Numero 6 del 2016
Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
Testi pagina 39
Le fiabe di mia nonna
Forse io bambina non lo sono mai stata e se lo sono
stata lo ricordo poco. La cosa che mi ricordo di più
della mia infanzia è il grande amore che portava la
mia nonna materna quando entravo nella sua casa, o
lei nella mia. tutti i giochi e le fiabe che raccontava a
me e mia sorella mi facevano sognare a occhi aperti e
quando mi portava al cinema delle parrocchie (che ora
non ci sono più) con un bel maritozzo con la panna e la
bottiglietta di coca cola!
mia madre e mio padre sono stati sempre incostanti
con il loro amore. mia madre ci organizzava feste di
compleanno e ci portava a fare ogni tipo di sport.
invece quando passavo un giorno con mio padre mi
sembrava di volare perché non era spesso e quando
accadeva inventava per me e mia sorella un giorno
bellissimo. ci portava all’aeroporto dell’urbe e ci
faceva fare il giro di roma con il pilota. era fantastico
abbracciarlo. mi ha insegnato l’amore per i cavalli e
avevo 4 anni quando mi ha insegnato a montarli.
Fino a una certa età mio figlio è stato la mia ombra; gli
davo amore, giochi e valori. poi la tossicodipendenza
mi ha un po’ allontanato da lui e ringraziando dio lui
ha fatto tutto l’incontrario della vita che ho fatto io,
anche grazie al grande aiuto che mi hanno dato i miei
genitori.
ora ha 25 anni ed è un ragazzo sano e pieno di valori
e di principi! mi ama ma è molto arrabbiato con me
perché l’ho lasciato un’altra volta solo e me l’ha fatta
pagare a suo modo. il più terribile, venendo a trovarmi
molto poco. ma vi do una grande notizia: sta venendo
più spesso ed è felice di parlarmi al telefono!
Laura
Bambini,
bene assoluto di tutte
le generazioni
era bellissimo, erano tempi in cui a scuola si andava
a piedi e da soli, o in compagnia di sorelle, fratelli,
amici. di bambini eravamo tanti, di automobili
pochissime, quindi il pericolo non c’era.
io andavo a scuola dalle suore assieme alle mie sorelle
e portavamo il grembiule bianco con un grande fiocco
blu. a me la scuola piaceva molto. si studiavano le
poesie a memoria e le tabelline con le suore (maestre
che se non studiavi ti mettevano in castigo dietro la
lavagna.
La scuola era la seconda famiglia. nel periodo di
natale mi facevano fare la recita e la letterina da
mettere sotto il piatto dei genitori la sera di natale,
cioè di mia madre.
tutte cose oramai superate dalla troppa tecnologia
e dalla corsa al consumismo. non si prova più gioia e
soddisfazione per le piccole ma grandi cose.
Anna Maria
La gioia e la speranza
se frugo nei ricordi della mia infanzia, mi accorgo di
non averne moltissimi, se non una dolce filastrocca
che mio padre scrisse per me e che iniziava più o
meno così: “nella via Lomellina, c’era una volta una
bambina e chiama vasi danina quella dolce birichina,
era la gioia di mamma e papà…” e proseguiva con
altre strofe baciate …. non ricordo altre storie, altre
favole, ci penso molto perché mi manca il ricordo di
una voce conosciuta che per farmi addormentare mi
parla di fare turchine e di magici castelli, ma anche di
orchi cattivi finiti miseramente per non arrecare più
danno a nessuno. pensando ai bimbi di oggi, immagino
le loro mamme raccontando storie meno fantastiche
dove non esistono fate buone, ma sì moltissimi orchi:
c’è l’orco puzzolente coperto di polvere e vestito di
stracci, l’orco miseria; c’è l’orco sempre affamato,
che mangerebbe qualsiasi cosa che incontra, il suo
nome è Fame; c’è l’orco che esplode all’improvviso
travolgendoti quando meno te lo aspetti e ti dilania
riempiendoti di chiodi, l’orco guerra; poi c’è quello
che si manifesta generoso promettendoti aiuto,
riparo, perfino danaro, ma che una volta attratto ti
sfrutta e ti schiavizza, l’orco sFruttamento; ce ne
sono moltissimi altri innominabili tra cui l’orco BuLLo
che per rendersi importante agli occhi dei compagni
ti perseguita e ti minaccia; ed infine ce n’è uno tutto
blu che sembra pacifico, ma che quando pensi di
essertelo fatto amico, ti travolge e ti inghiotte con
la sua bocca profonda e piena di onde e si chiama
immigrazione.
immaginiamo attorno al mondo un girotondo di bimbi
di ogni razza, religione e condizione, uniamoci alle loro
mamme.
teniamoli per mano questi bimbi e queste bimbe
che, una volta adulti, ricorderanno tutti con dovizia
di immagini terribili, di essere stati bambini e
incominciamo a narrare, non sottovoce ma con il tono
di interpreti consumati, fiabe popolate di gioia e di
speranza dove esistono mille fate buone che con la
loro bacchetta magica vincono tutti gli orchi malvagi
esistenti, chiaro con molto lavoro, ma con la comune
volontà che è il vero motore del mondo.
Loredana
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