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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 24

Testi pagina 24

Inserto realizzato con il contributo della Regione Lazio, Assessorato Pari Opportunità e Sicurezza, all’associazione L’Isola di Ula e Opp. Testi delle detenute del carcere femminile di Rebibbia (Roma, ottobre — dicembre 2014)
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Il tempo
è il migliore amico
Vorrei condividere il mio dolore per vederlo
sparire, come quando condividi con i tuoi cari le
gioie le vedi moltiplicarsi.
Sono una donna come te, con tanta voglia -
malgrado i 65 anni - di dire, di fare e di dare.
Mi dicono che arrossisco ancora. E me ne vanto.
Penso che un incidente di percorso può capitare
ed è anche molto più facile di quanto tu possa
immaginare. Dell’uomo che più ho amato mi è
rimasta come unica eredità solo questa condanna,
ma anche mia fi glia. È a lei che dedico tutti i miei
pensieri, giorno e notte, perché sta pagando con
tanta solitudine le colpe dei suoi genitori.
Penso alle mille promesse che mi ero fatta prima
di concepirla per farla crescere in seno ad una
famiglia con la ‘F’ maiuscola; ora pongo sempre in
discussione se sono stata e sono una buona madre.
A volte credo di sì, per anni le ho fatto anche da
padre e del resto se non l’avessi tanto amato lei
non sarebbe neppure nata.
Sono spesso spaesata, mi sento incompresa e
perdo la mia identità. Qui abbiamo il tempo di
farci tante domande, il tempo diventa per forza
il nostro migliore amico, anche se è lungo da
passare. Il nostro tempo è scandito da poche
cose, sempre le stesse, ma che, se ci vengono a
mancare ci procurano mille pensieri neri. Basta
che il telefono, in quelle poche occasioni che ci è
permesso di usarlo, suoni a vuoto qualche volta,
per sprofondare in mille dubbi.
Siamo tutte diverse. A volte ci evitiamo anche se
è quasi impossibile in questo spazio ristretto, ma
tutte abbiamo la stessa luce di speranza negli occhi
nell’aspettare la distribuzione della posta; e l’arrivo
o no di una missiva fa la differenza del sonno o
della veglia di una notte.
Mi chiedo che cosa farò una volta fuori: progetti ne
ho mille, sono positiva e ottimista per natura; ma
ogni giorno di più sento le forze che mi mancano
e mi assale il dubbio di che cosa troverò di ciò che
ho lasciato. Forse, inconsciamente, non ho ancora
accettato di pagare 25 anni dopo il mio reato.
Fosse stato allora, l’avrei capito, ora mi sento
sradicata dalla mia vita costruita a fatica, dai miei
affetti, dai miei sogni; sono stata buttata a vivere in
un contesto che non sento mio. Dovrò ricominciare
ancora una volta, ma soprattutto riempire questi
vuoti tremendi di tempo che oramai hanno il
sopravvento sui miei pensieri. Anni irrecuperabili!
Allora cerco il Nord riferendomi ad un antico
proverbio arabo che suona più o meno così:
“La mente è la chiave che ti libera!” e scrivo ,
sogno, spazio, rifl etto, leggo, viaggio, studio, cucio.
E quando proprio non ce la faccio più mi butto
su una tavoletta di cioccolato (al latte, quello
che fa più male!), oppure indosso una delle tante
magliette a righe, regalo della mia Claudia, e penso
con autoironia: ‘ma si può regalare al carcerato
una collezione di righe che, se anche di ultima
tendenza, non solo ti ricordano strategicamente
dove ti trovi, ma ti ingrassano pure più del dovuto..
perché sono anche tutte orizzontali?!”
Loredana
Survival cocktail
Molta pazienza
Una buona dose di coraggio
Egoismo quanto basta
Un pizzico di strategia
Qualche goccia di ipocrisia
Miscelare il tutto con energia
senza arrendersi mai.
Versare occupando 2/3 della mente.
Aggiungere a piacere due ciliegine rosa.
Bere con dignità!!!!
by Loredana
INSER_Rebibbia_21.28_5.indd 22 14/01/15 21.09


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