Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
PAGINA 29

Testi pagina 29

29noidonne ottobre 2009
La battaglia dell'Udi
contro la violenza sulle donne non si ferma
Manca poco più di un mese alla fine della Staffetta contro la
violenza sulle donne promossa dall'Unione Donne in Italia e
il Coordinamento nazionale dell'Udi (organo che istruisce la
dimensione progettuale entro la quale si sviluppa l'attività
complessiva dell'associazione) tira le
prime somme. Sulla scia di alcune azio-
ni che hanno visto protagoniste diverse
realtà territoriali (tra cui l'Udi di Napoli
e le Udi siciliane), il Coordinamento ha
deciso di promuovere una moratoria
della pubblicità lesiva della dignità di
genere, riconoscendo nella comunica-
zione uno degli elementi più preoccu-
panti rispetto al dramma della violenza
contro le donne. Abbiamo intervistato
Anna Maria Spina, componente del
Coordinamento, all'Udi dal 2006, e
autrice, insieme a Giovanni Crivelli, della proposta.
Quali riflessioni vi hanno condotto in questa direzione?
L'ampio dibattito sul tema della comunicazione svoltosi fra
le donne del Coordinamento in concomitanza con lo svolgi-
mento della "Staffetta" ci è sembrato oggi strutturale rispet-
to al dramma della violenza contro le donne.
Poiché siamo tutte d'accordo nell'individuare nella pubblicità
offensiva un modo di riproposizione e perpetuazione della
forza d'urto dei peggiori stereotipi sessisti, occorre mostrare
a tutte e tutti con chiarezza la nostra posizione politica sulla
violenza, che non è settoriale ma complessiva.
L'Anfora, simbolo della Staffetta, ha custodito parole di
dolore ma anche richieste politiche esplicite rispetto alla
necessità urgente di reinventare piani, linguaggi, idee di
comportamento intesi a risolvere la dolorosa contraddizione
strutturale insita nella violenza inferta alle donne.
È nata così l'iniziativa "Città libere dalla pubblicità offensiva",
moratoria cittadina delle pubblicità lesive della dignità della
donna: di città in città contro la normalizzazione della vio-
lenza sulle donne, contro l'erotizzazione della violenza, ero-
tizzazione del dominio, fino all'orrore, triste e inaccettabile.
Sarà una azione di contrasto e di prevenzione alla violenza
contro le donne che chiamerà le istituzioni territoriali a una
forma di Moratoria della pubblicità offensiva, e insieme ad
una corretta e diffusa informazione sulle leggi in vigore con-
tro le varie forme di violenza, compresa la persecuzione
detta stalking.
Chiederemo ai nostri comuni di spegnere nei propri, e nostri,
spazi il messaggio di chi non rispetta le regole del codice di
autodisciplina nella pubblicità, e di contrastare la pubblicità
offensiva perché è parte, la più visibile, delle offese contro il
genere femminile.
Quali le tappe di questa nuova iniziativa?
I tempi e i modi saranno dettati dalle diverse compatibilità
ambientali già evidenziate con il passaggio della Staffetta,
senza scadenza, come avvio di un processo culturale di con-
trasto e prevenzione, basilare anche per mantenere vivo il
principio di parità, anch'esso fortemente minacciato per evi-
denza.
A tuo parere le donne-immagine che veicolano questo
tipo di modello femminile sono vittime di un'oppressio-
ne patriarcale o coscienti attrici di una degenerata
forma di emancipazione femminile?
Sono attrici sì, ma non protagoniste, sono oggetti che servo-
no a oggettificarci. Credo che l'emancipazione femminile
non possa essere né giusta né degenerata. La degenerazione
sta nel potere che, avendo esaurito i
territori si scatena contro i corpi e le
identità femminili. È come chiedersi
perché le donne non hanno coscienza
storica di sé e della propria libertà.
Quale coscienza storica dovremmo
avere mi chiedo: quella di ricordarci che
eravamo noi legate alla macina prima
che gli uomini scoprissero più conve-
niente e produttivo usare gli animali da
soma? o intonare peana a conquiste
che avrebbero dovuto essere ovvii diritti
a priori in un sistema di potere che non
fosse già da lunga pezza degenerato? Non in Italia ma in
Europa sì, ci si chiede come mai nei Paesi evoluti
dell'Occidente, malgrado l'emancipazione femminile, siano
dilaganti fenomeni reiterati di subdola e inarrestabile violen-
za domestica.
Oltre la staffetta
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
A seguito della protesta formale dell'Udi di Napoli
il Comitato di Controllo ha dichiarato la pubblicità di TTLines
non conforme al Codice di Autodisciplina della Comunicazione
Commerciale, pertanto non più diffondibile.


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy