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Numero 1 del 2012

Il meglio di noi


Foto: Il meglio di noi
PAGINA 32

Testi pagina 32

ASSOLUTAMENTE CUBA I2

IRRIVERENTE
ESCOMODA

INTERVISTA A
MARIEIA CASTRO ESPÃŒN

l suo nome, Mariela Castro Espìn, è già un program—

ma. Suo padre, Raul Castro, è l’attuale presidente di

Cuba, fratello di Fidel; sua madre Vilma Espìn, è sta-

ta una leader della rivoluzione cubana, femminista, fon—
datrice della Federazione delle Donne cubane. Lei si occupa
da anni dei diritti delle persone omosessuali e transessuali
a Cuba ed è direttrice del Centro Nazionale di Educazio—
ne Sessuale di Cuba (CENESEX).

Che cosa vuol dire portare un nome così impegnativo?
Da una parte ci sono delle componenti affettive molto gran-
di. Il mio nome, Mariela, è uno di quelli usati da mia ma-
dre durante la clandestinità
a Santiago di Cuba. Dal
punto di vista del carico
sociale e simbolico, invece,
in relazione allo sguardo
che gli altri hanno sui miei
cognomi, devo dire che a
volte lo vivo come un peso
aggiuntivo ma nella mag-
gioranza dei casi è una gran—
de gratificazione perché è il
nome dei miei genitori e
mi ha avvicinato all’affetto
della gente e alla compren-
sione di come, anche nel mondo, si guardi con amicizia alla
rivoluzione cubana.



Lei si occupata di donne, qenere, omosessualità, tran-
sessualità. A che punto è la rivoluzione cubana rispetto
a questi ambiti?

Sono nata negli anni ’60 quando a Cuba già era in atto un
processo storico, cominciato nel periodo delle lotte per l’in—
dipendenza dalla Spagna, in cui le donne parteciparono pur
con limiti dovuti ai pregiudizi dell’epoca, e culminato, dopo

noidonne | gennaio | 2012

il trionfo della rivoluzione, con la nascita della Federazio—
ne delle Donne cubane, che è una delle organizzazioni del-
la società civile più forti e di maggior impatto nella politi-
ca. “Le donne a Cuba sono state una rivoluzione nella ri—
voluzione”, come dice Fidel. E’ una sintesi del cammino fat-
to in termini politici, economici e sociali però è anche sim-
bolo dell’empowerment delle donne a tutti livelli. Questo
non vuol dire che siamo soddisfatti, anzi facendo una va-
lutazione abbiamo stabilito nuove politiche ad hoc so-
prattutto mettendo in discussione la scarsa rappresentan—
za delle donne negli incarichi più alti. A Cuba abbiamo fat-
to molti passi avanti, soprattutto negli anni immediatamente
successivi al trionfo della Rivoluzione: per esempio nel 1959
è stata stabilita per legge l’uguaglianza dei salari tra uomi-
ni e donne, l’aborto è stato istituzionalizzato come un ser-



vizio gratuito nel sistema sanitario nazionale ed è stato ac-
compagnato da una serie di programmi di educazione ses—
suale su tutto il territorio.

La prostituzione a Cuba è uno stereotipo o la realtà?
Quando nel 195 9 trionfò la rivoluzione, a Cuba c’erano più
di 100mila prostitute che erano donne disperate, in con-
dizioni economiche precarie e sottoposte ad uno sfrutta—
mento Violento. Uno dei primi compiti della Federazione
delle Donne cubane è stato proprio quello di rispondere ai
bisogni di queste persone, donne e povere. Molte erano al
servizio dei marines americani nella base navale di Guan-
tanamo. Con il cambiamento nello scenario socioeconomico,
e con la penalizzazione del prosseneta, il fenomeno è sta—
to notevolmente rimosso. Anche se l’obiettivo non è elim-
inare le prostitute ma far vivere degnamente le persone. Ovvi-
amente con la crisi degli anni 90, e l’apertura del turismo
come maniera di sopravvivenza del paese, il fenomeno del-
la prostituzione è riemerso anche se in maniera diversa per-


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