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Numero 5 del 2006

L'altra metà


Foto: L'altra metà
PAGINA 44

Testi pagina 44

maggio 2006 noidonne44
Annie Vivanti nacque a Londra il 7aprile 1866 (ultima di sei fratelli)
da Anselmo, mazziniano di antico
ceppo ebraico in esilio dalla patria
dopo i moti del '51, e da Anna Lindau,
giovane scrittrice tedesca sorella dei let-
terati Rudolph e Paul. Seguendo la fami-
glia nei suoi grandi spostamenti dietro
le rotte del commercio della seta - e dun-
que da Londra a New York a Yokohama
e poi Como e Milano - Annie imparò
molte lingue che coltivò senza mesco-
larle. L'inglese era la lingua in cui pen-
sava e in cui era sgridata; il tedesco
quella delle fiabe e delle poesie; l'italia-
no quella delle canzoni e del melodram-
ma. Aveva una bella voce coltivata di
soprano, suonava con scioltezza piano-
forte e chitarra, tirava di scherma,
cavalcava come un'amazzone, disegna-
va con delicatezza; ma la vita ("terribi-
le Romanziera") l'aveva resa scaltra e
giocava il ruolo della fanciulla ignoran-
te. Nel 1880 a Milano morì la madre. Fu
mandata in collegio in Svizzera. Al
ritorno - aveva sedici anni - trovò in
casa la giovane matrigna, e fuggì. Per
vivere cantava e suonava per le strade e
certo fece qui le esperienze perturbanti
che furono poi al centro di tutti i suoi
romanzi. Di nascosto scriveva versi.
Cominciò a presentarsi da sé a edito-
ri e poeti illustri con letterine ardenti,
ironiche e ingegnose. La più bella la
mandò a Giosue Carducci il 5 dicembre
1889. Il "sommo dei poeti viventi" la
amò, la protesse, la innalzò, e fu ricam-
biato con profondissima intelligente
tenerezza. Dopo il successo enorme del
libro di versi lanciato dalla prefazione
di Carducci (Lirica 1890), buttò giù la
storia scabrosa di una piccola chanteu-
se che chiamò Marion, suo nome d'arte.
Marion artista di Caffè-concerto (1891)
fu accolto tiepidamente, così che fino al
1911 Annie non pubblicò in Italia, ma
molto in America e con successo.
Racconti ironici e frizzanti che guarda-
no con sagacia i paradossi del vivere
sociale: innamoramenti e disincanti,
sogni grandi e piccole realtà, miserie
affettuose e bisogni crudeli, in un gioco
senza fine. Sempre inseguendo forsenna-
tamente una chimera che Annie chia-
mava felicità: In cerca di felicità (The
Hunt for Happiness)
intitolò un romanzo
del 1896. Ne scrisse
altri, e commedie
spassose rappresen-
tate a Brodway da
compagnie di grido
e in Europa a Parigi,
a Praga. Il 17 feb-
braio 1907 morì
Carducci (il grande
Orco, com'era nei
loro scherzi) dopo il
conferimento del
Nobel (1906).
Annie chiese
invano di essere
ricevuta dalla fami-
glia mentre soffriva
disperatamente la
fine della sua favola
bella. Su quest'onda
nel 1909 cominciò a
comporre The
Devourers - I divora-
tori - il romanzo che
subito tradotto la riportò al successo e
all'Italia. La grande Annie, come la
chiamava Sibilla Aleramo, chiuse dolo-
rosamente la sua vita. Internata ad
Arezzo perché cittadina inglese, ebbe lì
la notizia della morte di Vivien sotto i
bombardamenti di Londra, ma in realtà
suicida a Brighton nel settembre 1941.
Liberata dal Duce, morì a Torino il 20
febbraio 1942 dopo essersi convertita al
cattolicesimo, nel silenzio imposto dalle
leggi razziali. Sulla sua tomba al
Cimitero Monumentale di Torino ci sono
i versi che le dedicò Carducci: "Batto a
la chiusa imposta con un ramicello di
fiori/ glauchi ed azzurri, come i tuoi
occhi, o Annie…". E' merito di Elvira
Sellerio se oggi non siamo più costretti a
cercare i libri di Annie Vivanti in biblio-
teca. Procede la traduzione dei titoli
americani mentre la serie di quelli ita-
liani si inaugura col primo, Marion arti-
sta di Caffè-concerto, dopo 125 anni
esatti. Non è impresa da poco far rivi-
vere uno scrittore accantonato o fuori
canone, figuriamoci una scrittrice come
Annie Vivanti che si è destreggiata tra
due secoli. Come viatico di questo ritor-
no dedichiamo a chi ci legge un vero
gioiello:
Riscoperta di una scrittrice
Annie Vivanti
la vita avventurosa di una donna eccentrica
e di un’artista di talento Anna Folli
Ad Annie
Batto a la chiusa imposta con un ramicello di fiori
glauchi ed azzurri, come i tuoi occhi, o Annie.
Vedi: il sole co 'l riso d'un tremulo raggio ha baciato
la nube, e ha detto - Nuvola bianca, t'apri -
Senti: il vento de l'alpe con fresco susurro saluta
la vela, e dice - Candida vela, vai -
Mira: l'augel discende da l'umido cielo su 'l pèsco
in fiore, e trilla - Vermiglia pianta, odora -
Scende da' miei pensieri l'eterna dea poesia
su 'l cuore, e grida - O vecchio cuore, batti -
E docile il cuore ne' tuoi grandi occhi di fata
s'affisa, e chiama - Dolce fanciulla, canta -
Giosue Carducci, 30 marzo 1890
Bibliografia
Giosue Carducci-Annie Vivanti, Addio caro Orco.
Lettere e ricordi (1889-1906), Saggio introduttivo
e cura di Anna Folli, Feltrinelli 2004;
Annie Vivanti, Racconti americani, Introduzione,
traduzione e cura di Carlo Caporossi, con una
Nota di Anna Folli, Sellerio 2005;
Annie Vivanti, Marion artista di Caffè-concerto,
Introduzione e cura di Carlo Caporossi, con una
Nota di Anna Folli, Sellerio 2006


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