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Numero 2 del 2012

Lavorare per 5 euro l'ora


Foto: Lavorare per 5 euro l'ora
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Testi pagina 22

FOCUS %'%\/%W



sono poi le probabilità di trovare un lavoro full-time. In
molti paesi il part-time molto corto, al di sotto di una cer-
ta soglia di ore settimanali, non dà accesso o dà accesso
solo limitato alle prestazioni di sicurezza sociale. In al-
cuni paesi, però, come per esempio la Francia e l'Olan-
da, il part-time con orario molto corto è sostenuto con
interventi di solidarietà, con contributi e prestazioni più
che proporzionali. 6

Tra il 1990 e il 2005 gli impieghi temporanei, a tempo de-
terminato e interinali, sono cresciuti in tutti i paesi UE e,
nella stragrande maggioranza dei casi, piuttosto che ri-
sultato di una scelta, sono accettati come una necessi-
tà in mancanza di altri tipi di lavoro. Nel corso dell'attuale
crisi economica e occupazionale sono invece diminuiti.
Secondo i dati Eurostat nel secondo quarto 2007 nel-
l'UE27, le occupazioni temporanee corrispondevano a una media
del 14,5% degli occupati mentre nel secondo quarto del 2009 rap-
presentavano i| 13.4%.7 Negli impieghi a tempo determinato e in-

L'EURÙPA PRECARIA



terinali sono sproporziona-
tamente sovrarappresenta-
ti i giovani.

Nel 2005 gli impieghi tem-
poranei vedevano una per-
centuale molto simile tra
donne e uomini (il 15% del-
le donne ed il 14% degli uo-
mini) mentre nel secondo
quarto del 2009 i dati del-
l'indagine sulla forza lavo-
ro di Eurostat danno un di-
vario di genere ampliato a
livello UE con il 14.3% di la-
voratrici e il 12.6% di lavo-
ratori soprattutto per ef-
fetto della perdita di posti di
lavoro di questo tipo nel settore a prevalenza maschile dell'edi-
lizia. Nel 2009 infatti la percentuale di lavoratrici nei lavori tem-
poranei è più alta di quella maschile in 19 paesi membri.8

Una concentrazione particolarmente elevata di lavoratori senza con-
tratto si riscontra nel lavoro domestico e di cura presso le famiglie
che nel 2005 nell'UE è all'82% femminile. Stime relative ai lavo-



® noidonne | febbraio | 2012

ri domestici e di cura nei paesi industrializzati ne valutano le per-
centuali tra il 5% e il 9% dell'occupazione totale. 9 La grande par-
te del lavoro domestico ha luogo nell'economia informale: secondo
le stime del rapporto della CES Out of the Shadow nel 2005 non
è dichiarato circa il 70-80% dei lavoratori e lavoratrici di questo
settore. Questo lavoro è per lo più precario, senza garanzie di di-

IL GRAN GIOCO
D'EQUILIBRIO
DEL TIRARE A CAMPARE

I| mio nome è Donatella RlvoIr e sono nata ne|1973.C0-
mincio a studiare lingue e mi areno ben presto nel ten-
tativo di studiare ed essere autonoma, non riuscendo
bene in nessuna delle due aspirazioni. Dopo la tipica
sfilza di lavori gavetta (dogsitter, babysitter, qualsiasi-
cosa-sitter, offerte di servizi per telefono, cameriera,
guardiana a mostre d'arte, intrattenitrice per bimbi nei
centri commerciali e segretaria) e passando attraverso
colloqui di lavoro con richieste da nobel e offerte di la-
voro dequalificanti approdo a| lavoro da commessa, nel
più leggero tra i rami del commercio: la vendita di gio-
cattoli. Nel 2004. Dal 2006 lavoro con un contratto a
tempo indeterminato part time di 20 ore settimanali.

l Avere un contratto di tipo indeterminato ti tutela un mi-
nimo dal rischio di licenziamento e può dare un'idea di cer-
tezza per i| futuro. Ho i permessi, le ferie, tredicesima e
quattordicesima, maternità e ore di allattamento, tutto ciò,
insomma di cui dovrebbe poter godere ogni lavoratrice.
Ciò che mi svantaggia è il minimo monte ore, che farà si
ch'io vada in pensione, forse, a 80 anni e che di fatto ri-
duce drasticamente agevolazioni come gli assegni di ma-
ternità, oltre a non fare ritenere una garanzia il mio
stipendio fisso in casi in cui io debba rivolgermi ad istituti
di credito per esempio per un mutuo, dove , per espe-
rienza, vengo trattata come nullatenente o disoccupata
(prestito massimo concesso con rate di 200 euro per 30
anni).

Credo che alla base di ogni rapporto di lavoro debba es-
serci un sostanziale rapporto di fiducia tra lavoratore e
datore, puntando a una crescita professionale reciproca
e di conseguenza anche ad un miglioramento della pro-
pria attività.

I| divario tra ciò che immaginavo sarei stata e ciò che
sono è grande. Non smetto di pensare che nel mio futuro
ci possa essere un'occupazione che si avvicini di più ai
miei interessi, agli interminabili e faticosi studi.

D'altra parte considero una fortuna poter bastare a me
stessa e alla mia famiglia seppure con slalom tra ri-
strettezze e spese impreviste, che non è poco in questi
tapini anni.

La mia condizione di madre m'impone di accettare di
buon grado l'occupazione che ho; inoltre i lavori extra e
un mutuo tra me e mia madre mi permettono un'agia-
tezza che al momento mi tengo ben stretta rinunciando
alle mirabolanti avventure e ai viaggi ai quattro poli del
mondo che desideravo e che saranno sostituiti da più
modesti e meritati intermezzi ritagliati nel gran gioco
d'equilibrio del tirare a campare.


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