Numero 10 del 2006
Violenza: sconfiggere la paura
Testi pagina 32
ottobre 2006 noidonne32
Di tutti i paesi in transizione dell'Eu-ropa centro-orientale, l'Ungheria è
quello che ha realizzato il massimo
cambiamento della sua struttura indu-
striale, con riserve di manodopera in
questo ramo della produzione meno
considerevoli rispetto al passato (oggi
paragonabili a quelle dei vari paesi Ue)
e con un'occupazione nel settore dei ser-
vizi (banche, assicurazioni, pubblica
amministrazione) in continuo aumento.
Lo spostamento dell'asse produttivo dai
settori tradizionali (industria, agricoltu-
ra) a quelli in espansione (servizi) ha
modificato la dislocazione del lavoro
delle donne, che tende ad allontanarsi
dall'agricoltura e dall'industria (mante-
nendosi però intorno ai livelli europei)
per spostarsi progressivamente nel setto-
re dei servizi.
Questi spostamenti settoriali hanno
agevolato l'occupazione femminile, i cui
tassi d'attività sono in crescita, pur ri-
manendo sotto la media comunitaria
per via dell'elevato indice d'inattività
delle donne in seguito ai massicci pre-
pensionamenti. La scarsa partecipazio-
ne della forza lavoro femminile costitui-
sce, tuttavia, un ostacolo per l'econo-
mia. Se negli anni novanta quest'ultima
aveva beneficiato dei forti aumenti del-
la produttività del lavoro, nel nuovo
millennio essa registra una recessione, a
causa dei sensibili ritiri delle donne dal
mercato del lavoro e dei tassi partico-
larmente esigui che caratterizzano an-
che l'occupazione maschile (motivo, tra
l'altro, del minore divario occupaziona-
le tra maschi e femmine rispetto a quel-
lo dei paesi Ue). Lo sviluppo futuro del-
l'economia ungherese dipenderà dalla
sua capacità d'invertire la tendenza del-
la partecipazione della forza lavoro
femminile, riportando sul mercato del
lavoro le frange meno giovani delle don-
ne ancora in età lavorativa, quale con-
dizione indispensabile per la crescita.
Le modifiche delle strutture settoriali
dell'occupazione femminile hanno am-
pliato la forbice in termini di occupa-
zione e disoccupazione tra donne resi-
denti nelle regioni agricole e quelle che
vivono nei centri urbani, poiché la crea-
zione di posti di lavoro nei servizi è av-
venuta principalmente nelle città. Sono,
inoltre, aumentate le disparità dei tassi
d'attività delle varie categorie di lavo-
ratori a seconda dei livelli di competen-
ze. Il tasso d'occupazione dei lavoratori
altamente qualificati è notevolmente
più elevato di quello riferito ai lavora-
tori scarsamente qualificati (persino se
confrontato con le differenze già elevate
dell'Ue), di cui le donne rappresentano
la quota maggiore. Cresce la qualifica-
zione dell'offerta femminile di lavoro in
linea con l'aumento della domanda di
una manodopera più qualificata, ma i
tassi d'occupazione delle lavoratrici
non molto qualificate sono estremamen-
te bassi e i loro salari non sono suffi-
cienti a spingere le disoccupate o le don-
ne inattive a rientrare nel mercato del
Una “recessione da trasformazione”
versus donne
Ungheria
Cristina Carpinelli