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Numero 7 del 2007

Uomini contro la violenza sulle donne


Foto: Uomini contro la violenza sulle donne
PAGINA 8

Testi pagina 8

luglio/agosto 2007 noidonne8
Chi ha partecipato in buona fede al'Family day' era convinto che la fa-
miglia 'vera' fosse quella tradizionale.
Ora: l'uomo è quell'animale sprovvisto
di strumenti di difesa (artigli, corazza,
il correre e l'arrampicarsi velocemente)
che più degli altri ha bisogno di vi-
vere in società, a cominciare so-
prattutto dalla famiglia se vuole
garantire la sopravvivenza della
prole. E infatti gli antropologi ci
descrivono i diversi tipi di fami-
glia, la loro evoluzione, i principi
valoriali su cui si fondano. Ma
nessun modello di famiglia è rico-
nosciuto antropologicamente co-
me 'naturale', cioè a nessun princi-
pio particolare viene riconosciuto
il primato della 'relazionalità',
cioè della capacità di creare rela-
zioni familiari. Perché il vincolo
parentale si esprime storicamente
in varie forme dato che la classifi-
cazione dei parenti è sempre arbi-
traria e varia da luogo e luogo, di
tempo in tempo (ad es. la discen-
denza può essere matrilinare o pa-
trilineare). Elevare dunque una
particolare forma di famiglia al
ruolo di 'famiglia naturale', dun-
que universale, è scorretto ma cer-
to rappresenta un artificio retorico
molto efficace per sottrarla alla
precarietà e al cambiamento. Come è
avvenuto in Occidente: oggi il cuore del-
la famiglia non è più la riproduzione,
ma l'amore, la piena realizzazione della
vita affettiva perché, nella società fon-
data sulla valorizzazione degli indivi-
dui, il rapporto di coppia è vissuto nel-
la sfera intima e personale del privato.
Se un tempo il matrimonio era interesse
delle famiglie contraenti oggi gli 'indivi-
dui' difendono il loro spazio privato e
pretendono che si tenga conto dei loro
sentimenti, anche se questo rende l'isti-
tuto più fragile, come si vede dal nume-
ro non piccolo di separazioni. Anna Ka-
renina e Madame Bovary, grandi ro-
manzi non a caso col nome di donna (la
progressiva parificazione di genere è
stata uno dei motori della trasformazio-
ne della società occidentale) ci testimo-
niano quanto difficile e lungo nel tempo
sia stato il processo che ha condotto al-
la privatizzazione del rapporto di cop-
pia. Questo cambiamento sociale ha
prodotto nel tempo forme plurime di
matrimonio contro cui però sarebbe più
efficace dare battaglia sulle commedio-
le spazzatura trasmesse in TV piuttosto
che sui Dico. E invece la Chiesa, ormai
rassegnata ai matrimoni civili, scende
in campo con eccezionale durezza con-
tro una legge pasticciona e moderata
che però concede agli omosessuali di
uscire dall'ombra e dal senso di colpa in
cui dovrebbero rimanere imprigionati.
Prevedibile risposta non solo alla de-
vianza dal modello 'normale' ma so-
prattutto ad uno stile di vita libero e
trasgressivo che propone forme di convi-
venza con un impianto solidaristico e
paritario che tuttora manca in molte fa-
miglie. Ma l'omofobia in Italia è molto
forte, ce lo confermano i sondaggi se-
condo i quali la maggioranza degli ita-
liani non è contraria ai Dico ma vuole
escluderne gli omosessuali, anche per-
ché teme che questa proposta sia il pri-
mo passo verso la genitorialità attraver-
so le adozioni o l'inseminazione artifi-
ciale. Infatti il successo del Family
day si spiega col fatto che irre-
sponsabilmente il Vaticano ha ca-
valcato il pregiudizio omofobico
mentre avremmo bisogno della
sua grande influenza per incivilire
il paese liberandolo da un tabù
che causa tanto dolore (dagli epi-
sodi di bullismo al suicidio del
quindicenne). Irresponsabilmente
perché non ne ha valutato tutte le
conseguenze, come ha fatto inve-
ce Luzzatto che, quando il rabbi-
no Di Segni si è pronunciato con-
tro gli omosessuali, lo ha esortato
a non dimenticare che gli ebrei
erano stati i loro compagni di
sventura nei lager. E invece Roma
non ha preso ancora alcun prov-
vedimento nei confronti di Radio
Maria, la radio polacca che con-
duce un'aggressiva campagna po-
litica contemporaneamente omo-
fobica ed antisemita! Ma c'è chi
dice che la Cei non abbia tanto di
mira la caduta dei Dico quanto la
caduta del governo Prodi. Chissà.
E' certo comunque che cittadini politica-
mente impreparati e immaturi hanno vi-
sto nella destra il baluardo dei valori
cristiani e della famiglia; che un proces-
so di per sé non facile, la nascita del
Partito Democratico ora sarà più labo-
rioso; che l'equidistanza dei Democrati-
ci di Sinistra fra le due piazze ripercorre
la prudenza tattica del PCI negli anni
dei referendum sul divorzio e l'aborto,
faticosamente poi superata grazie al cli-
ma post '68 e all'ascolto dei movimenti
femministi. Ma oggi il clima è molto di-
verso e solo l'Europa, che già ci chiama
al rispetto di trattati incompatibili con
una 'sana' laicità, può difenderci da
quello spirito autoritario che vuol dire
per le donne essere risucchiate dalla cul-
tura patriarcale mediterranea.
Famiglie e omofobia
Laicità
Stefania Friggeri
“un tempo il matrimonio era
interesse delle famiglie
contraenti oggi gli individui
pretendono che si tenga conto
dei loro sentimenti”
Gauguin, La coppia Sacra, il dio taaroa e una delle sue mogli, 1892-93


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