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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 11

Testi pagina 11

9Febbraio 2015
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
L’ARCA DI NOÈ
Sorgerà in Russia, nella sede dell’università statale
di Mosca, la prima “arca di Noè” genetica, ossia
un centro di stoccaggio del Dna di tutte le creature
viventi ed estinte. L’edifi cio che ospiterà la banca dati
- pronto per il 2018 - sarà di 430 chilometri quadrati
e avrà un sistema informatico che interesserà l’intero
atreneo. Il proggetto ha ricevuto un fi nanziamento di
140 milioni di euro.
PIANTE CARNIVORE DIVENTANO
VEGETARIANE
Secondo uno studio pubblicato su Annals of Botany,
alcune piante carnivore, per necessità, hanno
iniziato a cibarsi di sostanze vegetali. I ricercatori
dell’Università di Vienna hanno infatti scoperto che
l’Utricularia, una pianta carnivora che vive nelle
acque dolci di quasi tutti i continenti, si ciba non
solo di piccoli insetti, ma anche di alghe e pollini. Lo
studio dimostra che questa tendenza si traduce in
un aumento del benessere delle piante stesse: gli
esemplari che hanno catturato più alghe e pollini sono
cresciute più rigogliose.
ATTENTI AL LUPO
Orsi bruni, lupi e linci stanno ripopolando l’Europa.
La rivista Science ha pubblicato un censimento
realizzato, nell’arco di due anni, da un gruppo di
studiosi di 26 paesi: secondo i dati raccolti, i quattro
grandi predatori europei - l’orso, il lupo, la lince ed il
ghiottone – stanno crescendo in numero e ripopolando
le campagne e i boschi. Il fatto che questi carnivori
abbiano riconquistato molti territori montani e collinari
- parte di questi aree protette - comporta tutta una
serie di politiche di prevenzione e gestione dei greggi
per gli allevatori. Il ritorno del lupo non genera tuttavia
rischi per l’uomo, gli ultimi attacchi rergistrati ai danni
di persone fi siche risalgono ad oltre 200 anni fa.
IL TOMBINO INTELLIGENTE
Si chiamama “smart manhole” ed è un sitema di
monitoraggio elettronico dello stato dei tombini in
grado di rilevare le ostruzioni, i furti e di prevenire gli
allagamenti. Verrà sperimentato a Roma e consiste
in una rete di sensori che e apparati elettronici
che mettono in connessione i tombini con una sala
operativa centrale. All’interno delle griglie sarà
installato un “cervello elettronico” che consentirà non
solo di controllare il livello dell’acqua evitando così
eventuali ostruzioni, ma anche di comunicare tentativi
di manomissioni. I sensori trasmetteranno l’allarme
ad una sala operativa che invierà, in tempo reale, la
squadra per l’intervento. Le nuove griglie peseranno
il 70% in meno rispetto alle classiche in ghisa,
garantendo così minori costi di trasporto, disintivando
i furti e facilitando le operazioni di pulizia.
dicando un discrimine tra terapia cor-
retta e accanimento terapeutico. La
cosiddetta Carta di Firenze, ad esem-
pio, proponeva di trattare sempre tut-
ti i neonati a partire dalla 25° settima-
na di gestazione, non trattare nessun
neonato prima della 22° settimana, e
decidere caso per caso nella zona gri-
gia intermedia tra la 22° e la 25° setti-
mana. Il criterio cronologico proposto
non è ovviamente arbitrario ma trova
giustificazione nella rilevazione stati-
stica che associa al trattamento nelle
varie epoche gestazionali un numero
sempre più ampio di danni neurologici
sempre più gravi quanto più immaturo
è il neonato.
Un quadro di riferimento
operativo così preciso
e dettagliato offre si-
curamente un utile
orientamento ai
medici impegnati
nelle rianimazioni ne-
onatali, avendo tra l’al-
tro l’indiscusso merito di
definire con coraggio cosa
è accanimento terapeutico
e quale atteggiamento va preso in tali
casi: l’assoluta desistenza di qualun-
que pratica rianimatoria che non sia
rivolta alla riduzione delle sofferenze.
Ma possiamo accontentarci di questo?
Il rifiuto dell’accanimento terapeutico
comporta anche un rifiuto della speri-
mentazione clinica?
Se osserviamo retrospettivamente
la storia del trattamento dei neonati
prematuri vediamo che essa si dipana
lungo una strada di progressivo avan-
zamento e spostamento dei limiti:
quello che in una determinata epoca
sembrava impossibile si è gradualmen-
te reso praticabile, neonati con un
peso e un grado di immaturità funzio-
nale sempre più bassi sono stati salvati
e messi in condizione di crescere sani.
Perché dunque dovremmo pensare
che non ci saranno più avanzamen-
ti e progressi in tale campo? L’unico
modo per garantire il progresso e,
contestualmente, il rispetto della di-
gnità umana è quello di prevedere un
canale sperimentale per i neonati al li-
mite della trattabilità. In questo modo
la rianimazione di neonati prima della
22° settimana che, se proposta come
terapia ordinaria, sarebbe senz’altro
un accanimento terapeutico, potreb-
be essere un trattamento sperimen-
tale eticamente accettabile per un
gruppo selezionato di neonati, al quale
verrebbero offerte tutte le garanzie di
una corretta ricerca clinica.
In altre parole, il canale sperimentale
consentirebbe di trasformare l’accani-
mento terapeutico di oggi in una tera-
pia standard di domani. Re-
sta il problema odierno di
affermare la cultura delle
cure palliative e dell’a-
stensione terapeuti-
ca anche in ambito
pediatrico-neona-
tale. Un ambito in cui
forse per la giovane età
dei soggetti si tende trop-
pe volte a voler fare tutto
il possibile e, a volte, anche
l’impossibile con il perenne pericolo di
sconfinare nell’accanimento. Un dato
su tutti: la percentuale dei bambini
che muore a seguito di una malattia
incurabile passando l’ultima fase della
propria vita in una sala di rianimazione
si è progressivamente accresciuta ne-
gli anni arrivando oggi a superare ab-
bondantemente il 90%. Appare lecito
porsi un quesito: ma i bambini devono
morire tutti in rianimazione? ?
NELLE NASCITE
PREMATURE IL PREZZO
DELLA SOPRAVVIVENZA È
SPESSO QUELLO DI SUBIRE
DANNI NEUROLOGICI CHE
COMPORTANO INVALIDITÀ
GRAVI DI TIPO MOTORIO
O PSICHICO
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