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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 23

Testi pagina 23

DREAMJOB





Pensionati/e con redditi oltre 1.000 euro
anno 2010 [dali istatrlnps]

















































30

25

20

15

150

DI 01106249 99 250,00 499,99 500,00 749,99 750,00 99999
.uomlniWn 5 7,2 10,7 12,1
Q donne% 4,3 12,2 24,8 13,5
Pensionati/e con redditi oltre 2.000 euro

8 anno ZU101datiistat-1nps]

7

6

5

4

3

2

1

0ì

1,7200000 2.249, 99 2250,00 2.499, 99 250000 2.999 99 3.000,00 epiù

O Uùmlni‘yn 6,3 4,5 5,6 7,6
. dunne“/n 3,4 2,3 2,2 2







Se due persone vivono, con fatica, con poco più di 1.000
euro al mese (i poveri relativi) che dire di chi vive con
meno, cioè di quelle e quelli che vivono con la metà?

Su 100 persone, quelle che vivono con più o meno di 500

euro al mese, il gruppo più numeroso a livello europeo e na- \

zionale sono i single, il 25%, e tra questi sappiamo bene che 7|
la stragrande maggioranza è composta da donne, senza Ia- “11’;
voro o con lavori precari, che si trasformano con il tempo in I:
pensioni da fame. Infatti il gruppo altrettanto povero in cop- Ìvîl
pia è solo il 9,4%. î l

Le donne sono il 16,1%: il doppio degli uomini. Ma su tutti avan-

za il gruppo degli over 65 anni che rappresenta quasi il 40% V
dei poveri in assoluto.

Nel 2010 le donne pensionate erano il 56,5% del totale dei
pensionati e gli uomini quindi erano il 43,5%. Ma le donne
per quasi il 55% percepiscono una pensione fino a 1.000 euro,
contro il 35% degli uomini, nelle pensioni superiori il rapporto
si inverte il 24% gode di una pensione di oltre 2.000 euro
contro il 10% circa di donne. ‘
Questo primo sguardo sulla realtà ci dice che questa situa- ‘Q
zione, (qui sommariamente delineata) non è frutto di una cri- ‘
si congiunturale ma la “naturale" conseguenza di una vita
lavorativa o casalinga che non sembra destinata a trasfor-
marsi rapidamente per le giovani generazioni.

Lavorare in maniera saltuaria, dentro e fuori il mercato so-
prattutto per esercitare il lavoro di cura per figli ed anzia-
ni, accettare lavori meno pagati degli uomini (gender pay gap),
ricorrere volontariamente o meno al part time non può che
prefigurare, stante gli attuali sistemi pensionistici, non solo
una vita lavorativa poco soddisfacente economicamente, ma
l'accesso a redditi di pensione conseguenti. La variabile qeo-
qrafica incide sicuramente in modo negativo. essendo noto
che la condizione delle donne nel sud è strutturalmente
difficile, stante i livelli di occupazione, la carenza di servizi
che aiutano le donne nel lavoro di cura, ma anche osservando
la presenza e la collocazione delle donne straniere in Italia.
Dall'analisi proposta appaiono subito evidenti alcune ri-
flessioni che non possiamo più, a mio avviso, rimandare. II
problema della sempre maqqiore povertà ed emargina-
zione economica di tante donne nel nostro Paese è una
realtà, un'emergenza e nel lungo periodo il dato non sem-
bra essere soggetto a grandi mutamenti positivi.

Non si tratta solo di crescita o di creazione di nuovi posti di
lavoro, si tratta anche di proporre un modello di sviluppo che
si proponga di intervenire su alcuni nodi strutturali quali la
dotazione di servizi e il sistema di welfare, che non può es-
sere visto solo come costo ma come modello virtuoso.
Cambiare il nostro modello sembra economicamente ormai
inevitabile, visti i risultati attuali, il nuovo governo riuscirà
a farlo? Dipende da quale governo, e quale governo dipen-
de anche da noi. I

































noidonne | novembre—dicembre | 2012


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