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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
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Testi pagina 5

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che la donna, indossando il velo, copre la sua femminilità e protegge quin-
di l'uomo dalla trasgressione. La seconda vuole che comportandosi così la
donna contribuisca a fondare una società virtuosa. La terza sostiene che
di fatto sia nella sua essenza un dovere religioso. La prima giustificazione
presuppone che l'uomo arabo sia un animale voluttuoso che non riesce a
dominare i propri istinti, poiché il sesso domina la sua mente per cui è
inaffidabile e la donna deve quindi coprire le parti del suo corpo che pos-
sono sedurlo per proteggerlo dal diavolo che ha dentro di sé. Questa pre-
messa è dannosa e ingiusta nei confronti dell'uomo arabo, che conoscia-
mo come fratello, padre e marito, che conosciamo come essere umano.
Perché è capace di trattare la donna come un essere umano, e non come
un mero oggetto di piacere. Perché è in grado di dominare i propri istinti,
nonostante li abbia e ne sia consapevole, così come fa la donna. Perché io
come donna quando ho a che fare con lui parto dal presupposto che è un
essere umano. Un essere umano che mi rispetta. Allo stesso modo, la pri-
ma giustificazione rappresenta la donna niente meno che come un ogget-
to sessuale, l'organo genitale, non come un essere umano, non come una
persona nella sua interezza, o un essere razionale, ma come un oggetto
che risveglia gli istinti, con la voce, con i capelli, con il corpo, tutto in lei
provoca e sconvolge l'uomo. Dimenticando che la donna può benissimo
farsi rispettare dall'uomo e da chi la circonda con il suo comportamento,
con il suo modo di rapportarsi agli altri, non coprendosi il capo, indos-
sando un mantello o una tunica. Con il comportamento. Con il modo di
rapportarsi agli altri. Facendosi rispettare. La seconda giustificazione si
fonda sulla premessa che esista una connessione tra l'indossare il velo e
l'istituzione di una società virtuosa. In base a questa logica la società vir-
tuosa è quella in cui non esistono rapporti sentimentali tra le persone al
di fuori del matrimonio. Tuttavia questa giustificazione è come minimo er-
rata. Poiché le società in cui il velo è obbligatorio e in cui si ha la segre-
gazione dei sessi non sono certo quelle in cui i rapporti sessuali al di fuo-
ri del matrimonio sono inferiori. Anzi è vero il contrario. La segregazione
forzata ha portato alla diffusione dei rapporti omosessuali, così come è di-
mostrato da studi e rapporti pubblicati che il velo non ha evitato che al-
cune ragazze nel mondo arabo e islamico avessero relazioni amorose al di
fuori del matrimonio. Dopodiché, come è d'uso, sono ricorse alla chirurgia
per la ricostruzione dell'imene.
La terza giustificazione si fonda sulla premessa che la religione ha una
posizione precisa sulla questione del velo, mentre di fatto ci sono testi re-
ligiosi diversi tra loro a riguardo, da sempre. E tu donna puoi leggere que-
sti brani da sola, non hai bisogno di un intermediario. Noterai che non so-
lo esistono numerosi testi, ma che questi hanno anche diverse interpreta-
zioni. Tuttavia abbiamo deciso di limitarci e interpretarli in base a idee
che risalgono al Medio Evo. Se vuoi la verità, la terza giustificazione che
dice a te e a me che la religione impone alla donna il velo è la più debole
delle tre, perché abbiamo sentito questo discorso solo verso la fine degli
anni Settanta, e l'abbiamo visto applicare solo dopo che l'interpretazione
ortodossa dell'islam ha iniziato a dominare il mondo arabo e musulma-
no. Questa è la logica sulla quale si fonda il mio invito. Ti supplico di
prendere in considerazione le mie parole, la mia richiesta. Non ti chiedo
di smettere di pregare. Non ti chiedo di smettere di digiunare. Non ti chie-
do di smettere di credere in Dio. Ti chiedo di togliere il velo. I tuoi capelli
sono come i miei. Non sono un simbolo sessuale di cui vergognarsi. Il tuo
corpo è come il mio. Non è un oggetto di brame sessuali. Il tuo corpo è co-
me il mio. Va rispettato e lodato. Sei come me. Una persona completa. Do-
tata di capelli e corpo. Sei come me, sei in grado di essere "virtuosa" nei
modi e nel comportamento, senza un velo che ti copra. E' il mio compor-
tamento che mi definisce, non un pezzo di stoffa. Sii come vuoi essere. Ri-
spetterò la tua decisione. Ma alla fine devi essere te stessa. Una donna.
Non un oggetto sessuale.
Elham Manea, Yemen
Souad Sbai, presidente dell'Associazione donne delle Marocchine, ha diffuso questo
scritto che 'noidonne', volendo sostenere un appello coraggioso, offre alla conoscenza
e divulgazione.
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