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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 18

Testi pagina 18

La violenza non soltanto è la negazio-ne della libertà e della dignità, ma è
anche, inevitabilmente, la negazione del
benessere psico-fisico nella misura in
cui danneggia la vittima e genera ma-
lattie fisiche, psicologiche e psicosoma-
tiche.
Essere responsabile di un centro anti-
violenza ("Le Nereidi" di Siracusa) che
in poco meno di 4 anni ha già accolto
circa 370 donne, fa sì che io sia una te-
stimone diretta di questa terribile verità.
Tremando, farfugliando, in preda al
panico, stremate da percosse, minacce,
ricatti, incapaci di decidere che cosa fa-
re e come sopravvivere: è così che ri-
sponde il corpo e l'anima di una donna
in mano ad un carnefice. In più pensa
che la colpa sia sua.
La forma più eclatante e manifesta
della violenza che colpisce le donne di
tutti i paesi e di tutte le età, è certamen-
te quella che lascia segni visibili sul cor-
po: lividi intorno al collo per tentato
strangolamento, denti saltati a forza di
pugni, ossa rotte, timpani scoppiati, ta-
gli, cicatrici, pestaggi ricorrenti e sem-
pre più feroci che a volte si concludono
con il delitto. Ma c'è un'altra forma di
violenza, quella psicologica, molto più
diffusa e pressoché impossibile da rile-
vare, denunciare, quantizzare, quella
che genera autentiche menomazioni psi-
chiche e disabilità sociali: fobie, incubi,
flash-back, svalutazione del sé, inson-
nia, depressione, attacchi di panico.
E poi ci sono le infinite malattie so-
matizzate a causa della violenza: pro-
blemi del sistema cardiocircolatorio,
sbalzi di pressione, ansia, soffi, aritmia,
tumore al seno! La medicina ufficiale ha
fatto molta resistenza prima di ricono-
scerlo come malattia psicosomatica,
finché si è arresa davanti ad una vasta
letteratura pronta a dimostrare che il
dolore annienta le difese immunitarie ed
espone le vittime a qualunque attacco,
incluso il tumore al seno, appunto.
E così, oggi, medici di base e specia-
listi cominciano ad avvertire l'impor-
tanza di stringere un'intesa con il nostro
Centro antiviolenza per saperne di più
su questa specifica violenza culturale,
ancestrale e sessualmente connotata
cioè 'di genere' giacché agita dal genere
maschile sul genere femminile.
Il dato, sovrastorico e sovracultura-
le, ci consente infatti di affermare che la
violenza maschile è stata ed è ancora
largamente usata dagli uomini per 'co-
municare' con le donne, per imporre e
mantenere la loro predominanza e il lo-
ro potere. Il che spiega come mai, indi-
pendentemente dal paese cui apparten-
gono e dalla cultura da cui provengono,
il comportamento dei soggetti maltrat-
tanti è così simile da un capo all'altro
del pianeta che sembrano essere stati
tutti alla stessa scuola. Di violenza.
L'osservazione è scaturita dallo
scambio internazionale di studi sul fe-
nomeno e ha fatto sì che nell'ormai cele-
bre 'Ruota del potere e del controllo' ela-
borata dai centri antiviolenza del Min-
nesota, si riconoscessero tutti gli altri
centri antiviolenza sparsi per il mondo.
Orbene, l'approccio del medico (ge-
nerico, specialista o psicologo) con una
paziente che subisce violenza, può esse-
re determinante e di particolare rilevan-
za è il suo ruolo nel rapporto complessi-
vo con la vittima. Da qui la necessità
che sia documentato sul fenomeno della
violenza di genere del quale non ha una
conoscenza specifica e sul quale i Cen-
tri antiviolenza producono una vasta
documentazione sociologica e statisti-
ca. Ben sei sono infatti i seminari che il
Centro Le Nereidi ha già espletato per la
categoria medica: quattro agli ospeda-
lieri dei nosocomi cittadini, uno al per-
sonale consultoriale e uno ad un'asso-
ciazione di medici di base.
Instaurare una sinergia di interventi
fra il Centro antiviolenza Le Nereidi e i
medici con una serie di protocolli d'inte-
sa che hanno già preso il via (e costitui-
scono un primato nazionale) si traduce
infatti per le vittime in un servizio sicu-
ramente più efficace nella soluzione dei
complessi e molteplici problemi di chi
ha subito violenza.
(*) Presidente e formatrice del Centro antiviolenza
Le Nereidi - Siracusa (tel. 0931.492752)
ottobre 2006 noidonne18
Violenza 3
da Siracusa un'esperienza
pilota nel segno della
collaborazione con gli
ospedali, i consultori
e i medici di base
*Raffaella Mauceri
INSEGNAMENTI... VIA CAVO
Accendo come al solito la TV, un po' per staccare dalla giornata, un po' per vedere
se qualcosa è migliorato nel panorama delle offerte televisive. Chissà perchè, ma
vengo sempre colpita dalla pubblicità. Sarà la sovrabbondanza.
Le immagini mi passano davanti veloci e mi offrono, ancora, corpi di donne sempre
più simili tra loro e omologati ad un ideale di perfezione e giovinezza che purtrop-
po non sembra più appartenere solo all'universo maschile. E ancora, i nostri corpi
che sfilano sono sempre più nudi, sempre più ammiccanti, sempre più esposti
come merce di contorno sul mercato del pagante acquirente, quasi un omaggio ad
nuova confezione di colla. La situazione poi non migliora quando cominciano i veri
e propri programmi, quando le scosciate e mute presenze femminili di fianco al
Conduttore sono quasi meglio delle altre donne, che pur di poter parlare, sacrifi-
cano un pezzo della propria dignità mostrando almeno uno scorcio di tette.
Questo è quello che passa tutti i giorni attraverso il mezzo di comunicazione di
massa più potente del mondo. Queste sono le donne.
A quale immagine di donna si riferiranno i giovani uomini in futuro? A quale donna
verrà imposto di uniformarsi alle ragazze?
Alla puttana in vendita tutti i giorni in TV, da picchiare insultare ammazzare se
rifiuta la prestazione?
Anche per questo motivo sono necessarie misure che trattino in materia di etica
pubblicitaria, di discriminazione sessuale e televisione, perchè il cambiamento
passa soprattutto via cavo.
Giovanna De Simone
La violenza genera malattie


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