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Numero 5 del 2006

L'altra metà


Foto: L'altra metà
PAGINA 46

Testi pagina 46

maggio 2006 noidonne46
Una delle garanzie del pluralismo edella democrazia è la possibilità
del confronto e del dibattito che assicu-
rino l'espressione di posizioni diverse tra
loro. Guai se l'idea fosse una, e solo que-
sta trovasse spazio all'interno della cul-
tura, della politica, della società. È
quello che avviene oggi, non solo perché
una parte politica egemonizza i mezzi
di informazione, ma perché questi,
schierati da una parte o dall'altra,
fanno della faziosità, dell'incapacità
cioè di un dialogo che sia in grado di
mettere in discussione le proprie fedi
politiche in nome della giustezza delle
informazioni, il proprio credo e la pro-
pria coerenza. Noidonne, in questa
seconda tappa del dibattito sulla poesia
del Novecento scritta da donne, vuole
ospitare una voce contraria. Una voce
di chi non crede, in quanto uomo, di
dover entrare in un dibattito che coin-
volge le donne e il loro ruolo nella lette-
ratura. Nella convinzione che questa
posizione possa essere condivisa da una
parte dalle nostre lettrici e lettori, pub-
blichiamo la risposta di Flavio Ermini al
nostro invito a partecipare al dibattito,
sollecitando e auspicando un dibattito
intorno al tema sollevato.
Secondo lei esiste la categoria lette-
raria di poesia femminile? E se si,
quali sono le caratteristiche che la
contraddistinguono? C'è una pecu-
liarità di temi affrontati?
Cominciamo da questa affermazione:
il pensiero che parla dalla poesia è un
pensiero non filosofico, non religioso
etc., ma una provocazione a pensare
altrimenti. In termini diversi: il sapere
della poesia si colloca tra conoscenza
sensibile e conoscenza concettuale, e
muove dall'opera stessa. E l'opera ci
dice che il possibile - ciò che può esiste-
re - non preesiste alla parola. È la paro-
la che lo fa accadere. Tanto che il pen-
siero che parla dalla poesia non ha
dimenticato di essere originariamente
parola poetica e torna così a sospende-
re con la parola poetica ogni frontalità.
Compito del poeta è ancora oggi quello
di esporsi al principio della necessità
che lo ha fatto pensare.
Ciò presupposto, mi sento di ipotiz-
zare che il cammino di pensiero che
cerca di esporsi da se stesso sull'orlo del-
l'enigmaticità, e di corrispondere all'e-
vento della risposta come evento sempre
originario, sia ancora lungo.
Ma cominciamo intanto a prendere
distanza da una fisica del puro sentire e
del mero pensare. Con l'auspicio che
non vada confusa la kantiana "assenza
di finalità" della letteratura con l'assen-
za di "responsabilità". Responsabilità
che va cercata nell'altrimenti di una
scrittura che non proceda pietrificando
le cose nei concetti e nelle idee. E che si
faccia carico di un compito non più
solo estetico, ma anche etico. Ogni
opera milita sempre per una certa parte:
prende partito, insomma. In generale, la
poesia è un'obiezione contro questa
realtà.
Detto questo, come negare che vi sia
una differenza tra il sentire maschile
e quello femminile? E che tale diffe-
renza porti a esiti poetici differenti?
Io però sono lontano da queste tema-
tiche. Diciamo che me ne tengo lontano.
Sono le donne che, schiacciate da secoli
di egemonia maschile, sia nel sentire sia
nella formulazione di un pensiero poe-
tante, devono approfondire le proble-
matiche relative alla differenza. E que-
sta benedetta differenza farla emergere.
La mia impressione è questa: che
tutti, in questi ultimissimi decenni, stia-
no tornando a casa (o che non si muo-
vano da casa): i giovani, le donne, gli
omosessuali… Io ho tanta nostalgia per
il Movimento degli anni Sessanta, per i
dibattiti che allora si svolgevano tra
uomini e donne, tra diversi; dibattiti
feroci e talora devastanti, ma proprio
per questo vitali. Ora tutto si è ammor-
bidito, è diventato così civile... presti-
giacomesco... quoterosesco...
La mia idea è che se ci mettiamo noi
maschi a dibattere questi problemi, ine-
vitabilmente arriviamo a parlarne con il
fiato corto, con i nostri vecchi retaggi
culturali. Il che è inutile. E forse contro-
producente. Correndo il rischio di ritar-
dare ancora un processo - quello dell'af-
fermazione della differenza femminile -
che stenta, se non in particolarissime
realtà, a riemergere.
Il pensiero contrario
Poesia / Intervista a Flavio Ermini
elementi di poetica tra maschile e femminile
Luca Benassi
Flavio Ermini (Verona, 1947), poeta e
saggista, ha pubblicato per la poesia:
Roseti e Cantiere (1980), Epitaphium
Blesillae (1982), Thaide (1983), Idalium
(1986), Segnitz (1987), Delosea (1989),
Hamsund (1991), Antlitz (1994),
Karlsár (1998), Poema n. 10. Tra pensie-
ro (2001); per la saggistica: Il moto
apparente del sole (2006); Antiterra
(2006). Dirige la rivista di ricerca lette-
raria "Anterem", fondata nel 1976 con
Silvano Martini. Fa parte del comitato
scientifico delle riviste "Osiris",
"Panaptikon" e "Testuale". Per
Moretti&Vitali, dirige con Stefano
Baratta "Convergenze", quaderni di psi-
coanalisi e filosofia. Collabora all'attività
culturale degli "Amici della Scala" di
Milano. Vive a Verona, dove lavora in
editoria, ponendo cura a varie collane
editoriali.
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