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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 38

Testi pagina 38

Prima di incontrarla non sapevo nien-te di lei, intellettuale e studiosa a
livello internazionale, che ha condotto
studi di enorme rilevanza. Mi riferisco,
ad esempio, a quelli sulla genesi e for-
mazione dei modi di pensare umani
condotta, insieme a personalità quali
Ivan Illich e Wolfgang Sachs, presso la
Science Technology and Society Program
dell'Università della Pennsylvania. Oggi
vive e insegna Storia delle donne e
Storia del corpo all'Università di
Hannoover.
La mia ignoranza di partenza nei
suoi confronti ha dato forse un signifi-
cato in più a questo incontro, permet-
tendomi di fare spazio vuoto dentro di
me e lasciandomi soltanto imparare: da
lei come intellettuale, ma anche da lei
come donna. Dalla sua curiosità e dis-
ponibilità nel modo di mettersi in rela-
zione con una persona giovane e sem-
plice come me. Dal suo modo di non fer-
marsi a ciò che "ha da dire", ma di fare
di tutto, nel qui ed ora, per mettere in
pratica ciò a cui crede più profonda-
mente: il sapere non è qualcosa di rigi-
do ma uno strumento per allargare le
nostre menti, per renderci consapevoli
dei molti condizionamenti alla base
delle nostre scelte.
Proseguo alternando parole di
Barbara Duden (in corsivo) con mie
considerazioni.
A partire dalla mia conoscenza della
storia della carne, del 'soma', voglio
contribuire a fare luce sulla spaventosa
ridefinizione del sé e dell'io avvenuta
negli ultimi decenni e sugli effetti para-
lizzanti delle moderne tecnologie, in
particolare per quanto riguarda il loro
effetto sulla percezione di sé e sull'orien-
tamento somatico femminile.
La "scienza" sta invadendo la nostra
intimità presentandosi sotto la veste
dell'esperto dottore che ti avvisa del tuo
"fattore di rischio personale" connesso a
casi di tumori in famiglia o a un picco-
lo nodulo "visto", o qualsiasi altra pic-
cola sciocchezza "vista" (o potenzial-
mente visibile), attraverso lo schermo di
un'ecografia. Valanghe di inutili test,
talvolta anche invasivi, stanno trasfor-
mando una esperienza bella come la
gravidanza in un vero e proprio incubo,
e accompagnano ormai la vita quoti-
diana di uomini e donne definiti dai
loro dottori "soggetti a rischio". Rischio
calcolato su basi statistiche e quindi
non personalizzabile.
Ogni donna incinta oggi è considera-
ta in una condizione di rischio, non di
pericolo come poteva essere mia madre
che negli anni Quaranta ha partorito
due gemelle. Il "pericolo" è qualcosa di
strettamente connesso ad un problema
reale o a un sintomo avvertito e riferito
al proprio medico, il cui ruolo dovrebbe
essere osservare ed auscultare la pazien-
te. Oggi invece il rischio, inteso come
calcolo statistico della probabilità da
prevenire, viene prima della percezione
sensoriale del nostro corpo. Così, adat-
tandoci a perseguire concetti come il
calcolo, la programmazione del futuro,
l'ottimizzazione di sé, stiamo de-perso-
nificandoci.
Spaventate dal "rischio" ci sottopo-
niamo ai consigli dei dottori e rinuncia-
mo al contatto intimo coi segnali prove-
nienti dal nostro corpo. Durante la gra-
vidanza non ha più importanza ciò che
la donna sente nel suo intimo rapporto
con la creatura viva dentro di sé, la sua
conoscenza intuitiva e la reciproca col-
laborazione con l'ostetrica. Quello che
conta sono i numeri scaturiti dalle ana-
lisi, il calcolo dei giorni e ciò che appa-
re nello schermo dell'ecografia: dati che
molto spesso portano a effettuare parti
cesarei laddove non sarebbe necessario.
Di fronte a questa e altre tecnologi-
che aberrazioni, "a-umane non in-
umane", e alla luce di anni di studi, in
particolare una ricerca storica sulla per-
cezione somatica di sé delle donne nel
Settecento, abituate a ricevere "terapie
sim-patiche" da parte di dottori a cui
raccontavano "cose vissute con il tatto,
con l'olfatto e con il gusto", Barbara
Duden ci invita a riflettere sul disorien-
tamento nei confronti della percezione
di sé come corpo che sente, e a recupe-
rare una nuova fiducia nella conoscen-
za di se stessi.
La sanità sta diventando un luogo
privilegiato in cui una sorta di invisibi-
le amministrazione burocratica, in
nome della prevenzione della salute,
svolge in realtà un vero e proprio con-
trollo della popolazione e mette in atto
il peggio del potere finanziario. Quello
che sta dietro all'eccessivo sviluppo
della tecnologia medica è la logica e il
dominio del calcolo della razionalità
economica e dell'ottimizzazione del pro-
fitto. Del resto viviamo in un mondo in
cui l'utile sembra avere più valore della
persona stessa....
Già, e questo disorientamento ci
porta a confondere ciò che è "utile" con
ottobre 2006 noidonne38
La sapienza del corpo e la medicalizzazione
Incontro con Barbara Duden
Giovanna Providenti


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