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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 23

Testi pagina 23

noidonne ottobre 2006 23
Nel 1844 il nonno Giovanni in Ta-
mara di Ferrara, operava come fabbro
per le attività agricole locali e oggi l'a-
zienda che costruisce macchine indu-
striali per la manutenzione del verde e
opera in un mercato internazionale, ve-
de al suo interno 70 dipendenti, di cui
solo 12 donne, nonostante la grande
sensibilità al genere femminile di Gisel-
la. Conversando con Gisella si percepi-
scono alcune cose straordinarie: da un
lato il valore che attribuisce ai suoi col-
laboratori, che li vede come i compo-
nenti di una famiglia allargata e dal-
l'altro l'attenzione alle difficoltà delle
donne per affermarsi nel mondo del la-
voro e non solo.Personalmente ha vissu-
to il passaggio generazionale indolore
perché, dice, "io, mio padre e mio fratel-
lo abbiamo fatto crescere e innovato l'a-
zienda insieme, senza nessuna distinzio-
ne". Nonostante questo è convinta che
le donne, seppur molto determinate, so-
no ancora poco considerate e devono
faticare tre volte di più rispetto agli uo-
mini, per avere la metà.
Da cosa dipende la scarsa presenza
femminile nella sua azienda?
Da parte nostra non ci sono preclu-
sioni di nessun tipo, anzi le dirò che per
un certo periodo ho avuto la fortuna di
avere una donna ingegnere, responsabi-
le della produzione e ne conservo tutto-
ra un ricordo più che positivo. Purtrop-
po quando facciamo le ricerche di per-
sonale, non si presentano le donne, for-
se perché culturalmente ritengono la
meccanica un settore ancora prettamen-
te maschile, nonostante l'elevato livello
tecnologico della nostra azienda.
I suoi collaboratori maschi, le hanno
mai richiesto i congedi parentali?
Sinceramente no, tranne qualche ca-
so per malattia di un familiare. L'idea
che mi ha dato lei di mettere in campo
degli incentivi aziendali affinché li uti-
lizzino mi sembra percorribile. La valu-
teremo.
Dal suo punto di vista in tema di
conciliazione vita/lavoro, ritiene che
ci siano delle lacune da colmare?
Assolutamente si. Innanzitutto credo
che i tempi di assenza dal lavoro per
maternità o per problemi di cura siano
forse troppo lunghi , ma la causa va in-
dividuata nelle insufficienti strutture,
penalizzando le lavoratrici. Sono quindi
necessari gli asili aziendali o interazien-
dali perché riducono queste problemati-
che a vantaggio di tutti.
Molto spesso gli imprenditori lamen-
tano un forte divario tra la forma-
zione scolastica e il mondo del lavo-
ro. La sua azienda in passato ha in-
staurato, ad esempio, rapporti di
collaborazione con l'università? A
che punto siamo secondo lei?
Il divario tra mondo del lavoro e
scuola è ancora consistente, nonostante
si siano fatti passi avanti, in particola-
re nella nostra provincia. Serve un con-
tatto diretto con le realtà produttive già
nella fase di apprendimento didattico.
La Legge Biagi deve accompagnare ve-
ramente l'ingresso dei giovani nel mer-
cato del lavoro a basso costo, senza
strumentalizzazioni, con l'obiettivo di
assumerli a tempo indeterminato.
Dalla sua esperienza con i paesi
stranieri cosa importerebbe?
Innanzitutto la burocrazia tout court
perché molto più snella della nostra.Poi
maggiore concorrenza per combattere
l'appiattimento.
Quindi desumo che alcune delle
azioni che sta facendo questo gover-
no le condivida?
Premesso che non ho nessun interesse
particolare per la politica, credo sia pre-
maturo esprimere un giudizio. L'impor-
tante che nessuno si dimentichi che le
imprese sono la spina dorsale dell'eco-
nomia di questo paese. Il resto si vedrà.
Ha appena detto di non aver interes-
se particolare per la politica, ma co-
sa pensa del binomio donne e politi-
ca?
Se una donna ci crede deve andare
dritta per la sua strada, portando avan-
ti i suoi valori, la sua determinazione e
le sue specificità, consapevole di dover
faticare molto…come al solito.
Per concludere, e la quinta genera-
zione?
Sta crescendo con i figli di mio fratel-
lo e con mia figlia che per il momento
(spero) ha scelto di fare un'esperienza
importante al di fuori dell'azienda, ma
il nostro spirito imprenditoriale anche
dopo 160 anni è perfettamente integro e
cercheremo di trasmetterlo alle genera-
zioni future.
Gisella, lady di “ferro”
Imprenditoria
Gisella e il fratello Sandro rappresentano la quarta generazione
delle Officine Ferri, fondate nel 1800Donatella Orioli
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