Numero 10 del 2006
Violenza: sconfiggere la paura
Testi pagina 11
noidonne ottobre 2006 11
anche noi siamo state in Spagna (Bar-
cellona), in Olanda ed in Belgio per ve-
dere come sono organizzati.
Che si può fare in Italia ?
L'Italia è l'unico paese che mantiene
la gratuità assoluta e la gestione solo
all'interno degli Ospedali. Ovunque in-
vece l'aborto si svolge anche in piccoli
ambulatori, se non ormai a domicilio,
con costi e tempi molto inferiori. Dopo
più di 25 anni di questo lavoro affermo
che non sono più d'accordo con la no-
stra modalità!
Per disincentivare l'abuso da parte di
alcune, bisogna che le donne paghino
un piccolo ticket o che almeno inizino a
pagare dopo la prima volta, come av-
viene in Inghilterra. Nel nostro paese,
credo che sia bene che le donne, ed i lo-
ro partner, si responsabilizzino di più .
E' giusto, invece che sia resa più facile la
contraccezione, con la gratuità della
pillola e degli IUD, come affermato nel-
la legge 194, ma non recepito dal Servi-
zio Sanitario Nazionale. Infatti tutte le
pillole a basso dosaggio sono tra i far-
maci in classe C, ovvero a pagamento
completo da parte della donna, obbli-
gano poi a ripetere la ricetta mensil-
mente o trimestralmente.
In Belgio una pillola costa 9 euro
ogni 3 mesi, mentre in Italia nessuna di
basso dosaggio costa meno di 12 euro.
Non è neanche in commercio il preser-
vativo femminile e quelli maschili sono
costosi.
Come vi sentite ad essere tra i pochi
non obiettori alla legge 194?
E' vero, siamo davvero pochi, in al-
cune Regioni gli obiettori (medici ed
ostetriche) sono il 95% del personale e
la piccola percentuale che non obietta,
si carica moli di lavoro immenso , mal-
remunerato e certamente umanamente
faticoso. Spesso siamo maltrattati, inve-
ce che venire riconosciuti come persona-
le che fa un lavoro socialmente rilevan-
te. Nella Regione Lazio questa estate, af-
finché si prendesse in esame questa si-
tuazione, 25 medici hanno consegnato
la loro obiezione alle Direzioni Sanita-
rie, in segno di protesta. Abbiamo otte-
nuto un tavolo permanente in Assesso-
rato e stiamo cercando di ottenere che si
cominci ad usare l'aborto medico.
Come va nel tuo ospedale?
Al S. Camillo vorremo partire con il
consenso del nuovo Direttore Generale,
come hanno fatto molti altri ospedali
Italiani, comprando direttamente in
Francia il farmaco. Per questo è impor-
tante che i colleghi apprendano anche
nel congresso l'uso di questo metodo e
che l'opinione pubblica tutta venga co-
involta per questa scelta corretta sia dal
punto di vista scientifico che del rispet-
to della volontà delle diverse donne.
si tiene a Roma (13 e 14 ottobre: “Libertà e diritti nella salute ripro-
duttiva”) il settimo congresso della Fiapac. Dall'etica alle tecniche,
dalla salute alla cultura, a confronto le esperienze di tanti paesi,
soprattutto in riferimento all'aborto farmacologico
Sembra un paradosso, ma è sempre più difficile conoscere la provenienza di ciò che
portiamo in tavola. Il rischio di nutrirsi di cibo geneticamente modificato è reale.
Soia, mais, riso stanno entrando nei mercati europei, nonostante vi siano serie
preoccupazioni derivanti dai possibili rischi per la salute umana nel lungo perio-
do. Il business non si può fermare e le biotecnologie impiegate nei diversi compar-
ti produttivi sono una realtà che dovrebbe essere conosciuta anche dai consuma-
tori. Dopo la Bayer, che da poco ha richiesto l'autorizzazione ex post per il suo riso
Ogm LLRice601, è giunta la notizia che la Syngenta, la più grande industria di pro-
dotti biotecnologici per uso agricolo, ha richiesto all'ormai famigerato
Dipartimento per l'Agricoltura degli Usa e alle competenti autorità europee e suda-
fricane l'autorizzazione alla commercializzazione del suo mais Ogm. La richiesta
copre praticamente ogni uso possibile: industriale, animale e umano. Studiato ori-
ginariamente per migliorare la produzione di etanolo per autotrazione, il mais
della Syngenta contiene un enzima (amilasi) che ne accelera la fermentazione e la
cui dannosità per l'organismo umano è altamente probabile, in ogni caso non
esclusa dalla documentazione fornita dalla Syngenta. Quella della produzione di
biocombustibili è l'ultima frontiera nel settore delle energie rinnovabili e sta racco-
gliendo l'interesse di molti operatori economici visti i continui rialzi del prezzo del
petrolio e il potenziale di abbattimento dell'inquinamento da biossido di carbonio
che si potrebbe ottenere. Il problema è che le industrie biotech, pur avendo dimostrato ampiamente l'incapacità di con-
trollare l'immissione di sementi Ogm nella catena alimentare e nell'ambiente, non vogliono lasciarsi sfuggire l'occasione
di guadagno aperta dai biocombustibili e stanno tentando di convincere governi e autorità di controllo dell'innocuità
del consumo di prodotti ingegnerizzati per avere un uso industriale e non alimentare. Il pericolo per i consumatori sarà,
quindi, ancora più grande se verranno le autorizzazioni alla commercializzazione dei prodotti biotech, avvantaggiando
solo queste ultime attraverso l'ottenimento di un salvacondotto contro le richieste di danni derivanti dall'inevitabile con-
taminazione. Il peso delle conseguenze, invece, come sempre, sarà sopportato solo dalla collettività. A questo punto,
sarebbe opportuno che le autorità europee intervenissero, senza lasciare gli interrogativi ai consumatori, convinti maga-
ri di mangiare "sano".
Viola Conti, Federconsumatori
Dal serbatoio al piatto:
mais, soia, riso
OGM per tutti i gusti!