Numero 6 del 2016
Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
Testi pagina 6
4 Giugno 2016
ANCHE UNA CEO
HA PROBLEMI ETICI
DA RISOLVERE
General Electric e Borsa Italiana propagandano un master per donne che desiderino entrare nei Con-sigli di Amministrazione “così impareranno a fare le
Ceo”. La “Ceo” sarebbe la versione femminile del Chief Exe-
cutive Officer, altrimenti detto Amministratore delegato. Un
corso analogo di due anni fa ha avuto 300 richieste femminili,
a dimostrazione che qualcosa si muove per venire incontro
a esigenze reali: lo squilibrio di genere nella vita economica
e finanziaria italiana comincia a farsi sentire non più come
richiesta dal basso di “quote rosa”, ma come riconoscimen-
to di un danno da parte dei piani alti. Si sa da un pezzo che
le ragazze hanno voti migliori
a scuola, si laureano prima e
hanno alte capacità professio-
nali: è evidente che - lo avremo
detto mille volte - rinunciare al
loro contributo nella direzione
economica e politica del pae-
se è puro spreco. Le imprese
tendono a far soldi e scelgono i
componenti migliori: se leggia-
mo le pagine economiche dei
giornali, ci rendiamo conto che
una Cerretelli o una Reichlin
illustrano le questioni finanzia-
rie con competenza “come un
uomo”, ma con maggior chiarezza e intenti propositivi.
D’altra parte presenze ad alti e altissimi livelli dell’econo-
mia/finanza sono visibili da tempo: la prima Nobel in ma-
teria, quella che si domandava come sarebbero andate
le cose se la banca Lehman Brothers, responsabile del
grande disastro del 2008, si fosse chiamata Lehman Si-
sters; Christine Lagarde, chief del Fondo monetario inter-
nazionale, che in una celebre
intervista denunciò l’eccesso
di testosterone nelle agenzie
internazionali; Janet Yellin, nu-
mero Uno della Federal Reser-
ve, la banca centrale degli Sta-
ti Uniti, che tiene la barra con
grande prudenza sapendo che
la situazione è delicata e ogni
giorno può succedere di tutto.
È abbastanza evidente che le
competenze sono ormai rico-
nosciute e a noi resta solo far
conto di nulla delle punte di spillo dei titoli che ci trattano
da subalterne che “debbono imparare”.
Questo è, invece, il punto: che tutti debbono imparare
gli uni dagli altri: se l’economia è stata gestita dagli
uomini che hanno dato valore di oggettività alle loro
interpretazioni, basate sulla competitività conflittua-
le (la “guerra delle monete”) e sul gioco (il gioco in
Borsa), è tempo di correggere l’eccesso dei rischi con
qualche cautela, ancora femminile, e correttivi selettivi
di metodo. Non è un paradosso sostenere che, nella vita
privata, le donne conoscono meglio dei loro compagni -
che fanno i conti solo sullo stipendio - l’andamento del
mercato perché sono loro a fare la spesa. Stranamente
l’uomo che va a fare la spesa non ne ricava la stessa im-
plicita conoscenza (e riempie i carrelli di cose superflue).
È la solita denuncia fatta da secoli sui diversi modi di ve-
dere la storia da un’ottica derivata da esperienze diverse,
come quando le economiste hanno chiesto di introdurre
la riproduzione nel Pil (Prodotto Interno Lordo) e nessuno
ha capito che il “riprodurre” non significa la demografia.
Le numerose presenze femminiLi ai vertici mondiaLi deLL’economia e deLLa finanza
non fanno La differenza. ma dobbiamo sperare che iL futuro non sarà governato
imitando Le indicazioni deL… testosterone
di Giancarla Codrignani
pp.04_05_ATTUALITA_giugno.2016.indd 4 15/05/16 21.31