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Numero 6 del 2014

Cultura e futuro, Addio


Foto: Cultura e futuro, Addio
PAGINA 32

Testi pagina 32

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DA
ZI
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di Luciana Serri, Consigliera regionale PD
Con l’approvazione in Sena-to a fine marzo del disegno di legge del Ministro Delrio,
le province sono diventate “enti di
secondo livello”, cioè non più istitu-
zioni ed organi elettivi ma “agenzie”
al servizio dei Comuni del territorio.
Questa legge non rappresenta ancora
il punto di arrivo ottimale, piuttosto
una tappa necessaria del percorso di
riforma e semplificazione del nostro
assetto istituzionale, con l’obiettivo di
realizzare sia un significativo rispar-
mio per le finanze dello Stato sia, so-
prattutto, una maggiore efficienza ed
efficacia del sistema pubblico dei ser-
vizi. Intanto al posto di 107 Consigli
e Giunte provinciali abbiamo 97 enti
di area vasta, guidati a costo zero dai
presidenti uscenti fino a fine anno; e,
per la prima volta, i cittadini italiani
non hanno votato per le province, né
più lo faranno dal momento che è
stato avviato l’iter per la loro elimina-
zione dalla Carta Costituzionale.
Tutto bene allora? Sì, a patto però di
fare le cose perbene. L’Emilia-Ro-
magna, come le altre Regioni italiane,
ha delegato nel tempo molti compiti
importanti alle Province, che li han-
no svolti mettendo a punto modalità
operative ormai rodate e ben funzio-
nanti anche grazie alla professionalità
dei loro dipendenti. Parliamo di circa
60.000 persone a livello nazionale,
impegnate quotidianamente in set-
tori come l’istruzione e la formazio-
ne professionale, la programmazione
territoriale e ambientale, i servizi alle
imprese. È del tutto evidente che
queste migliaia di lavoratrici (in mag-
gioranza) e lavoratori, rappresentano
un patrimonio di competenza ed
esperienza davvero strategico nel pro-
Le riforme istituzionaLi
hanno bisogno di gambe robuste
cesso di riforma in atto, da utilizzare
al meglio per una maggiore produtti-
vità e qualità della spesa pubblica. Per
non depotenziarlo o peggio disper-
derlo dobbiamo offrire ai dipendenti
provinciali, in tempi brevi, un quadro
definito delle mansioni che andran-
no a svolgere, con quali interlocutori,
partner e finalità istituzionali.
Al momento questi elementi non
sono noti e la legge Delrio prevede
solo che entro il 31 dicembre 2014
dovranno essere approvati gli statuti
delle nuove province e delle 10 Città
metropolitane. I tasselli ancora man-
canti ci costringono ad uno standby
che non ci possiamo permettere, per-
ché mai come ora le politiche per il
rilancio economico e sociale del Pae-
se richiedono una macchina ammini-
strativa oliata, motivata e funzionale.
Credo sia responsabilità di tutti con-
tribuire ad una maggiore chiarezza,
alla razionalità e certezza del pro-
getto di riordino, alla sua coerenza
con i percorsi di fusione e unione dei
Comuni che la Regione sta portando
avanti con determinazione, ma anche
con le annunciate riforme della Pub-
blica Amministrazione e del Senato.
Occorre perciò che il governo com-
pleti al più presto il processo di dele-
ga statale e metta le Regioni e gli enti
locali nelle condizioni di fare ognuno
la propria parte in un disegno orga-
nico di riordino dei poteri. Abbiamo
per questo sollecitato la giunta Errani
a presentare una proposta di riassetto
istituzionale regionale che dia cer-
tezze sul piano delle funzioni (chi fa
cosa) ed allo stesso tempo sicurezza
ai lavoratori, sulla loro collocazione e
per ciò che riguarda la valorizzazione
della loro professionalità. Ricordia-
moci sempre che le riforme cammi-
nano sulle gambe delle persone e che
l’Italia ha necessità di correre su gam-
be robuste.
Circa 60.000
lavoratrici e lavoratori
a livello nazionale
sono impegnate
quotidianamente
in settori come
l’istruzione
e la formazione
professionale,
la programmazione
territoriale
e ambientale,
i servizi alle imprese.
Un patrimonio
di competenza
ed esperienza
strategico per la
riuscita delle riforme.


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