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Numero 2 del 1944

Le donne nella rinascita del paese


Foto: Le donne nella rinascita del paese
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Testi pagina 6

Che cosa ci proponiamo

(vi proponiamo (li pubblicare in 4/1102
irta pagina gli artico/i t' le lettere (le/le
n 0x11 e collaboratrici e cnrrixponr/enn' L‘IÌI‘
trattano le questioni (lel loro laroro:
orario, pax/re, rapporti cui cupi e mi
pozll't ni.

Difendere/m: in (ama il (liti/m (le/la
tlonnn a una retribuzione 0/10 le ])t'r/
metta (li vivere indipendente.

-l\’ivenllicl1erelna il diritto della (lolum
a ricevere per un uguale [moro un .m/
lario uguale a quello dell'uomo.

Difendere/no l applicazione severa a'i
tutte le leggi/giri «attinenti e le nuove elle
(levano. non r'i e dubbio, camere Votate,
in rit?’rra (le/la {tonno e dei ?mt‘iulli,
in alI/i‘a'a (it'll? madre lavoratrice.

RivencliC/It'relno il diritto (lella alunna
elle ne lzo lt- capacità ad occupare pan
Jti cli direzione nelle fabbriche, nelle
o?icine, negli u?i.. nelle scuole, nei
campi.

Rivendic/zerema il diritto delle ap/
pl'enclzlrte ati ottenere rapidamente, se
lo meritano, la quali?ca di operaie.

Rt'venalic/zerenzo il diritta delle avvenr
tizie negli impieghi privati e ali stato a
passare e?etrive dopo un breve periodo
di prova.

E cercheremo di convince-e dimoz
tirando coi jatti c/te questo é nei loro
intel‘ersi, le operaie, le impiegate, le inr
segnanri, le donne ali .s'erviz o, le a‘alar
riate agricole ad entrare nei Sindacati,
a prendere parte attiva alla coxtilnzione
e direzione delle Commissioni interne.

Unite nei Sindacati clze devono 171g?
gru/mate tulti i lavoratori e le lavora!
trici d'Italia, le alunne miglioreranno le
loro condizioni economie/te e (la loro,
faranno il prima [maura verra la con;
quinta (Ii una vita libera e felice.

Rosma V.





le nostre lettrici ci scrivono

La vita delle sua-te

Caro giornale,

Molti credono che la nostra professione di
sarte aia assai piacevole, ricca di soddisfazioni
e di facili guadagni: t la sarta in proprio la-
vora quando le fa comodo -ecco perchè [a aem-
pre aspettare e non è puntuale nelle consegne).
Così dicono le clienti. «Poi, per cucini uno
straccetto di vestito. ti chiede una somma esor-
bitante a. E così via.

Invece la vita della sarte è piena di spine.
può considerarsi una delle più sacri?cata. Bi-
sogna restare per lunghe ore in un lavoro noioso
e stancante: se la sarta ha famiglia a carico,
come è il caso mio, non può ri?utare nessuna
commissione che le venga portata e per poterla
poi portare a termine, è necessario lavorare





tutto il giorno senza in-
terruzionc e spesso anche
la notte lino ad ora inol-
trata. D'altra parte come
fare a limitarsi e ad ac.
rettore meno ordinazioni?
Le fatture 'che sembrano
così alte alle clienti, non
bastano a far campare la
famiglia Se anche io fac—
cio pagare 300 lire di iat-
tura di un vestito d’esta-
te, dovrò almeno farne 3
ogni settimana se voglio
mantenere mio padre e mia
madre che sono vecchi e
la mia sorellina piu picco-
la. E cosi ho momenti di
grande sconforto
giovinezza se ne va tutta

la ml-l



così, chiusa in casa: non
ho tempo di passeggiare,
di vedere nessuno, mai un cinema, mai una gita
o il tempo per leggere.

Se fosse possibile organizzarsi, fare in modo
che le fatture fossero stabilite n un prezzo unì-
forme c tale che ci permettesse di limitare le
commissioni e di avere quasi un orario di la-
voro e di riposo!

