,
mantenere un pensiero indipendente e sottrarsi al controllo
del potere bieco e del perbenismo. “Ci sono ancora molte
persone appassionate ed idealiste - afferma Loach - ma
sono poco rappresentate e chi è contro il mercato viene
considerato un estremista”.
E.C.
IL MONDO
DEGLI ADOLESCENTI
SECONDO SALVATORES
L’età dell’oro, come viene chiamata l’a-dolescenza, può
riservare anche delle brutte
sorprese: la scoperta del
proprio corpo, il sentirsi
inadeguati rispetto ai propri
coetanei, al mondo ester-
no, il desiderio di scompa-
rire e al tempo stesso di essere notati, sono tutte caratte-
ristiche che ritroviamo in Michele, protagonista tredicenne
di Il ragazzo invisibile, ultimo film del regista Gabriele
Salvatores (Marrakech Express, Quo Vadis baby?, Edu-
cazione Siberiana), un vero e proprio racconto di forma-
zione e riti di passaggio ma
a sfondo fantascientifico.
Michele infatti, impopolare a
scuola, timido ed introverso,
riuscirà a farsi notare dalla
sua compagna Stella quan-
do, indossando per caso
un abito da supereroe, si
accorgerà di avere il potere
di diventare invisibile, anche
se dovrà imparare a gestirlo
e dosarlo bene. Ma da dove
viene questo super-potere?
Qui la storia entra nella fan-
tascienza e Michele sarà
costretto a fare delle scelte
fra la sua tranquilla vita da
‘invisibile’, protetto dall’amo-
revole mamma poliziotta ‘single’ (Valeria Golino) e l’avven-
tura eroica e piena di imprevisti, occasione di riscatto agli
occhi del mondo esterno. Salvatores conferma la sua raf-
finata capacità stilistica e l’originalità delle scelte autoriali,
con un film che sa parlare ai giovani dei giovani e di un
mondo in trasformazione senza effetti speciali eclatanti ma
con lo sguardo di chi accompagna i ragazzi per aiutarli a
crescere. Nel cast Ludovico Girardello e Noa Zatta, i due
giovanissimi protagonisti, Fabrizio Bentivoglio, nel ruolo
dello psicologo scolastico, Valeria Golino in quello della
mamma di Michele, e Ksenija Rappoport.
E.C.
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