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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
PAGINA 40

Testi pagina 40

ottobre 2009 noidonne40
Cara Bruna,
seguo la tua rubrica con
molto interesse. Ho ottanta-
due anni, curiosa di sapere
cosa di buono o meno la vita
ancora mi riserva, soprattut-
to se dal mio albero vedi se-
gni di vitalità.
Vivo in campagna per mia
scelta e amo la natura, gli al-
beri, i fiori. Questo albero mi
sembra vecchio. Il tempo l'ha
segnato, proprio come è capi-
tato a me, che da bambina ho
dovuto portare il peso delle
responsabilità.
Mi piace ancora vivere sen-
za troppe pretese, anche se a
noi anziane succede spesso
di essere trattate come ogget-
ti vecchi senza nessuna utili-
tà. La mancanza di considera-
zione che noi anziane dob-
biamo subire forse è causata
dalle false promesse di un
mondo politico vuoto di pro-
grammi. Noi siamo come ri-
fiuti di un sistema che ha
fretta di arrivare.
Santina
Cara Santina,
complimenti per il tuo bel
disegno e per le tue parole, co-
sì colme di verità e saggezza. Il
tuo albero è il ritratto dell'essenzialità.
Esso porta i segni di una sensibilità pro-
fonda, dove tutti gli eventi della vita
non passano mai inosservati. I traumi
più importanti all'età di: 3 anni, 6, 11,
14, 17, 33 e mezzo, 27 e mezzo, 34 cir-
ca, 35 e mezzo, 39.
L'essenzialità che emerge dal "legno
assoluto", senza la chioma, non ha a
che fare con la vecchiaia, piuttosto con
la tua profonda esigenza di preferire i
contenuti alla forma, pur coltivando in-
consciamente un senso di inquietudine
per tutto ciò che non si è potuto finire o
fare bene. Il segno pittorico rivela una
personalità di tipo sensoriale, ti com-
muovi facilmente, senza però perdere il
senso della concretezza. Ami la schiet-
tezza, senza diplomazia, ma ami anche
essere considerata. La posizione del tuo
albero ci rivela questa esigenza e quella
di sperare ancora di essere attiva, dina-
mica. L'albero è ancorato alla terra,
quasi come incatenato con le sue radici
invisibili, cioè con tutto quel passato
appesantito da troppi doveri. Tu passi
oltre, desiderando ancora un bel futuro
tentando ancora una fuga dal passato.
Forse è questa spinta a non
permettere una mediazione
ponderata tra la tua parte
emotiva e quella razionale,
impedendo alle emozioni di
scaldarsi in modo adeguato
nel sentimento, rischiando il
congelamento nei meccanismi
si razionalizzazione. Non ci
può essere chioma in un pre-
sente dove la dignità dell'an-
ziano è vilipesa ogni giorno.
Quale scambio con il mondo
esterno può esserci quando la
menzogna sostituisce la digni-
tà delle persone? Hai ragione.
Occorre considerare la perso-
na come un essere vivente e
non come un oggetto in dis-
uso. Siamo tutti responsabili,
non solo per la fiducia che ac-
cordiamo con il nostro voto,
ma per la difficoltà che trovia-
mo di sfuggire all'omologazio-
ne. Essa ci attanaglia in ogni
nostro gesto, fino allo svuota-
mento dell'essere. Il tuo mes-
saggio è un appello alle parti
sane delle persone a restare ta-
li, senza trasformarsi in un
vecchio oggetto in disuso. Tut-
to nella nostra società porta a
questa triste piega, comin-
ciando dall'errata considera-
zione della salute e della logica assi-
stenzialistica che ne è la conseguenza.
La tua scelta di restare nella natura è
già un grande segno di vitalità. È il se-
gno di una vita con impulsi "vivi", dove
l'essere svicola dallo stereotipo di ogget-
to di produzione entrando nella dimen-
sione del confronto con le forze vive del-
la natura.
L'essere umano ha bisogno di mollare
la materia per entrare in una nuova di-
mensione, dove il peso fisiologico comu-
ne dell'età, non gravi sulla sua vita in-
teriore.
Leggere l’albero
Tracce
Bruna Baldassarre
disegna il 'tuo albero', parla di te


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