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Numero 9 del 2006

Il grande nulla


Foto: Il grande nulla
PAGINA 6

Testi pagina 6

settembre 2006 noidonne6
Doris Lessing, ha scritto una prefazio-ne sorprendente alla nuova edizio-
ne del vecchio scandalo letterario di
D.H. Lawrence "L'amante di Lady
Chatterley". La scrittrice inglese partico-
larmente amata dalle donne sostiene
che, se la lady inglese e il suo guardia-
caccia scorazzavano nudi per i campi e
si abbandonavano a giochi fantasiosi
come intrecciare fiori ai peli pubici, non
si trattava di pornografia se non per la
cultura perbenista del tempo. Se, infatti,
si leggesse il romanzo con occhi non
fasciati di moralismo, non sfuggirebbe
che, dietro le trasgressioni sessuali, c'è,
sullo sfondo, la contestazione della
prima guerra mondiale.
Neppure la nostra generazione di
femministe moderne si sarebbe accorta
che la proposta del "fucking amorevole"
intendeva salvare l'Inghilterra dal peri-
colo di ripetere "gli orrori, i corpi in
putrefazione, l'insensata carneficina
delle trincee (il marito della protagoni-
sta era invalido di guerra), la miseria e
lo squallore del dopoguerra". Un mes-
saggio pacifista incompreso, dunque?
Probabilmente sì. Comunque Doris è
buona testimone del fatto che il 2006
attribuisce meno importanza al sesso
scabroso e vede come scandalo piutto-
sto la guerra. La guerra, che è così poco
lontana dall'abbandonare la storia,
come speravano i nostri slogan.
Eppure, non c'è più nessuno che osi
dichiarare, come Tomaso Marinetti, che
è igiene del mondo e anche i militari
sostengono di praticare un mestiere di
morte per sole finalità di pace. La guer-
ra non ha più l'"onore delle armi" e non
è più espressione autentica della virili-
tà, non solo perché le donne fanno parte
degli eserciti, ma perché l'evoluzione
della belligeranza non consente più di
barare. D'altra parte,
nei paesi evoluti e non
evoluti, i programmi
scolastici non insegna-
no la negatività
distruttiva della belli-
geranza usata per
risolvere i problemi dei
popoli. La guerra è
sempre fallimentare.
Redditizio, in compen-
so, è il commercio
delle armi. Dalla fion-
da al complesso
nucleare, chimico e
biobatteriologico si è
realizzato un "progres-
so" tecnologico impo-
nente e contempora-
neamente si è verifica-
to il capovolgimento delle antiche stra-
tegie: la liturgia cerimoniale della
dichiarazione di guerra portata da
ambasciatori che sarebbe stato delitto
aggredire, la propaganda per la salvez-
za della "patria" (oh, l'uso orrendo del
nome del padre!), lo schieramento di
truppe - con insegne e divise di diversi
colori per evitare l'incresciosa carnefici-
na dei commilitoni - in un campo detto
"di battaglia" dove chi ne dava di più
risultava "vincitore" sono sostituiti da
pratiche dirette di ostilità sempre defini-
ta "difensiva" dalle parti interessate
(governi, gruppi patriottici e terroristici,
milizie mercenarie, ma anche servizi
segreti e poteri più o meno occulti a
sostegno di materie prime o logistiche
economiche). Con una caratteristica
inedita, quella di individuare il nemico
quasi esclusivamente nella popolazione
civile.
Come è incominciata quest'ultima
guerra del Libano? Con tre militari
israeliani uccisi e uno catturato come
ostaggio (non definibile correttamente
come "prigioniero" perché non c'era la
guerra); non sappiamo quanti siano
stati gli hezbollah uccisi per vendicare i
quattro, ma certamente pochi rispetto
alla "sproporzionata" strage di civili che
ne è seguita. D'altra parte così è stato
da quando l'arma aeronautica si è inse-
rita nelle strategie belliche e la seconda
guerra mondiale, con i bombardamenti
in Europa e Hiroshima, ha ampiamente
illustrato la vera natura della guerra.
Pacifisti e non talebani
Ancora guerra
Giancarla Codrignani
Fillia (Luigi Enrico Colombo), Mistero aereo, 1931 circa
Pippo Rizzo, I Lampi, 1926


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