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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 50

Testi pagina 50

NATALIA
BÙNDARENKO

a poesia di Natalia Bondarcnko si offre a chi legge

con una peculiare ruvidezza, un’essenzialità del

dettato adoperata per costruire una poetica antilirica
e minimale, nella quale il tessuto metaforico è sempre
legato alle esperienze e agli oggetti del quotidiano. Non
che manchi un anelito all’assoluto, a un desiderio nel
quale disciogliere la dolcezza della passione e il dolore
dell’abbandono, ma questo è
sempre legato al vissuto, a
ciò che nell’immediato costi-
tuisce l’esperienza della poe—
tessa. Questa esperienza è se-
gnata dalla precarietà della
straniera che nella ‘terra altrui’
ha scelto di impiantare le pro-
prie radici e i propri affetti, e
che può fare conto solo su di
sé e il proprio corpo. Per la Bondarenko il corpo è stru-
mento per osservare il mondo e comprenderlo, esso si
espande fino a ricomprendere in un’unica sfera sensoriale
gli oggetti prossimi del vivere quotidiano, come fossero
parte del sé. In questo senso, la scrittura della poetessa
ucraina è tangente ad un certo minimalismo delle
poetiche dell’Est Europa - fra tutte viene in mente la
poesia della polacca Wislawa Szymborska - anche per
un’adesione ad una sintassi stringata, priva di aggettivi e
sprechi verbali. Scrive Katia Longinotti nella prefazione
a “Terra Altrui”: “I versi dell’autrice ucraina sono im-
mediati, veloci e precisi nel loro svolgersi, le parole
sono essenziali, anche i momenti drammatici sono riela-
borati con la leggerezza di gesti metodici e quotidiani”
nei quali “l’ironia e l’intonazione principale”. Ed effet—
tivamente ironia e disincanto sono tratti specifici di
questa poesia, nella quale si fa uso di un tono colloquiale
e del linguaggio parlato, derivato anche da una assimila—
zione profonda della scrittura di Sanguineti, capace di
attivare una “comunione e interazione spontanea” (Lon-
ginotti) con il pubblico. Bondarenko si rivolge spesso a
un ‘tu’ distante (straordinarie le rievocazione della
madre, identificata con la terra lontana) oppure destinato

Mi hai creduto pazza

appena atterrata

Era la mia ombra.

noidonne I novembre-dicembre I 2012

nel sentirmi parlare a voce alta e ridere
ballando sull’asfalto bagnato dalla pioggia

PAROLA CHE TAGLIA

POESIA ANTILIRICA E MINIMALE,
CAPACE DI UNA PROFONDA COMUNIONE
CON IL PUBBLICO

di Luca Benassi

all’abbandono, ad un incendio dell’eros nel quale si
consumano affetti, rimpianti, possibilità di relazioni du—
rature. La solitudine, la consapevolezza di vivere in
terra straniera, è allora condizione inevitabile, alla quale
opporre il contatto ruvido, la parola tagliente della
poesia. Natalia Bondarenko nasce a Kiev (Ucraina) nel
1961 e dal 1990 vive a Udine. Scrittrice, poetessa, tra-
duttrice, da alcuni anni scrive direttamente
in lingua italiana, pubblicando “Profanerie
private” (2010), “L’amore del giglio” (2010)
e “Terra Altrui” (2012) dal quale sono
tratti i testi qui pubblicati.

ho trovato un interlocutore interessante
che era disposto ad ascoltarmi e
permetteva di toccarlo fin con le scarpe.

Potrei prenderti cosi, conte ti ho trovato,

rporco di pallonate prere in pieno petto,

lanarti e centrifagarti per bene, stendendoti

al sole (rperando che rplenda).

O come an reinplice Zerbino peloso.

Toccarti con le saole conforta le idee,

rpillarti coi tacchi e un anticipo per i torti futuri.
Ma meglio di tatto, vorrei prenderti dal carretto
conte una tovaglia austriaca, rossa,

a quadratini, cosi, leccandotni le dita,

riarcirei ad ogni tao centimetro a raccogliere

le piccole briciole di pane

toccando per forza la tua anima.

Mi hai chiesto perché piango.

Se tu mi fossi amico ti direi
perché ho amato troppo.

Perciò, per me trattengo

il nome dell’amore e

a te rispondo che i0 piango
perche’

solo cosi si paga il conto.


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