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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
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rate, promuovendo in primo luogo un più facile accesso alla
contraccezione sicura. Siamo certi che i ginecologi obiet-
tori sarebbero felici di essere impiegati a tal fine nei nostri
consultori.

Gentile signor Ministro, siamo convinti che anche Lei ri-
tenga la legge 194 una delle migliori del nostro Paese, il che
è peraltro sottolineato dal dato, riportato anche dalla Sua
relazione, che in poco più di trent’anni dalla sua appro-
vazione il numero di aborti in Italia è più che dimezzato.
Tuttavia, la Sua stessa relazione sottolinea le numerose cri—
ticità per la piena applicazione della legge; fra queste, a no-
stro avviso merita una considerazione particolare il problema
dell’obiezione di coscienza, o, per meglio dire, dell’uso stru—
mentale dell’obiezione di coscienza. Nel nostro Paese, caso
unico tra quelli che si sono dati una legge per regolamen-
tare il ricorso all’aborto, la percentuale di ginecologi
obiettori è altissima, tanto da ostacolare in molti casi la pos-
sibilità per le donne di esercitare appieno un loro diritto.
Nella Sua relazione

Lei ci parla di una stabilizzazione generale del fenomeno
dell’obiezione di coscienza, che nel 2010 è stata sollevata
dal 69,3% dei ginecologi italiani; i dati in nostro posses—
so, nati dalla necessità di verificare la sensazione dell’esi-
stenza di uno “scollamento” fra i dati ufficiali e quelli rea-
li, fotografano una situazione molto più grave: la percen—
tuale di obiettori nel Lazio è pari al 91,3 % del totale dei
ginecologi delle strutture ospedaliere pubbliche; sempre
nel Lazio, su 31 strutture pubbliche, ben 9 non dispongono
di un servizio di pianificazione familiare e non praticano
aborti, e in ben tre provincie del Lazio non si eseguono abor-
ti terapeutici, in assoluta inadempienza proprio di quell’art.
9 della legge che disciplina la possibilità di sollevare obie-
zione di coscienza.

Questi i numeri, gentile Signor Ministro. Sono inquietan-
ti, ma sono numeri. Sono importanti, ma al tempo stesso
non sono sufficienti a descrivere e definire la realtà, per-
ché non raccontano le condizioni di lavoro dei non obiet—
tori, costretti a sobbarcarsi un carico di lavoro considera-
to generalmente “bassa manovalanza” ma che non lascia
spazio ad altro, non raccontano l’esasperazione, la stan-
chezza, i rischi personali e professionali, la voglia, a volte,
di gettare la spugna.

Né parlano dell’impegno civile, dell’ostinazione, della
passione per la nostra professione che, invece, ci spin-
gono a continuare a lavorare per la tutela della salute
riproduttiva.

A Lei, Ministro “tecnico” chiediamo dunque di incontra-
re noi “tecnici”, perché l’azione di governo per migliora-
re l’applicazione di una legge miliare del nostro Paese pos—
sa sostanziarsi dell’esperienza e dei suggerimenti di chi re-
almente lavora “sul campo”. I

DALLA RELAZIONE ANNUALE
SULL'APPLICAZIÙNE
DELLA LEGGE 194

Nel 2011 sono state effettuate 109.538 IVG (dato provvisorio),
con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010
(115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982, anno
in cui si è registrato il più alto ricorso all'lVG (234.801 casi).
Il tasso di abortivìtà (numero delle IVG per 1.000 donne in età
feconda tra 15-49 anni), l'indicatore più accurato per una cor-
retta valutazione della tendenza al ricorso all'IVG, nel 2011 è
risultato pari a 7,8 per 1.000, con un decremento del 5,3% ri-
spetto al 2010 (8,3 per 1.000) e un decremento del 54,7% ri-
spetto al 1982 (17,2 per 1.000). II valore italiano è tra i più bas-
si di quelli osservati nei Paesi industrializzati.

II commento del Ministro della Salute Renato Balduzzi.
“I dati evidenziano che nel nostro Paese prosegue la ten-
denza alla diminuzione del numero di IVG e quindi del tas-
so di abortivìtà e che nella grande maggioranza dei casi il
ricorso a questo intervento rappresenta l'ultima scelta, es-
sendo stati tentati prima metodi per evitare gravidanze in-
desiderate. La riduzione percentuale di aborti ripetuti è la
più significativa dimostrazione del cambiamento nel tem-
po del rischio di gravidanze indesiderate, poiché, se tale ri-
schio fosse rimasto costante nel tempo, si sarebbero avu-
te attualmente percentuali doppie rispetto a quelle os-
servate. La sostanziale riduzione dell'aborto clandestino
e l’eliminazione della mortalità e morbilità materna ad esso
associata si accompagnano con la riduzione dell'IVG, ot-
tenuta anchegrazie alla promozione di un maggiore e più
efficace ricorso a metodi di procreazione consapevole, al-
ternativi all’aborto, secondo gli auspici della legge. La pro-
mozione della procreazione responsabile costituisce la m0-
dalità più importante per la prevenzione dell'aborto. Per
conseguire tale obiettivo, è importante potenziare la rete
dei consultori familiari, che costituiscono i servizi di gran
lunga più competenti nell'attivazione di reti di sostegno per
la maternità, in collaborazione con i servizi sociali dei co-
muni e con il privato sociale. Specifica attenzione dovrà an-
che essere posta verso i gruppi di donne straniere a mag-
gior rischio di ricorso all'IVG con specifici interventi di pre-
venzione che tengano conto anche delle loro diverse con-
dizioni di vita, di cultura e di costumi."

Per tutte le informazioni sulla Relazione:
http://www.salute.gov.it/dettag|io/phPrimoPianoNew.jsp?id=351

noidonne | novembre—dicembre | 2012

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