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Numero 5 del 2012

Mamme nel Terzo Millennio


Foto: Mamme nel Terzo Millennio
PAGINA 10

Testi pagina 10

gò n.0. A
VAN DANA S HIVA

É
É
É



































A... A

n.0. A

Eugenia Granito*
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetita.0rg

Una lotta in difesa di tutti i viventi

ata in una città indiana
posta alle pendici
dell’Himalaya, Vandana
Shiva è cresciuta immer-
sa in una natura che, al-
l’epoca della sua infanzia,
negli anni Cinquanta, era ancora in-
contaminata, con i suoi ruscelli e le ric-
che foreste, indispensabili per la so-
pravvivenza delle popolazioni locali.
L’infanzia himalayana, come lei stessa
scrive in una nota autobiografica, e
l’amore per la natura trasmessole dai ge-
nitori - il padre funzionario forestale e
la madre, gandhiana, che, lasciato l’in—
segnamento, si era fatta contadina —
l’hanno profondamente segnata. Dopo
la laurea in fisica e un dottorato di ricerca
presso un’università canadese, lo stra-
volgimento della natura, provocato dal-
le multinazionali con l’introduzione di
nuove tecniche agricole e dell’allevamento intensivo degli
animali, l’ha indotta ad abbandonare questo ordine di stu-
di per dedicarsi alla difesa dell’ambiente e dei diritti de-
gli ultimi, in particolare dei contadini indiani.
Nell’economia globalizzata questi hanno perduto ogni spa-
zio: le multinazionali li hanno espropriati
delle loro risorse, delle terre da cui trae—
vano il sostentamento, stravolgendone
l’equilibrio ecologico, dell’acqua, che da
bene comune, indispensabile alla vita, è
diventata proprietà privata di chi dispone



I CONTADINI SONO
STATI ESPROPRIATI
DELLE SEMENTI,

e l’impoverimento delle falde idriche sot-
terranee, per il maggior consumo di ac-
qua che richiede. A pagare non sono di
certo le multinazionali, che si spostano
altrove appena la produttività del terreno
incomincia a calare, bensì le popolazioni
locali, ridotte alla farne dalla diffusione
delle monocolture destinate all’espor-
tazione, che sottraggono loro la terra ne-
cessaria per produrre il proprio cibo. Le
multinazionali hanno messo le mani
non solo sulla terra, ma anche sui sape-
ri tradizionali dei contadini, appro-
priandosi delle sementi, che questi ave-
vano selezionato con un lavoro secola—
re, e brevettandole come frutto delle pro—
prie ricerche, acquisendo il diritto esclu-
sivo sul prodotto.

La Shiva menziona vari casi di biopi-
rateria, come quello del riso basmati,
una qualità di particolare pregio colti-
vata in India da secoli, su cui la società texana Rice Tec
ha ottenuto il brevetto, oppure il caso della Monsanto,
una multinazionale che è riuscita a brevettare una qua-
lità di grano indiano anch’esso molto pregiato e, attraverso
tecniche di bioingegneria, ne ha reso sterili i semi per im-
pedirne la riproduzione ed averne così il
monopolio. I contadini sono stati espro—
priati delle sementi, indispensabili per
produrre il loro cibo: “in India - scrive
Shiva - nei periodi di carestia, la gente
preferiva morire di farne piuttosto che

di capitali, che la usa e l’inquina senza te- INDISPENSABILI consumare i semi e per gli antichi testi
ner conto dei bisogni delle popolazioni sanscriti il lasciare che essi si estinguano
locali. È accaduto in India, come nelle fo- PER PRODURRE è considerato il peccato più grave”.

reste tropicali del Sud America, come in IL LORO CIBO L’agricoltura meccanizzata, nelle zone in

Africa. Le multinazionali hanno diffuso
il mito secondo cui l’agricoltura mecca-
nizzata, che fa ampio ricorso a concimi
chimici, diserbanti e pesticidi, sia indispensabile per au—
mentare la produzione del cibo e per combattere la fame
nel mondo. In realtà - scrive Shiva - “l’economia industriale
chiama crescita quello che è una forma di furto ai danni
delle popolazioni e della natura”. Essa non fa altro che in-
quinare riducendo progressivamente la fertilità del suolo,
oltre a causare un forte dispendio di combustibili fossili

noidonne | maggio | 2012

cui si è diffusa, ostacola la sopravvivenza
dei piccoli coltivatori, che non sono in gra-
do di reggere la concorrenza per l’au—
mento dei costi di produzione (acquisto di mezzi tecnici,
di fertilizzanti chimici, ecc.) ed il crollo dei prezzi di ven—
dita dei prodotti. Di qui l’alto numero di suicidi verifica-
tisi tra loro.

Ai danni provocati dall’economia globalizzata, che ha de-
nunciato e continua a denunciare in una serie di scritti, mol-
ti dei quali tradotti in italiano, Shiva contrappone l’agri-

n.0.


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