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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 19

Testi pagina 19

17Giugno 2016
UN DIRITTO-DOVERE DA NON SPRECARE
Kwanza
23 anni, è responsabile Organizzazione ‘Questa è Roma’.
È nata in Germania da papà brasiliano e mamma bolognese.
“Settanta anni è un ottimo traguardo per i diritti alle don-
ne, quello che però dovrebbe oggi far riflettere dopo così
tanto tempo è che, superata la fase degli anni ‘70 - in cui
le donne, italiane in particolare, sulla scia dei moti studen-
teschi ed operai, hanno ottenuto notevoli successi a livello
legale per il raggiungimento di diritti che ci spetterebbero
un anniversario è occasione per le
celebrazioni e sTimolo per fare il
punTo a 70 anni dalla ‘nosTra prima
volTa’. abbiamo inTerpellaTo alcune
donne chiedendo loro un’opinione sul
senso del voTo, oggi. olTre a LUCIA,
ulTranovanTenne romagnola che ha
frugaTo nella sua memoria, KwANzA,
SIMONA BALDELLI, IgIABA SCEgO,
MARICA DI PIERRI ci affidano le loro
considerazioni. insieme conTribuiscono
a scaTTare un’isTanTanea da
incorniciare e da guardare di TanTo
in TanTo, come si fa con le foTo di
famiglia.
le giovani di seconda generazione
sono feriTe dalla negazione di un
diriTTo su cui, invece, nuTre dubbi
chi può eserciTarlo normalmenTe.
concordano nell’osservare la
disTanza Tra la poliTica e il senTire
comune.
e che le donne nelle isTiTuzioni non
‘fanno la differenza’.
TESTIMONIANzE
RICORDI
RIFLESSIONI
per natura (vedi leggi aborto o divorzio) - dagli anni ‘80 in
poi i cambiamenti sono stati scarsi, come se fossimo in un
periodo di stallo. Ma c’è anche da far notare che, intanto, i
politici e negli ambiti istituzionali, oltre che in televisione, la
donna continua ad essere utilizzata e rappresentata come
oggetto. E le donne che ci dovrebbero rappresentare in Par-
lamento e nelle Assemblee elettive sono spesso succubi.
Rientrano perfettamente nel disegno di un sistema costruito
da e per la supremazia maschile, in modo non più ostentato
come nei secoli precedenti, ma più sottile e apparentemente
impercettibile. Inoltre la donna per ‘competere’ con l’uomo
e farsi riconoscere alla pari, si è ritrovata a cercare di asso-
migliargli sempre di più invece di lottare con le proprie armi
valorizzando l’essere donna come arma vincente.
Infine il valore simbolico del voto alle donne temo stia per-
dendo via via la sua importanza perché le giovanissime ge-
nerazioni sono troppo disinteressate alla storia contempo-
ranea. Non possiamo permetterlo. Non possiamo lasciare
che questa conquista venga devalorizzata. Il diritto al voto
è una questione che a noi di ‘Questa è Roma’ interessa
da vicino. La Rete G2 nel 2005 ha intrapreso una batta-
glia precisa: concedere
la cittadinanza (e quindi
il diritto al voto) ai figli
degli immigrati nati e/o
cresciuti in Italia. Sembra
incredibile che dopo più
di dieci anni di battaglie,
proposte di legge di ini-
ziativa popolare, manife-
stazioni e campagne di
ogni genere, oggi siamo
ancora in attesa di una
concessione, ma per
meglio dire un ricono-
scimento legittimo agli
italiani di fatto, cresciuti
e pasciuti dal Bel Paese,
che considerano casa
propria. Sono fermamen-
te convinta che le battaglie delle donne del ‘46 abbiamo
molto in comune con quella che portiamo avanti noi nel
2016. Il diritto al voto oggi è sottovalutato, devalorizzato,
sprecato, snobbato, semplicemente perché non si cono-
sce o si è dimenticato il privilegio e il potere che ne deriva.
Ritroviamo quel valore, costruiamo la società più adatta ai
nostri bisogni, utilizzando tutti gli strumenti legittimi che ci
sono concessi, a partire dal diritto-dovere del voto”.
Silvia Vaccaro
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