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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
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Testi pagina 7

noidonne ottobre 2009 7
valeva per tutti, ma se le rivoluzioni e le
riforme avevano fallito e se c'era stato
cedimento alla violenza fascista era sta-
to anche per aver respinto le donne.
Succede anche oggi. Gli uomini in ge-
nerale, i politici in particolare, hanno
continuato ad amare una forma precisa
di potere fin dal grembo della madre,
pur intuendo che il potere più grande di
tutti, la riproduzione, non è loro. Da
scienziati cercano ancora di appropriar-
sene, fino al masochismo di studiare il
concepimento senza sperma. Nessuno,
neppure nelle istituzioni e nella scienza,
ha ancora percepito il valore del nostro
- sempre potenziale - diverso modo di
intendere il potere. Poiché invece resta
gerarchico e fondato sulla forza, le don-
ne "subiscono"; anche oggi, anche nel
mondo occidentale, pur con gli evidenti
vantaggi formali di essere manager ben
pagate, parlamentari in numero supe-
riore al passato, intellettuali e "rettore"
universitarie o aspiranti carrieriste nel-
l'esercito. Subiscono perché i maschi
non accettano di cambiare.
Dica pubblicamente almeno qualcu-
no di loro che la vita, privata e politica,
a cui aspirano non ha nulla a che vede-
re con il tizio che ho fatto voto di non
nominare, che si sentono offesi e che
non invidierebbero mai né lui né altri
penosi "utilizzatori" di femmine. Che
nella prospettiva di trasformazioni so-
ciali ambigue intendono abbandonare
la violenza nelle relazioni umane a par-
tire da quelle con le loro donne. Che nel
bisogno di cambiare il mondo, intendo-
no recuperare le elaborazioni e le pro-
poste dell'altro genere fin qui relegate
nei ghetti accademici degli women's stu-
dies. A non aver accolto le riforme del
concetto di Prodotto Interno Lordo
avanzate dalle economiste, ci hanno ri-
messo anche loro.
Noi restiamo vulnerabili, anche per-
ché l'operaio ha davanti il padrone, una
controparte, mentre noi, davanti all'uo-
mo, non possiamo ricorrere alla catego-
ria amico/nemico. Ma non possiamo
neppure prevedere non solo di subire,
ma di fare nostra la violenza.
quanti uomini si sentono
"utilizzatori" di femmine?
Quando prenderanno parola
pubblica per dire che si
sentono, che sono 'altro'
e che non invidiano
il modello del signor B?
Esiste un "Onore" degli Uomini Italiani da difendere? Esiste l'"Onore" nel mondo del
2010? Esistono gli "Uomini Italiani"? Tre domande che mi sono posto e che pongo dopo
aver letto le dichiarazioni della studiosa inglese Joanna Bourke (autrice di "Stupro" ed.
Laterza 2009) intervistata dall'Unità il 28 agosto sul caso Berlusconi e sui rapporti uo-
mo-donna nel mondo contemporaneo e nell'Italia di oggi: "Berlusconi ha danneggiato
soprattutto l'onore degli uomini italiani". Casualmente nello stesso giorno in cui l'Unità
pubblicava questa intervista molto interessante, ho partecipato ad una serata di dibat-
tito sulla Mafia con G. Impastato, P.Grasso e R.Saviano a Cinisi (eravamo circa 2000 per-
sone di ogni età!). Saviano, per la prima volta in Sicilia e a Palermo, fra le altre dichiara-
zioni ha testualmente detto che i Mafiosi ci hanno "rubato", e dovremmo riprenderceli,
molti termini e concetti propri della nostra storia e cultura, e uno fra questi è proprio la
parola Onore. (...) Ma cosa sono l'Onore e il Disonore ? Cos'è un Uomo ? Cosa sono gli
Uomini Italiani, e sono tutti uguali ? Non vi è dubbio, senza bisogno di sondaggi, che
una buona parte, forse la maggioranza degli Italiani adulti fra i 18 e i 70 anni non solo
non si sono sentiti disonorati dal Premier ma anzi hanno reagito con apprezzamento e
probabile invidia alle sue relazioni molto estese, commerciali, con le donne più o meno
giovani che ha incontrato ed ha cercato nella sua vita recente.
