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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
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Nell'aprile di quest'anno, le autoritàrusse hanno annunciato la fine del-
le operazioni antiterrorismo in Cecenia,
eppure nel Caucaso del Nord si uccide
ancora. A luglio viene rapita e assassi-
nata Natalya Estemirova. La sua ucci-
sione segue quelle avvenute a Mosca al-
l'inizio di quest'anno dell'avvocato Sta-
nislav Markelov e della giornalista
Anastasya Baburova, colleghi di Anna
Politkovskaya, a sua volta assassinata
nel 2006. A meno di un mese dall'as-
sassinio di Natalya Estemirova, altri
due militanti di un'organizzazione uma-
nitaria giovanile vengono rapiti e uccisi
a Grozny: Zarema Sadulayeva e il mari-
to Alik Dzhabrailov. Il 5 agosto 2009 si
è riaperto presso il tribunale militare di
Mosca il nuovo processo "Anna Polit-
kovskaya", conclusosi due giorni dopo
con la parola "fine" da parte del tribu-
nale sul caso della giornalista. Assolti i
presunti esecutori materiali del brutale
assassinio. Poi il 3 settembre la Corte
suprema russa ha deciso di rinviare alla
Procura il dossier sull'assassinio della
Politkovskaja e di ordinare un supple-
mento d'indagine. E' stata, dunque, ac-
colta la richiesta della Procura e dei fa-
miliari della cronista di Novaya Gaze-
ta, assassinata nell'ottobre 2006, che
chiedevano una riapertura dell'inchie-
sta dopo l'assoluzione per insufficienza
di prove degli imputati.
L'uccisione di
Natalya Estemirova
Natalya Estemirova, nativa di
Grozny (capitale della Cecenia), dove
ha lavorato instancabilmente Anna Po-
litkovskaya alla ricerca di testimonian-
ze e prove relative a violazioni dei dirit-
ti umani, era una giornalista e attivista
cecena dei diritti umani.
È stata assassinata il 15 luglio di
quest'anno. Quattro uomini l'hanno ra-
pita nel suo appartamento a Grozny, e
qualche ora più tardi il suo corpo è sta-
to ritrovato privo di vita e crivellato da
colpi di arma da fuoco su una strada
lungo il confine con l'Inguscezia.
Natalya (meglio conosciuta come
Natasha) lavorava per il Centro per i
diritti umani "Memorial" nel Caucaso
del Nord, in Cecenia, un Centro che da
tempo denuncia gli abusi delle forze
dell'ordine sulla popolazione civile. Era
anche una collaboratrice stretta dell'Hu-
man Rights Watch. Per l'Osservatorio
aveva condotto un'indagine, resa pub-
blica il 2 luglio 2009 ("What Your Chil-
dren Do Will Touch Upon You - Punitive
House-Burning in Chechnya"), dove so-
no documentati casi d'incendi dolosi a
danno di abitazioni cecene (13 dei 26
casi noti compiuti
tra il giugno 2008 e
il giugno 2009 in ot-
to distretti del pae-
se, e attribuiti alle
forze dell'ordine del
governo ceceno) e
altri atti a scopo
punitivo effettuati
contro le famiglie
dei ribelli ceceni. Nel 2008 alti dirigenti
politici ceceni (incluso il Presidente
Ramzan Kadyrov) hanno rilasciato una
dichiarazione, in cui si afferma che le
famiglie degli insorti avrebbero dovuto
aspettarsi delle punizioni esemplari a
meno che fossero state in grado di con-
vincere i loro familiari ribelli ad arren-
dersi. Durante la prima guerra in Cece-
nia, la Estemirova aveva indagato su
maltrattamenti, uccisioni illegali e spa-
rizioni improvvise. Aveva, inoltre, rac-
colto numerose testimonianze di civili
torturati nei centri di detenzione non uf-
ficiali da parte degli uomini dell'esercito
russo, di vittime di bombardamenti e ra-
strellamenti, e si era inoltre dedicata al-
l'assistenza agli sfollati e a gruppi svan-
taggiati. Non solo, Kavazskij Uzel, un
centro di informazione fondato da "Me-
morial", ricorda che proprio Natalya
Estemirova aveva raccolto tutte le infor-
mazioni sugli eventi di Novye Atagi,
una delle prime indagini di "Memorial"
riguardanti la seconda guerra in Cece-
nia: "Quando Natalya è andata in quel
centro abitato, il 20 marzo del 2000,
questo era ancora bloccato dai militari.
A Novye Atagi si conducevano rego-
larmente 'zachistki' (operazioni di puli-
zia etnica), e il fatto di non essere regi-
strati come residenti locali costituiva un
pericolo concreto per chi ci andava. Na-
talya Estemirova vi ha trascorso una
settimana, talvolta nascondendosi negli
orti di case distrutte per evitare i con-
trolli dei passaporti effettuati dai mili-
tari russi". La Estemirova aveva ottenu-
to il premio "Diritto alla vita" istituito
dal Parlamento svedese nel 2004. Era
stata insignita della medaglia Robert
Schuman da parte del Parlamento euro-
peo nel 2005 ed era stata candidata al
Premio Sacharov per la libertà di pen-
siero. Aveva, inoltre, ricevuto a Londra
nell'ottobre 2007 dal "Reach All Women
in War" (RAWinWAR) il primo premio
annuale "Anna Politkovskaya". Questo
premio, destinato alle donne che si bat-
tono per la difesa dei diritti umani nelle
zone di conflitto armato e di guerra, era
stato consegnato a Natalya dal Nobel
per la pace, Mairead Corrigan Maguire,
e le era stato conferito per il suo corag-
gio nel raccontare la verità su torture,
sparizioni ed uccisioni di civili nel corso
delle guerre cecene. Il 6 ottobre 2008,
alla vigilia dell'anniversario della morte
di Anna Politkovskaya, Natasha aveva
consegnato, a sua volta, questo premio
alla giovane parlamentare afghana,
Malalai Joya. Natalya era una donna
forte. Sapeva che la sua vita era in peri-
colo. Era stata più volte minacciata da
funzionari di vari livelli. Oleg Orlov, ca-
po del consiglio di amministrazione del-
l'Human Rights Center "Memorial" ha
dichiarato: "So di sicuro chi è il respon-
sabile dell'uccisione di Natalya Estemi-
rova. Tutti noi conosciamo quest'uomo.
Ramzan ha minacciato Natalya, l'ha in-
sultata, la considera un suo nemico per-
Caucaso del Nord / prima parte
L’assassinio di Natalya Estemirova
Cristina Carpinelli


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