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Numero 6 del 2014

Cultura e futuro, Addio


Foto: Cultura e futuro, Addio
PAGINA 14

Testi pagina 14

12 Giugno 2014
AFFASCINANTE
ITALICA DUPLICITà
SPAgheTTI, mAnDoLIno, mAfIA: SIAmo AnCorA vISTI CoSì, Un PAeSe SenzA
regoLe. mA eSerCITIAmo SemPre UnA PArTICoLAre ATTrATTIvA.
UnA ConverSAzIone Con LA SCrITTrICe Melania Mazzucco
CULTURA&FUTURO, ADDIO | 1
“Lo scrittore è un grande veicolo della cultura del suo paese perché con i suoi romanzi lo descri-ve, attraverso le storie che racconta ne narra
aspetti particolari, del passato o del presente”. Melania
Mazzucco gira il mondo presentando i suoi libri, tradotti
in 24 lingue, e il suo è un punto di vista che ha un respiro
internazionale. “Con sorpresa e rammarico mi sono resa
conto della differenza: in Italia non ci sentiamo minima-
mente considerati. Infatti non siamo punto di riferimento
per commentare fatti politici o di costume. Sono invece
interpellati gli opinion maker , che però ragionano sul
presente. Devono commentare ciò che accade, mentre
accade. Gli scrittori hanno la fortuna di poter lavorare nel
tempo, di lasciar sedimentare. Talvolta riescono anche a
prevenire tendenze proprio perché possono osservare
con un certo distacco”. È accaduto così per il suo ultimo
romanzo, ‘Sei come sei’ (ed Einaudi) sul tema - oggi cru-
ciale - dell’omosessualità e delle nuove dimensioni della
famiglia. Tornando alla ‘cultura’, parola abusata ma su cui
poco si riflette, abbiamo voluto interpellare lo sguardo e
la sensibilità di un’intellettuale portatrice di un’esperienza
umana e professionale ‘globale’, chiedendole una defini-
zione sintetica. “La cultura è la relazione che c’è fra me,
quello che sono, il luogo in cui sono nata o in cui scelgo di
vivere, la sua storia e memoria, che è memoria personale
e familiare, artistica. È ciò che mangio e la luce con cui mi
rapporto. Tutto questo insieme è parte, costituisce, la cul-
tura di un Paese”. Inevitabile chiederle come è percepita
la cultura italiana all’estero e se siamo ancora inchiodati
alla famosa copertina raffigurante il piatto di spaghetti e
la pistola fumante, simboli della mafia e della buona cuci-
na. “Spaghetti, mandolino, mafia… sì, sì sempre. Quando
dici Italia dici anche questo e il ventennio berlusconiano
ci ha regalato anche altro. Ma l‘Italia è un paese strano,
che provoca una doppia percezione. Da una parte c’è
di Tiziana Bartolini
lo stereotipo negativo di un Paese pensato sostanzial-
mente senza regole e senza legge, ma che continua ad
esercitare un’attrattiva irresistibile perché accanto offre
un sentimento della bellezza. Siamo un’anomalia pro-
prio per questa duplicità, che continua ad affascinare.
È un’aura particolare, unica, di cui abbiamo perduto la
consapevolezza. Forse dovremmo accettare questa du-
plicità, che ci rende così speciali. Forse la nostra cultura
è questa”. Arriviamo al nodo della crisi attuale, o meglio
delle crisi, che stiamo vivendo da anni. Il tunnel di cui
non si vede la fine e che non è solo il PIL e il debito pub-
blico a rendere così buio. Come è successo che abbia-
mo perduto la fiducia in noi stessi? “C’è stato un collasso
totale dell’idea di comunità. L’Italia non è più una sola e
abbiamo perduto il sentimento di essere un Paese e di
appartenere ad una cultura, appunto. Un individualismo
deteriore ha provocato uno sbriciolamento complessivo.
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