Questi Uomini Italiani lo hanno pubblicamente o privatamente apprezzato rafforzando
la loro stima verso di lui, in piena coerenza con la loro cultura e la loro preferenza poli-
tico partitica, al Nord al Centro e al Sud.
Ritengo molto probabile che in Italia esista una seconda parte di Uomini Italiani, di ogni
età, localizzazione territoriale e purtroppo anche orientamento politico partitico, che
sotto sotto, ma neanche tanto sotto, e forze proprio sotto, anzi proprio in mezzo, han-
no reagito sommessamente con un moto intimo di quasi invidia e comunque di "tolle-
ranza" o d'istintiva accettazione verso quella eccessiva leggerezza, quel "vizietto" di Uo-
mo molto potente che alla fin fine approfitta "giustamente" del suo potere e se la gode
laicamente, si diverte con donne di ogni età, soprattutto giovani, lui settantenne ("Bea-
to lui!" costoro hanno ripetutamente esclamato dentro di sé e a volte anche fuori di sé).
Infine esiste, spero, una terza parte minoritaria di Uomini Italiani che si sono sentiti e
sono effettivamente stati "disonorati" da Berlusconi, ma in che cosa?
Nell'Onore di Uomini che realmente considerano le Donne come l'altra metà del cielo e
della terra, che le rispettano esattamente come i consimili uomini, che le amano quan-
do avviene un bell'incontro e sono ricambiati, che vivono e collaborano e lavorano con
loro, che generano anche figli e figlie amati-e, assieme a loro e cercano di farli-e cresce-
re al meglio, che sono coscienti anche della storica diseguaglianza e dello sfruttamento
maschile, etc….e si sforzano di cambiare ?
Noi terza parte di Uomini Italiani, noi minoranza maschile "disonorata" da Berlusconi
quale "Onore" di Uomini abbiamo mantenuto nelle nostre singole vite in questo Paese
maschilista, quale "Riputazione grande che segue il merito" abbiamo conquistato nei se-
coli e nei decenni da difendere e da recuperare oggi di fronte ad un Premier, ad un Uo-
mo Italiano fra i più ricchi e potenti del mondo che da settantenne usa i soldi e il pote-
re per avere centinaia di rapporti sessuali con giovani ragazze pagate e ottenute a suon
di promesse, regali, posti qua e la, imponendo per ciò anche loro ruoli in Politica, in-
neggiando contemporaneamente alla Famiglia, alla Moralità, alla Coerenza, alla Giusti-
zia, alla Fede….? Come mai di fatto, nell'ultimo anno, da quando è scoppiato il caso Ber-
lusconi, tranne pochissimi uomini italiani conosciuti, quasi nessun Uomo Politico pub-
blico, Uomo Dirigente di aziende private e pubbliche, Sindacalista, Intellettuale, Italiano
ha esplicitamente condannato il comportamento del Premier, sentendosi appunto "dis-
onorato" come Uomo, e solamente alcuni e pochissimi Uomini Italiani poco conosciuti
si sono espressi e dopo tutto solamente anche poche Donne, si sono ribellate e sono
state considerate dai media nazionali?
Questo silenzio, questa passività, questa paura di esprimere pubblicamente e chiara-
mente il proprio giudizio negativo sul Premier, questo timore di comunicare e pubbliciz-
zare le poche reazioni ed azioni esistenti, tutto questo subire collettivo è uno dei gran-
di problemi dell'Italia contemporanea e non solo in relazione alle identità maschili e fem-
minili, omosessuali e transessuali. La nostra passività, come Italiani e Italiane pur in mi-
noranza oggettiva, rispetto alla profonda trasformazione negativa del nostro Paese negli
ultimi 15 anni almeno, è un dato storico di cui molti stranieri si stupiscono, si preoccu-
pano e cercano delle motivazioni che non "disonorino" un intero Popolo, a soli due an-
ni dalle celebrazioni della nascita dell'ITALIA UNITA nel 2011: proviamo a reagire di più
e meglio ovunque adesso, in qualche modo, per qualche tempo.
Gianguido Palumbo PAGI
cooperatore internazionale, scrittore, cofondatore della associazione nazionale Maschile Plurale.
La versione integrale dell'articolo è nel sito www.noidonne.org
Esistono gli "Uomini Italiani"?


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