Oppure lavorare in una grande sartoria, non
come le nostre dove le lavoranti sono sfruttate
malamente, ma con un’attrezzatura industriale,
un orario e una paga ?ssa e le ore in cui si è
libere, libere sul serio, senza il rimorso, se si
esce a far due passi, di lasciare un lavoro ur-
gente e di non aver i soldi a ?ne seltitnana
per fare la spesa.

Molte compagne gridano che questo è orri-
bile: che così si guadagna quel tanto e non
più. «E dove la metti la soddisfazione che ti
da la creazione di un modello e la fama che ti
fai di essere una sarta eccezionale? a:

Ma forse che questo può compensare la per-
dita della libertà, della possibilità di istruirsi e
l'abbruttimento sul lavoro? Tu che ne pensi,

caro giornale ‘Î
una santa or nona

Le impie ate

Cara nostra rivista,

siamo un gruppo di donne che, per le diffi-
cili condizioni famiglia'
l’assoluta necessita di ttnpiegarci per dare un
aiuto ?nanziario alle nostre famiglie.

Non crediamo che si possano elevare da parte
degli uomini delle proteste, perché anche noi
lavoriamo per aiutare la nostra famiglia in un
momento in atti la vita è così cara e molti uo-

ci siamo trovate nel



mini sono stati arbitrariamente licenziati, lascian-
do così la famiglia senza alcuna risorsa. Abbiamo
visto con piacere che sul giornale di Roma (L'U-
nità: è già apparso, come difesa dei diritti dell,a
donna, la lettera di una nostra collega in rispo-
sta ad un'altra pubblicata dallo stesso giornale,
che protestava contro le donne che, secondo lo
scrivente, lavorando negli uf?ci ruberebbero gli
impieghi agli uomini. Ma vogliamo dire a que—
sto proposito anche una parola sulla rivista de-





dicatn a noi donne'fi'sembrar‘ingìusto'vnlcr
negare alla donna la possibilità di ainttrrc, la-
Vorando. 1. propria famiglia, e a meraviultemu
che ancora si incrinno distinzioni tra i diritti
dei due sessi quarttln irt molti mi la (10mm è
l’unico sostegno della famiglia

UN out-mm m IMPIUÌAI'E



Il rlt' 'na al [tu/on), f/ (lirittn t/t' ricrwv-rpt-t-
un uguale lai-mo un "mm/w .m/un'o .rtmu frrz
i più remi/1’ oggi (In/[e lavora/lini. Per una,
nor/i le rlonm' tlt’l'OIIO mu’n ', argo" ami n
lottare. Le l'as/11‘ organi” mu‘, lur't/I'trlric'i.
mm: il Sintlacalm In Cnmnu rione interi)”. I'
scrivelel'i u! .S‘intIm-am, nominata nel/e nu'mu/u
le t'ortre Cmnmtîm'om' interno. Solo cori rin:
scz'reie a far valere i r'nx/Ii t/z'rt't/i, [Io/rete elir
minare le ingiurzizie e/nr rla muti anni [natanti
.ru di mi.




Dalla campagna

A ( Noi donne ì.

Volevo farti noto clic qualcuno ha t-ontinciato
a capire che il popolo non campa d'aria. Vor-
rei che tu pubblicassi quello che io scrivo pet-
chè possa servire di esempio.

Il signor Tara
Palomba—ha impiegato per la mietittrra uo-

.i -— che ha una tenuta a Santa



mini, donne e ragazzi fatti venire da Roma e li
pagava 70 lire al giorno gli uomini, 50 le donne
ed i ragazzi al di sotto dei 20 anni, in 'più dava
loro mezzo chilo di parte a testa, Iln etto di for-
maggio e due minestre Benché, coi tempi che
COKKDIIO, nemmeno questo basta per mantenere
una famiglia, specialmente se numerosa. vi è
atata da parte del signor Torazzi una certa com-
prensione degli interessi dei lavoratori. Soltanto
perchè noi donne dobbiamo, lavorando tanto
quanto gli uomini, essere pagate meno dr loro?
Dr; Parsm IsAllELLA

A ‘ Noi donne ì,
desidero che nel SL’L'UlIl/I) numero della nostra
rivista si sentn anche la voce di noi donne con-
tadine. E' stato detto che noi non abbiamo sof-
ferto della scarsità di prodotti alimentari pro-
vocat? dalla guerra, si dice che noi contadine
siamo stato le privilegiate della sorte, che non


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