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Numero 5 del 2006

L'altra metà


Foto: L'altra metà
PAGINA 21

Testi pagina 21

Il rilancio della strategia di Lisbona perla crescita e l'occupazione e la sua
attuazione sono stati al centro delle
conclusioni che hanno definito nel det-
taglio i punti sui quali dovrà concen-
trarsi l'Unione Europea nei prossimi 18
mesi e che influenzeranno anche l'evol-
versi delle politiche nazionali. Le priori-
tà così considerate sommariamente
riguardano, in primo luogo, l'impegno
all'aumento degli investimenti nel setto-
re della conoscenza e dell'innovazione e
individuano nel 3% del Prodotto interno
lordo l'obiettivo da raggiungere per i
Paesi membri; in secondo luogo, la
necessità di sbloccare il potenziale delle
imprese con particolare riferimento alla
realtà di quelle piccole e medie; in terzo
luogo l'impegno a favorire una crescita
stabile sotto il profilo ambientale.
Su proposta della Svezia, al fine di
promuovere l'occupazione delle donne e
per assicurare un migliore equilibrio tra
vita professionale e familiare, è stato
approvato il Patto europeo per la parità
di genere che dettaglia gli impegni presi
dal Consiglio in tal senso. Con questo
atto è stata recuperata una mancanza
che aveva caratterizzato, in negativo, i
più recenti lavori del Consiglio europeo.
Dalla scheda vediamo o contenuti del
Patto per la parità di genere.
Certamente non è tantissimo, ma è un
segno. Altre volte l'Europa si è espressa
più compiutamente e a più ampio rag-
gio. Sappiamo, infatti, quanto sia
importante procedere attraverso un
approccio multidisciplinare per poter
aggredire i fattori discriminanti che
ancora oggi rendono più difficile per le
donne la permanenza nel mondo del
lavoro, la valorizzazione delle compe-
tenze femminili, lo stesso riequilibrio di
ruoli tra uomini e donne all'interno della
famiglia e della società. Sembra che
oggi, quantomeno in questo contesto, la
questione sia colta più per l'aspetto che
vuole un utilizzo pieno del "potenziale
produttivo della forza lavoro europea"
che per l'assunzione di un indirizzo
importante sul piano della piena rap-
presentanza dei due sessi anche sul
piano del lavoro e dell'occupazione, ma
non solo su questo terreno. Non possia-
mo, tuttavia, non cogliere il fatto che la
parità di genere venga assunta tra le
principali risoluzioni che vincoleranno
le attività comunitarie e degli Stati nel
prossimo futuro e che ne determineran-
no le azioni e le iniziative. Ancora una
volta dall'Europa arriva un'opportunità
che va colta senza indugi per gli spazi
che saprà offrire. Ci resta comunque da
chiarire un aspetto che riguarda gli indi-
rizzi politici di questa Commissione
europea. Che dire rispetto al fatto che
mentre si approva il Patto per la parità
di genere e la nascita di un nuovo
Istituto europeo per l'uguaglianza di
genere la discussione in Europa, già da
molti mesi, si è incendiata sulla sorte da
riservare alla Direttiva ex Bolkestein
relativa alla libera circolazione dei ser-
vizi che intende procedere alla loro libe-
ralizzazione, toccando, tra gli altri,
anche quelli sociali?
La vasta mobilitazione europea, in
cui tanta parte hanno avuto anche le
forze sindacali, ha salvato dall'abbrac-
cio della Direttiva i servizi sociali legati
all'edilizia popolare, all'assistenza
all'infanzia e alle famiglie e alle persone
bisognose. Tuttavia, il concetto di "ser-
vizio sociale" resta ancora indefinito e
sembra orientarsi verso un'accezione
caritatevole che risentirebbe dei desideri
e delle interpretazioni tipici di una certa
destra europea. L'Unione europea deve
essere "un'economia sociale di mercato
altamente competitiva, che tenda ad
una piena occupazione e al progresso
sociale" recita il progetto di Costituzione
europea. In realtà l'Unione europea si è
data poteri supplementari per promuo-
vere la concorrenza, mentre le sue com-
petenze in materia di solidarietà restano
limitate. L'attuale dibattito sui servizi
pubblici verte in gran parte sul modo di
ristabilire l'equilibrio. Non è anche que-
sta una questione di donne?
* Responsabile delle politiche di genere e di pari
opportunità della Cgil Emilia Romagna
noidonne maggio 2006 21
Il lavoro delle donne al Vertice
Bruxelles
concluso il 24 marzo scorso il
Vertice di primavera del
Consiglio europeo
Anna Salfi*
I contenuti del Patto per la parità di genere
Il Consiglio ha dichiarato il proprio convincimento che le politiche indirizzate a promuovere la parità di
genere sono vitali per la crescita economica, la prosperità e la competitività traendone, di conseguenza, la
conclusione che è giunta l'ora per impegnarsi con decisione e determinazione a livello europeo "per attuare
politiche che promuovano l'occupazione delle donne e per assicurare un migliore equilibrio tra vita profes-
sionale e familiare".
L'approvazione del Patto per la parità di genere ha esplicitato questo impegno indicando le azioni da segui-
re a livello di Stati membri e della stessa Unione europea individuando tra macro settori:
1) misure per colmare i divari di genere e combattere gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro, ovvero:
- promuovere l'occupazione delle donne in tutte le fasce d'età e ridurre i divari di genere nell'occupazione,
anche tramite la lotta a tutte le forme di discriminazione;
- parità di retribuzione per pari lavoro;
- combattere gli stereotipi di genere in particolare quelli relativi alla segregazione in base al genere nel
mercato del lavoro e nell'istruzione;
- considerare come rendere i regimi previdenziali più favorevoli all'occupazione delle donne;
- promuovere l'emancipazione delle donne nella vita politica ed economica e l'imprenditorialità femminile;
- incoraggiare le parti sociali e le imprese a sviluppare iniziative a favore della parità di genere e
promuovere piani per la parità di genere sul luogo di lavoro;
- integrare la prospettiva di parità di genere in tutte le attività pubbliche.
2) misure per promuovere un migliore equilibrio tra vita professionale e familiare per tutti, ovvero:
- raggiungere gli obiettivi stabiliti al Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 sulla disponibilità
delle strutture per la custodia dei bambini;
- migliorare la disponibilità delle strutture di assistenza per altre persone non autosufficienti;
- promuovere il congedo parentale sia per le donne che per gli uomini.
3) misure per rafforzare la governance tramite l'integrazione di genere e il migliore monitoraggio, ovvero:
- assicurare che gli effetti della parità di genere siano tenuti in considerazione nelle valutazioni d'impatto
delle nuove politiche dell'UE;
- sviluppare ulteriormente le statistiche e gli indicatori disaggregati per sesso;
- urilizzare pienamente le opportunità fornite dalla creazione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza
di genere.
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