Numero 10 del 2006
Violenza: sconfiggere la paura
Testi pagina 9
noidonne ottobre 2006 9
Luminaria si è presentata a settembrenei giardini dello Spasimo di Paler-
mo, con uno spettacolo corsaro, metic-
cio, articolato fra dimensioni apparen-
temente incompatibili: una piéce teatra-
le tratta dal racconto 'La Sirena' di To-
masi di Lampedusa, la lettura salmo-
diata della 'Sura 24' del Corano dedica-
ta alla luce e una fantasia di storie e
canzoni composte tra rabbia e dolcezza
dai ragazzi 'Du Zen', zona espansione
nord, periferia divenuta, da solare che
avrebbe potuto essere,a tetra per incuria
e malvolere politico dei potenti. Perché
questa scelta di contaminazione delle
differenze? Per la convinzione che essa
debba costituire uno dei paradigmi di
una nuova coscienza globale. Tomasi di
Lampedusa descrive la nostra isola co-
me un luogo di seduzione e straniamen-
to, un "luogo geometrico di vite fallite",
dove "i libri nel sottosuolo dell'Universi-
tà poiché mancano i fondi per le scaffa-
lature vanno imputridendo lentamente".
Da qui nessun altrove. Lo sanno bene le
ragazze e i ragazzi dello Zen che, come
a Scampìa a Napoli, in cerca di riscatto
hanno creato un centro sociale intitola-
to a Giovanni Vitale, morto presumibil-
mente per le percosse subite dalle forze
dell'ordine, centro dove si incontrano,
giocano, scrivono, non per sfogo imme-
diato, o non soltanto, ma per deliberata
volontà di denuncia e desiderio di pro-
getto. E il progetto che i tempi ci impon-
gono, specie qui in Sicilia, isola sì, ma
anche crocevia di dolori oltre che di
traffici, è un approccio e un approdo in-
terculturale, una contaminazione, ap-
punto, nel senso più profondo di intrec-
cio empatico e intima osmosi, che può
trovare nel dialogo interreligioso una
vocazione potente. L'intenzione sottesa
alla recitazione dei versi arabi che evo-
cano la luce, metafora del divino presso
tutte le civiltà: una lampada in una nic-
chia è alimentata con l'olio di un ulivo
né orientale né occidentale; è l'Albero
della Vita al centro dell'Eden o l'albero
delle Sephirot della Cabbala ebraica,
l'ulivo del Getsemani o
quello riconosciuto dal-
la colomba di Noè.
Patrizia D'Antona
con i suoi musicisti, Rita
Collura e Giuseppe Co-
sta, ha saputo restituirci
il lato 'animale' della si-
rena Lighea con i suoi
sorrisi gorgogliati, le oc-
chiate furbette e ammic-
canti, gli strilli (ecco co-
sa dovremmo imparare
a fare per conquistare
gli uomini...). Asma
Gherib, ieratica e lucen-
te, sotto una palma
fiammeggiante, ci ha ricordato i due se-
coli della Sicilia araba, prima che i
guerrieri normanni venuti dal nord vi
portassero il feudalesimo. Quello che ci
ha fatto sentire aveva un che di vaga-
mente familiare: siamo i figli dei figli dei
figli di chi ha ascoltato salmodiare i
muezzin sui minareti delle moschee, qua
e là sparse per l'isola. Melania Messina,
materna e sororale, insieme a Bice Mor-
tillaro, presidente del "Laboratorio Zen
Insieme", ha sollecitato i suoi ragazzi a
liberare creatività ed energia grazie alla
possibilità di pensare a un destino di-
verso da quello socialmente prescritto.
Nel suo video, già trasmesso da Rai 3, si
alternavano immagini gioiose e provo-
catorie, timide e furenti di adolescenti
colorati e irrefrenabili, sullo sfondo di
casermoni sbreccati, cieli lividi e cumu-
li di rifiuti, inamovibili e rassicuranti
parametri di un paesaggio disperata-
mente familiare. Il successo della serata
era dovuto anche alla magmatica ener-
gia di Margò Cacioppo, che ne ha cura-
to la realizzazione, sostenuta da tante
compagne solidali. La presidente, Gio-
vanna Fiume, docente di Storia Moder-
na all'Università di Palermo e già diret-
tora della rivista "Genesis" della Società
Italiana delle Storiche, ha raccontato gli
intenti di Luminaria: "Il gruppo, l'orga-
nizzazione, il collettivo vogliono occu-
pare lo spazio pubblico, a partire da
quell'ibrido di passaggio che furono i sa-
lotti, i saloni e i cafés letterari, tra Sette
e Ottocento. Ma vi portano modi e con-
tenuti della sfera privata, poiché le don-
ne, a differenza degli uomini, non pos-
sono lasciare i propri corpi a casa, ma li
conducono sempre con sé. Le donne so-
no i loro corpi, maledizione e risorsa
della loro condizione storica. Le asso-
ciazioni di donne sono da questo punto
di vista borderline, al confine tra pub-
blico e privato; portano un mondo di
idee, progetti, desideri, pratiche nella
sfera pubblica, contaminandone il lin-
guaggio, dando al privato (relazioni fa-
miliari, sessualità) una connotazione
pubblicistica e nello stesso tempo fem-
minilizzano la sfera pubblica. Dove si
accendono sempre più spesso le luci del
versatile talento delle donne, tante luci,
talvolta una luminaria…". Per saperne
di più e contattarci, visitate il sito
www.leluminarie.it
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Daniela Musumeci