Numero 6 del 2014
Cultura e futuro, Addio
Testi pagina 54
48 Giugno 2014
La storia è una di quelle a lieto fine, di amicizia, di progetti portati a termine, di speranze
che per una volta sembrano non
rimanere deluse. È la storia di
due donne, una appassionata di
poesia, l’altra una poetessa, che
vive ai margini della società, che ha
conosciuto le cliniche psichiatriche,
e che cerca di raggranellare qualche
soldo fermando la gente per strada,
per vendergli i suoi versi. Laura
Sudiro viene fermata da Sandra
Maria Notaro, in piazza Istria, a
Roma: “ti piacciono le poesie?” le
chiede a bruciapelo, porgendole
un opuscolo autoprodotto con
pochi testi. Le due donne finiscono
davanti a un caffè, parlano, nasce
un’amicizia, l’idea di un libro. “Il
fantasma che suona il violino” viene
pubblicato nel 2013 da Cultura e
dintorni Editore, anche grazie alla
disponibilità di Luca Carbonara.
Luciana Gatti Zuccari, nella
prefazione, definisce questa poesia
“una voce sottile” che tuttavia “come
lingua di lima taglia le sbarre che
imprigionano l’anima e la ricchezza
creativa.” Effettivamente questi versi
riempono la pagina di immagini
semplici, di metafore che prendono
spunto dalla natura, dalle sue
regole, dai tramonti, dai suoni, dai
colori. L’essenzialità della sintassi
trova energia in una verticalità a
tratti estrema, capace di isolare una
parola in funzione di perno, attorno
al quale far ruotare l’articolazione del
testo. Questa apparente, candida
facilità del dettato nasconde,
nella sua disarmante chiarezza,
un continuo, ineludibile desiderio
di libertà per forzare le sbarre del
quotidiano e far trapelare la luce,
restituendo alla poesia il suo ruolo di
rappresentare, senza infingimenti e
falsità, il calore di un sentimento e di
un appartenenza all’avventura umana
dell’amore, della passione, della
sofferenza. Sandra Maria Notaro ha
esperienze artistiche, maturate nel
campo del disegno e della fotografia,
studi classici ed universitari, la
militanza studentesca, infine il trauma
dei ricoveri in cliniche psichiatriche,
l’emarginazione e la solitudine.
Tuttavia, lungi dal soffermarsi sui dati
biografici alla ricerca dell’ennesimo
fenomeno letterario, è opportuno
leggere in questi versi la genuinità
di un messaggio che ce li renda
fratelli. La scrittura è per Notare un
modo di essere nel mondo, un atto
di fiducia nella parola, nelle sue
capacità di rendersi indispensabile
per chi legge. La pubblicazione de
“Il fantasma che suona il violino”,
acquisisce significati ulteriori, quelli
di un’umanità che si riscopre, che
cresce e si offre abbattendo barriere,
soprusi, sbarre. I versi diventano il
modo per mostrare se stessi, con
coraggio, nel rapporto con l’altro.
La poesia, che così poco valore ha
per chi misura fatturati e potenzialità
economiche, la poesia che Sandra
Maria Notaro cercava di vendere per
strada, salva la vita. Se permettete
non è poco.
Sandra
Maria notaro
La poesia
che saLva
La vita
La scrittura come
appartenenza
all’avventura dell’amore,
della passione, della
sofferenza
di Luca Benassi
orfeo
Flauto alieno
tu
non hai pietà.
Hai posto
la tua musica
nelle mie orecchie
e
pascoli grezzi
sono il mio pane e la mia acqua.
danzano poco lontano
le ondine
sui turbini del cerchio solare
e trema la terra
del loro pianto.
~
La notte liquida
Come ti chiami
tu che ti fermi
a guardarmi
sola
sul selciato che si appoggia alla siepe
e rintraccia verdi pastello
nelle mani e nel cuore.
Spento il lampione,
la luna è un confortante
liquido di luce.
~
a un amore
Vorresti
passarmi
quella tazza
vorresti
bere
dalla mia bocca
vorresti
dormirmi accanto,
luce
del crepuscolo?