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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 10

Testi pagina 10

ottobre 2006 noidonne10
Due gli aspetti importanti di questaassociazione: essersi costituita a
partire dall'esperienza della dott.ssa Eli-
sabeth Aubény (la ginecologa che ha
sperimentato per la prima volta nel
mondo il metodo dell'aborto farmacolo-
gico con il Mifepristone o RU486 presso
l'ospedale Broussais di Parigi) e la pecu-
liarità della federazione che, a differen-
za delle società scientifiche tradizionali,
è costituita non solo da medici, ma an-
che dalle altre figure professionali impli-
cate nel processo decisionale e nello
svolgimento dell'intervento di Interru-
zione volontaria della gravidanza (ope-
ratori del counselling, personale infer-
mieristico, ostetrico, psicologico e socio-
sanitario). Insomma, la Fiapac, un la-
boratorio unico nel suo genere, è diven-
tata una sede internazionale importan-
te di condivisione delle diverse esperien-
ze dell'aborto volontario, sia dal punto
di vista legislativo che della pratica cli-
nica e il fatto che un numero sempre più
grande di paesi partecipi
alle sue iniziative testimo-
nia di quanto sia avverti-
ta la necessità di confron-
to e approfondimenti.
Mirella Parachini, Gi-
necologa all'Ospedale S.
Filippo Neri di Roma,
membro del direttivo FIA-
PAC , canditata nelle li-
ste della Rosa nel Pugno.
Perché è importante che
il congresso si tenga in
Italia ?
Una organizzazione quale la Fiapac
assume nel nostro paese un ruolo inedi-
to ed essenziale. Basti pensare alla tota-
le carenza, nelle scuole di specializza-
zione di Ostetricia e Ginecologia del no-
stro paese, di corsi specifici destinati al-
la formazione di chi si troverà ad af-
frontare questa delicatissima tematica,
che viene lasciata all'iniziativa del sin-
golo medico "non-obiettore" con la con-
seguenza di veder applicati, per lo stes-
so tipo di atto medico, i comportamenti
più disparati, a volte privi di qualsiasi
evidenza scientifica quando non in dis-
accordo con le linee guida internazio-
nali. Appartiene a questa drammatica
mancanza di considerazione professio-
nale dell'aborto volontario in Italia la
resistenza all'introduzione dell'aborto
farmacologico, a partire innanzitutto
da coloro che sono stati finora deputati
a "governare" la sanità nel nostro paese.
L'introduzione dell'aborto farmacolo-
gico con il Mifepristone - o RU 486 -
rappresenta in modo
paradigmatico un dibat-
tito grossolanamente sot-
tratto alla sua sede natu-
rale, quella sull'uso "del-
le tecniche più moderne,
più rispettose dell'integri-
tà fisica e psichica della
donna e meno rischiose
per l'interruzione della
gravidanza" (non a caso
cito l'articolo 15 della
legge 194), a favore di
una polemica tutta ideo-
logica ed antiscientifica.
Ricordo che in Francia il
mifepristone è in commercio dal 1988,
in Gran Bretagna dal 1991, in Svezia
dal 1992, nella maggior parte dei paesi
europei dal 1999 e negli Stati Uniti dal
2000. Senza qui volere entrare nel meri-
to del dibattito, mi limito a far notare
come sia indispensabile che questo ven-
ga riportato, anche nel nostro paese,
nella sua legittima sede e come l'occa-
sione fornita dallo svolgimento del con-
gresso della Fiapac a Roma rappresenta
una grande opportunità per tutti coloro
che si confrontano con questa tematica.
Che prospettive vedi per la RU486
in Italia?
Io credo che si debba avere il coraggio
di prendere finalmente una decisione po-
litica sulla introduzione della RU486 in
Italia. Le dichiarazioni della Turco all'in-
domani della sua elezione a ministro del-
la salute ci fanno ben sperare. Altrimenti
si continuerà a rimanere in questa assur-
da situazione in cui da una parte si mol-
tiplicano le iniziative - per fortuna sem-
pre più numerose - di singoli ospedali che
ricorrono all'importazione del farmaco
dall'estero, mentre nella stragrande mag-
gioranza dei casi le donne si trovano an-
cora di fronte a lunghe liste di attesa per
ottenere l'intervento chirurgico.
Giovanna Scassellati, ginecologa,
responsabile del reparto per la 194
nell'Ospedale S. Camillo di Roma, da
anni impegnata per una corretta ap-
plicazione della legge.
Quale aiuto avete avuto dalla
FIAPAC?
Abbiamo chiesto il supporto di molti
operatori stranieri affinché effettiva-
mente si possa far sì che anche in Italia
si diffonda l'uso dell'aborto medico. In-
fatti non si riesce a comprendere perché
sia così difficile da noi l'introduzione di
questo farmaco per le IVG al di sotto
delle 7 settimane (49 giorni) di amenor-
rea, mentre è possibile ottenerlo nella
stragrande maggioranza dei paesi euro-
pei e anche negli USA. Lo scambio con
altri colleghi, per noi che spesso vivia-
mo isolati e con scarse possibilità di dis-
cussione professionale, sulle nuove e mi-
gliori tecniche per l'IVG, è stato molto
importante e di grande sostegno. Sono
venuti alcuni di loro al S. Camillo ed
Aborto e prevenzione
Marina Toschi
Scusi, ma perché obietta?
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