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Numero 3 del 2015

8 Marzo al tempo delle crisi


Foto: 8 Marzo al tempo delle crisi
PAGINA 6

Testi pagina 6

4 Marzo 2015
VENT’ANNI FA
ANDAVAMO
A PECHINO
LE rAgAzzE NON NE
sANNO NIENTE, LE MADrI
EVIDENTEMENTE sONO DI
MEMOrIA COrTA, MA ALLOrA
ErANO TuTTE CONTENTE.
EPPurE è DI quEL TEMPO
L’INVENzIONE DI PArOLE COME
gender, empowerment,
mainstreaming, networking
E PErFINO accoutability.
TrANNE gender - OggI
ENTrATA IN uNA DIsCussIONE
MOLTO PIù COMPLEssA - NON
HANNO DATO IL suCCEssO
sPErATO. COMuNquE ErA bELLO
VEDErE A PECHINO DONNE
guATEMALTECHE O NIgErIANE
PrECIPITArsI AI COMPuTEr
DIsPONIbILI PEr INFOrMArE
LE AMICHE LONTANE IN TEMPO
rEALE: TuTTE sPErAVANO.
INVECE, A PArTIrE DAL
NETwOrkINg, DOPO sIAMO
sTATE MENO brAVE: IN NEssuN
PAEsE AbbIAMO COsTruITO rETI
INTErNAzIONALI, ALLOrA quAsI
gIà FATTE DA sOLE.
Eppure pareva importante mantenere i
contatti per poi cooperare. Oddio, non
facciamoci sensi di colpa: nemmeno
nessuna di noi si fidava (si fida) del-
le istituzioni, Nazioni Unite comprese
(Susan Sontag le definiva luoghi in cui
si fanno discorsi a cui le donne sono
così ingenue da credere). Diffidenza
non senza ragione: l’Onu “doveva” una
grande Conferenza alla Cina, certo non
quella sulla popolazione (Il Cairo) o sui
diritti umani (Vienna); le donne inve-
ce garantivano che non ci sarebbero
stati incidenti diplomatici. Eppure, la
tradizione degli infanticidi delle bam-
bine si era tradotta in selezione con
l’ecografia dei feti femmine: fu per tutti
“normale”. Tuttavia i problemi all’ordine
dei lavori erano davvero importanti; e
largamente dibattuti: nel 1975 a Città
del Messico l’Onu aveva aperto il “De-
cennio della Donna”, poi diventato ven-
tennio e i governi avevano approvato
la Convenzione internazionale contro
ogni forma di discriminazione verso le
donne (Cedaw). A Pechino tutti i paesi
si sentirono impegnati con 1.200 dele-
gati; e un grandissimo Forum parallelo
delle Organizzazioni non-governative
(con 8.000 donne) agitò liberamente i
problemi di tutte e fu bellissima la com-
plicità tra i due luoghi, con le rappre-
sentanti governative che riportavano
nell’aula decisionale le richieste delle
donne dei popoli. Gli Obiettivi strategi-
ci e il Programma d’azione rileggevano
a partire dalla soggettività critica fem-
minile tutti i problemi: povertà, istru-
zione, salute, violenza, conflitti, econo-
mia, processi decisionali, meccanismi
istituzionali, diritti umani delle donne,
i media, l’ambiente e, infine, le bam-
bine, senza trascurare le disposizioni
finanziarie e la creazione di strutture.
Le donne provenienti dai paesi islamici
sessuofobi animarono una sorta di Par-
lamento e presentarono “Cento misure”
di esigenze femminili, contestando il
patriarcato islamico e proponendo la
revisione dogmatica del Corano. Il Va-
ticano si dissociò dal documento finale
per ciò che riguardava la salute e il di-
ritto delle donne “a controllare la pro-
pria sessualità”.
Il numero enorme di dibattiti e il colore
di un movimento davvero globale ave-
va lasciato sperare in una “rivoluzione
copernicana”. Ma funzionari che ave-
Oggi OccOrre
scrivere un’altra
puntata.
cOn menO ambiziOni,
ma cOn assOluta
urgenza
di Giancarla Codrignani
pp.04_05_ATTUALITA_marzo 2015.indd 4 15/02/15 20.43


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