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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
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Testi pagina 6

ottobre 2009 noidonne6
Dopo quest'estate terrificante per vio-lazione dei diritti umani elementari,
di persecuzione degli stranieri, di vio-
lenza contro gli omosessuali, di sessi-
smo patriarcale ho fatto voto di non no-
minare più Berlusconi. Aspetto che, al-
meno sul piano della morale comporta-
mentale, siano i maschi a pronunciarsi
su "questo" capo del governo apparte-
nente al loro sesso. Dovrebbe esistere,
infatti, un orgoglio "di genere" anche
maschile... Che è andato in frantumi nel
devastante disordine sessual-politico
perfino nelle amministrazioni regionali
(Puglia), mentre stupri e femminicidi
sembrano perfino aumentati. Mi sareb-
be piaciuto che l'interpellanza presenta-
ta dalle parlamentari PD fosse stata se-
guita (o - magari - preceduta) da una
degli uomini del Parlamento a difesa
della propria dignità. Anche questa sa-
rebbe parità, visto il degrado offerto al
paese dall'ossessione del sesso mercanti-
le e predatorio di un uomo simbolico
che ha infangato il "genere maschile".
Lo diceva anche la studiosa inglese
Joanna Burke nelle sue interviste estive
sull'Italia.
Come donna mi sono sentita mode-
ratamente coinvolta nel discredito rica-
duto sul nostro paese a causa dei com-
portamenti di uno (e con lui tutti i cor-
tigiani che si fingono ministri, parla-
mentari. giuristi e giornalisti) che non è
in grado di capire il dovere delle dimis-
sioni come atto di correttezza istituzio-
nale. Tuttavia mi ha indignato di più,
anche per analogia con la condizione
femminile, la violazione del 'corpo' del-
la Costituzione e del 'corpo' delle leggi
ai danni del 'corpo' sociale del paese. Il
conto da pagare cadrà sulle nostre spal-
le. Sono stata tra le prime che, con qual-
che messaggio on-line, aveva chiesto
conto del silenzio delle donne, giovani e
meno giovani, su comportamenti che
hanno riposizionato il ruolo femminile
in braccio al patriarcato (restaurato
nella sua forma oscena). Ripensando i
discorsi estivi attorno al letto di Putin,
al viagra del vecchio, alla coca e alle
escort, mi resta un grande sconcerto per
la limitazione di un dibattito non indi-
rizzato all'incostituzionalità del merci-
monio delle cariche istituzionali. Per
"parità" ci corre l'obbligo di dire che la
compravendita del mercato elettorale è
sempre stata peggio del carrierismo fem-
minile a mezzo prostituzione, coniugio
o convivenze (non dimentichiamo le
"favorite" dei re) la corsa al servilismo
opportunistico di gente "diversamente
immorale" e disposta a pagare o a farsi
pagare.
La lezione uscita dagli scandali esti-
vi è questa: nei Parlamenti le donne pos-
sono avere incarichi perfino onesti e cre-
scere numericamente; ma se ponessero
all'ordine del giorno non i loro diritti pa-
ritari (per esempio l'età pensionabile),
ma quelli sostanziali (per esempio l'in-
violabilità del corpi) riceverebbero ri-
sposte platoniche (non senza - si legga-
no i vecchi resoconti parlamentari - di-
leggi verbali) e leggi inapplicabili. Men-
talmente (e comportamentalmente) per
molti degli "eletti" le signore sono anco-
ra dei mares dimidiati, uomini a metà,
come per i primi padri della chiesa le
occultate "madri della chiesa" che pre-
sumevano di fare teologia.
Storicamente l'uomo si rassegna al-
l'uguaglianza di sesso a patto che le
donne si omologhino al modello unico.
C'è, infatti, un fondamento "neutro" nel-
la concezione del diritto e del fare giu-
stizia che pretende l'omologazione a-
sessuata per tutti; e che condiziona le
stesse donne che hanno studiato gli stes-
si libri e ascoltato gli stessi "maestri" de-
gli uomini a farsi involontarie complici.
L'uguaglianza, secondo tutte le tradizio-
ni di costume e di pensiero, significa che
siamo uguali, ma i poveri, i lavoratori,
gli immigrati (figurarsi le donne) resta-
no discriminati perfino del linguaggio. E
il patriarcato non si è estinto perché nel
secolo scorso c'è stato il femminismo....
Quando andavo a scuola, le ragazze
vittime delle mode volevano fare le ho-
stess, vale a dire, secondo corretta tra-
duzione, le inservienti sugli aerei. Ades-
so la moda la fa la Tv: vogliono fare le
veline e non disprezzano le escort, che
l'inglese vittoriano definisce "accompa-
gnatrici" pensando alle puttane. C'è dif-
ferenza quantitativa e di immagine, ma
le proporzioni restano. Come una volta
le cretinette erano minoranza, anche og-
gi la maggioranza è fatta di "brave ra-
gazze". Con una non piccola mutazione
interna allo sviluppo delle società: oggi,
per esempio, l'educazione sessuale, che
è sempre stata rimossa nelle famiglie,
avviene - per ragazzi e ragazze - sui siti
porno che offrono anche occasioni di
rapporti ambigui. Le espressioni relative
al sesso si sono uniformate e il "fare l'a-
more" passato al romantico è stato so-
stituito dal "fare sesso". Potrebbe andare
se non fosse che la pratica ormai abi-
tuale del sesso orale potrebbe non esse-
re una libera scelta e rappresentare una
subalternità maggiore davanti a "biso-
gni" maschili ancora egoisti e primitivi.
Sono la prima a porre domande criti-
che alle giovani, consapevole, però, che
in questione siamo noi, madri e nonne,
noi che abbiamo "fatto le lotte" e gua-
dagnato le leggi. Che abbiamo ingenua-
mente inventato il "femminismo" come
se nessun altra donna prima di noi
avesse impugnato le bandiere di genere.
Cosa in qualche modo vera, ma troppo
affidata alla certezza che le trasforma-
zioni sarebbero state definitive e senza
restaurazioni. La moda ci doveva mette-
re in guardia: come vestivano le mam-
me illuministe che idearono i salotti po-
litici prerivoluzionari e finirono sulla
ghigliottina per aver scritto i diritti del-
la donna? abiti leggeri, sciolti, belle
scollature, i capelli rialzati e senza ve-
li... Dopo pochi decenni vestitoni in-
gombranti, i busti (!), cappelli amplissi-
mi incredibilmente pieni di fiori e frutta
e uccellini: erano tornate alla vita cir-
coscritta alla famiglia, non dovevano
studiare o lavorare troppo, niente dirit-
to al voto, madri di figli per l'industria e
la guerra. Il ritorno all'ordine costituito
L’onore dei maschi
Sesso e potere
Giancarla Codrignani


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