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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 45

Testi pagina 45

43Febbraio 2015
ARTEMISIA
E MARIETTA,
CHE DONNE!
Attrice, scrittrice prolifica e regista teatrale, Maria In-versi - autrice che indaga sul femminile e si occupa, nei suoi lavori, del disagio sociale e di chi lo crea,
mettendo in scena donne, madri, bambini, studenti, giovani
e uomini - ha di recente pubblicato una commedia ad atto
unico, dal titolo: Assenzio. Artemisia Gentileschi e Mariet-
ta Tintoretto al bar (La Mongolfiera Editrice - 7,00 Euro),
che offre una “visione personale della relazione tra donne e
dei modi di intendere il rapporto con
l’arte e, in questo caso, la pittura”.
L’autrice immagina infatti che le due
pittrici, Artemisia Gentileschi (nata in
Roma e morta a Napoli) e la venezia-
na Marietta Tintoretto, incontrandosi
in un bar trasteverino, forse in piazza
Santa Maria in Trastevere, in un gior-
no di Carnevale, “dibattano sulla di-
versa libertà che padri e madri hanno
trasmesso o potuto trasmettere”, oltre
che sull’infanzia, l’amore, il desiderio,
l’arte e l’amicizia. “S’intuisce - afferma
la Inversi - la curiosità del sapere e di confrontarsi in una rela-
zione, quella femminile, che cerca da sempre, tra incontro e
scontri, di divenire complice senza riuscirci. Si arrabbieranno
e, in tale stato d’animo, si lasceranno, rinviando ad altro tem-
po, forse ad altra epoca, ciò che non riescono a dirsi”. L’au-
trice ha pubblicato racconti, poesie, saggi, collettanei di testi
teatrali e, con La Mongolfiera Editrice: Io come questi non ci
divento - Narcisa alle alghe (2013).
Elisabetta Colla
QUANDO
L’ORGOGLIO GAY
E QUELLO DEI MINATORI
si unirono nella stessa lotta
La nascita del movimento Lesbians&Gays
Support the Miners raccontata
nel commovente film Pride
Ispirato a fatti realmente accaduti, Pride, diretto da Matthew Warchus (stella del teatro inglese) racconta la storia di un’improbabile alleanza avvenuta a Londra negli anni Ot-
tanta, in piena era thatcheriana, contro leggi ingiuste e discri-
minatorie: quella fra i minatori in sciopero per la chiusura delle
miniere (correva l’anno 1984) ed alcuni attivisti del movimento
gay, spinti dalla solidarietà verso chi, come loro, era in lotta
contro il sistema, sia pur per motivi differenti. Il giovane Mark,
attivista gay e membro della Young Communist League, colpi-
to dalle immagini televisive dei minatori senza lavoro, decide
di mettere insieme un gruppetto di amici ed amiche gay/lesbo
ed indecisi, convin-
cendoli dell’impor-
tanza di offrire un so-
stegno nella raccolta
fondi. Fra questi c’è
Joe, un giovane ti-
mido e confuso che
troverà però la forza
di partecipare al gay
pride londinese, c’è
un ragazzo già col-
pito dal temibile virus
degli anni Ottanta,
l’AIDS, c’è una lesbica vegana ed altri amici: cinque maschi
ed una femmina che daranno vita al movimento realmente
esistito dei Lesbians and Gays Support the Miners (LGSM).
Il disinteressato e spontaneo supporto offerto dall’eterogeneo
gruppo, che affronta anche un viaggio in Galles in pullmino, si
scontrerà però contro mille pregiudizi, financo quelli dell’Unio-
ne nazionale dei minatori (NUM), i cui membri accolgono con
diffidenza e freddezza iniziali perfino l’iniziativa dei giovani di
raccogliere fondi per la causa, considerando il sostegno di
lesbiche e gay inopportuno e imbarazzante a prescin-
dere. Ma l’incontro fra i due mondi, difficile e in alcuni
momenti esilarante, si trasformerà in un’entusiasmante
amicizia, nonostante il fatto che ignoranza ed omofobia
in tante battaglie avranno la meglio (a parte il grande
concerto di beneficenza cui parteciperanno i Bronski
Beat). Il messaggio del film, molto godibile e diverten-
te, forse secondo alcuni troppo incline a strizzare l’oc-
chio al pubblico (cosa che riesce a fare con grande e
studiata abilità, basti pensare allo scambio di ricette
fra giovani lesbiche e vecchiette della remota provin-
cia gallese) è racchiuso in una frase di Mark: “battersi
per i diritti dei gay non serve a niente se non ci si batte
per i diritti di tutti”. Selezionato e presentato nella Quin-
zaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2014, il
film è stato premiato con la Queer Palm. Ken Loach,
il grande regista inglese da sempre interessato alle
tematiche sociali, ha dato la sua benedizione a Pride.
E. C.
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