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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 22

Testi pagina 22

POVERE NOI

POCO LAVORO
E POCHI FIGLI

I DISCRIMINAZIONI DI GENERE,
GENERAZIONALI E GEOGRAFICHE:
LE TRE G





1 di Alida Castelli

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condo un'ottica di genere gli studi

e le analisi sulla condizione economi-

ca delle donne del nostro Paese si è tenuta a Roma,

lo scorso 4 ottobre - organizzata dalla Casa Inter-

nazionale delle Donne con il patrocinio del Dipar-
timento pari Opportunità della Presidenza del Consiglio -
una giornata di studio articolata in due momenti.
Dopo Ia presentazione dei primi dati raccolti ed elabora-
ti dal gruppo di lavoro si è svolta un'interessante tavola ro-
tonda e nel pomeriggio un workshop di studio volti ad ap-
profondirne i risultati e ad individuare una piattaforma di
proposte (Il rapporto finale contente anche irisu/tati del-
la giornata di studio saranno pubblicati nel mese di n0-
vembre e resi pubblici anche attraverso i/ sito
www/.noidonnebrg). Esercizio, sempre più necessario,
proprio in un momento in cui la crisi, i tagli intervenuti, nei
servizi e non solo, richiederebbero sempre di più una mag-
giore giustizia sociale nella distribuzione delle scarse ri-
sorse.
Lo spunto alla riflessione è emerso, oltre che dall'osser-
vazione della realtà che ci circonda anche dalla “Relazione
suqli aspetti della povertà femminile" a cura della Com-
missione per i diritti e l'uguaglianza di genere al Par-
lamento Europeo che ci ha ricordato come la povertà del-
le donne sia una realtà consolidata nel tempo e che solo
recentemente si è cominciato ad analizzare.
Nella relazione si afferma che a livello qlobale le donne
sono più povere deqli uomini e che è opportuno inter-
























noidonne I novembre-dicembre I 2012

on l'obiettivo di analizzare se- GGG

venire per lo sviluppo di uno dei cinque obiettivi misura-
bili della Commissione proposti per la strategia UE 2020:
la lotta alla povertà, appunto.
Per intervenire sono necessari tuttavia dati affidabili che
permettano anche l'individuazione, l'adozione ed iI mo-
nitoraggio di indicatori specifici di genere.
Le aree indagate sono state quelle del mercato del lavo-
r0 per capire dove sono e cosa fanno le donne, i livelli di
istruzione e formazione, la conciliazione tra famiglia e po-
litiche di welfare, e la situazione del gruppo di donne che
viene considerato più fragile economicamente, le separate,
le divorziate, le madri monogenitrici e le donne sole.
Nel 2012 permangono tutte le discriminazioni strutturali
che condizionano la vita delle donne nel nostro Pae-
se. Vi è una forte discriminazione di genere nel-
l’accesso e nella permanenza al lavoro, più grave
nella distribuzione geografica: nel sud solo una
donna su tre è occupata. E sei livelli di disoc-
cupazione delle donne rispetto agli uomini pos-
sono sembrare non drammatici, basta analizzare
il livello degli inoccupati, di tutte quelle persone
cioè che sono così scoraggiate o che non hanno
nemmeno la possibilità di cercare un lavoro (anche
per i carichi familiari) per vedere che il dato diventa
drammatico: oltre la metà delle donne in Italia è in que-
sta situazione.
Anche l'arrivo di un fiqlio è un motivo di uscita dal
mercato del lavoro: l'occupazione infatti cala drastica-
mente con l’aumentare del numero dei figli.
Le donne italiane sono, tra l'altro, le meno prolifiche
d'Europa, creando il paradosso messo tante volte in ri-
salto da studiose e addetti ai lavori, che è quello per cui
le donne italiane sono quelle che lavorano in basse per-
centuali fuori casa, ma fanno anche pochi bambini. Viene
sfatata con questa osservazione, una volta per tutte, la
convinzione che il lavoro femminile per il mercato sia
quello che tiene lontane le donne dalla maternità.
La recente indagine sulla povertà in Italia redatta dal-
l’Istat ci offre un ulteriore spunto di riflessione impor-
tante, anche se va detto subito che tutto il corposo e
complesso rapporto non ci offre purtroppo nessun dato
disaggregato tra donne uomini, e quindi procederemo per
successivi approfondimenti per capire la condizione di
donne e uomini.
Se il reddito medio di una famiglia composta da due per-
sone è inferiore a 1.011 euro al mese, secondo l’ISTAT e se-
condo i centri di ricerca europei, questa famiglia viene
considerata sotto la soglia di povertà relativa.
E nel nostro Paese ormai oltre 11 famiglie su 100 sono in
questa condizione e 5 su 100 lo sono ancora di più: si
parla per loro infatti di povertà assoluta.


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