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Numero 1 del 2012

Il meglio di noi


Foto: Il meglio di noi
PAGINA 5

Testi pagina 5

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LA DONNA
ME

DEL

di Silvia Vaccaro

SE

n un momento così drammatico per

l’economia mondiale, rea di aver gi-

rato a vuoto, dentro meccanismi di
speculazione finanziaria che nulla han-
no a che vedere con la vita dell’80 o
forse 90% delle persone che popolano
il pianeta, è salutare e confortante riv-
olgere un pensiero alla madre terra, che
ci ospita e ci nutre. Sfruttata, violata,
trattata da gran parte dell’umanità con
arroganza e disprezzo, è ancora capace
di rigenerarsi e di tendere una mano ver-
so noi umani, che delle sue ricchezze
siamo affamati e avidi, ma che, una vol-
ta estinte o sconvolte, non ci permet-
terebbero di sopravvivere. La nostra
salvezza dipenderà da noi e da come de-
cideremo di trattare il nostro pianeta in
un futuro che deve iniziare già da oggi.
Di queste cose e di altre, abbiamo par-
lato con Mercedes Ozuna, leader sociale
indigena Maya del Messico, che come
tanti ambientalisti in varie parti del mon-
do non si stanca di ribadire che se ci
salveremo sarà solo “con la Pachama-
ma”, termine indigeno per rivolgersi alla
madre terra. Mercedes è arrivata in Ita-
lia ospite dell’associazione A Sud, che
sostiene il lavoro della sua organizza-
zione, Semilla del Sur. “In questo con-
testo di disastri ambientali in atto, o
prossimi a venire, mi batto da anni per
la sopravvivenza delle comunità rurali
e indigene del Chiapas.”. Attraverso il
movimento indigeno chiapaneco è sta-
ta tra i promotori del percorso del-
l’ANAA - Assemblea nazionale vittime
ambientali, che dal 2007 riunisce oltre
200 comunità messicane vittime di cri-
mini ambientali. Lavora da decenni
sulla questione indigena in Messico ed

Mercedes Ozuna

è parte attiva del processo di artico-
lazione e di integrazione regionale del
movimento indigeno mesoamericano,
oltre i confini messicani e viaggia spes-
so per il mondo per sensibilizzare le c0-
scienze al fine di creare una consapev-
olezza globale rispetto alla salvaguardia
del patrimonio naturale. Mercedes
questa volta è in Italia con uno scopo



ben preciso e importante, la promozione
del TPP, Tribunale Permanente dei
Popoli - Capitolo Messico, inaugurato
a fine ottobre e che lavorerà nei prossi-
mi tre anni, attraverso udienze territo-
riali e tematiche, sulle violazioni di
diritti umani nel paese latinoameri—
cano. Lei stessa ci ha spiegato che “il Tri-
bunale raccoglierà in tutto il paese te-
stimonianze a riguardo delle violazioni
dei diritti fondamentali degli individui
e dei popoli. Si tratta infatti di un organo
indipendente a livello intellettuale e po-
litico, composto da numerose perso-
nalità di riconosciuta autorità morale
provenienti da molti paesi, e il suo sco-
po è di denunciare all’opinione pubblica
mondiale gli autori di gravi violazioni dei
diritti fondamentali. La situazione del
mio paese è allarmante, caratterizzata da
molta violenza soprattutto nei con-
fronti dei popoli indigeni. Per questo
serve un’azione integrata che com-

prenda varie tematiche. Ne sono state
individuate sette, che forniscono delle
direttrici attraverso cui le attività del
TPP si muoveranno: la Violenza, l’im-
punità e la mancanza di accesso alla giu-
stizia; la migrazione; il femminicidio e
la violenza di genere; la violenza con-
tro i lavoratori; la violenza contro il
mais, la sovranità alimentare e l’auto-
nomia; la devastazione ambientale e i
diritti dei popoli, e infine la disinfor-
mazione, la censura e la violenza con-
tro i comunicatori.” In questo senso è
interessante capire come verranno coin-
volte le associazioni e i movimenti so-
ciali, di cui Mercedes è una rappresen-
tate. “Sono state proprio le associazio-
ni a richiedere per lungo tempo che si
aprisse il Tribunale in Messico. L’attività



del TPP verrà sempre affiancata da de-
cine di organizzazioni sociali di tutto il
paese capaci, attraverso questa iniziativa,
di rompere il silenzio, per far visualiz-
zare i crimini e le ingiustizie che si vi-
vono nel paese”.

Un’ultima domanda sulle donne e su
quanto c’è da fare. “Quasi tutti cono-
scono le atrocità e i crimini che vengo-
no perpetrati da anni in alcune città
messicane, come a Ciudad Juarez nel-
lo stato di Chihuahua. Accanto a que-
ste violenze ce ne sono molte altre, come
ad esempio quelle perpetrate dalla po-
lizia e dall’esercito contro le contadine,
per lo più indigene. Il Messico ha rati-
ficato la CEDAW e molte altre con-
venzioni per la tutela dei diritti umani,
ma le violenze continuano e, cosa al-
trettanto grave, c’è la totale impunità,
anche quando i colpevoli vengono in-
dividuati inequivocabilmente. Non pos-
siamo più tollerarlo.”

zma a?

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noidonne | gennaio | 2012 o


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