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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 22

Testi pagina 22

20 Giugno 2016
di Tiziana Bartolini
il diriTTo al voTo presume
consapevolezza e capaciTà
di scelTa in base agli inTeressi
comuni e non personali.
inTervisTa alla filosofa
Nicla Vassallo
SENzA
COMUNITà
NON C’È
DEMOCRAzIA
PARTIMMO DAL VOTO | 4
Filosofa eclettica dai multiformi interessi e dalla im-ponente produzione scientifica, Nicla Vassallo è una intellettuale che non corre il rischio della bana-lità. L’abbiamo interpellata per raccogliere alcune
considerazione in occasione dei 70 anni del voto alle don-
ne. Ci porge un punto di vista assai (e saggiamente) poco
celebrativo.
Stiamo vivendo una profonda crisi della democrazia
rappresentativa. Cosa ha determinato questa
situazione?
Da filosofe e filosofi abbiamo riconosciuto che vige un si-
stema non in grado di garantire a cittadini e cittadine gli
strumenti, cognitivi e conoscitivi, per votare con ragio-
nevolezza. La nostra non solo non è più una democrazia
rappresentativa, rispetto a quanto vorremmo, ma forse non
rappresenta neanche una qualche democrazia. Direi ormai
che egoismo e individualismo dominano in molti e molte:
ne segue, quando ci si reca alle urne, che ci si esprima,
non pensando al bene comune o alla democrazia, bensì
agli interessi prettamente personali e privati.
Avendo smarrito il senso della comunità, le
persone pensano di bastare a se stesse. Da
ciò deriva che la crisi non è riconducibile ad
un certo sistema elettorale o ai (tanti) casi di
corruzione della politica. È più un problema di
fondo, che precede le forme organizzative della
rappresentanza o della giustizia…
Sì, concordo. E dal punto di vista strettamente filosofico,
parecchi intellettuali di area anglosassone sono della me-
desima opinione: chi va a votare lo fa privo di una corretta
coscienza delle esigenze di una società democratica, delle
esigenza della cittadinanza, del punto in cui ci troviamo e
di quello che si intenderebbe raggiungere.
C’è quindi il tema della partecipazione, parola
abusata ma di cui abbiamo smarrito il senso
autentico…. in fondo il voto è solo una delle tante
modalità di partecipazione…
Pensiamo al referendum sulla fecondazione assistita… non
ha raggiunto il quorum perché molte persone e molte coppie
non hanno tenuto presenti, in quel momento, le necessità
di altri. Mi sembra immorale che ciascuno consideri solo se
stesso o se stessa; mentre un sistema democratico dovreb-
be poggiare sull’idea di comunità. E quindi non abbiamo
alcuna scusa di lamentarci, se la politica non dà le risposte
che attendiamo o quelle che occorrono. Mi chiedo in quale
democrazia e in quale società viviamo, nel momento in cui
non ci si indigna di ignoranze, egoismi e individualismi.
Le donne possono avere un ruolo in questa crisi,
possono contribuire a recuperare questo deficit di
democrazia?
Si pensi alla rivoluzione francese. Inizialmente, il ruolo delle
donne pareva potesse fiorire, con i Cahiers de Doléances
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