Numero 3 del 2016
L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
Testi pagina 8
‘ NOIDONNE
6 Marzo 2016
meî—‘JS' E.
MA PJ OIY
o spirito che anima l’art. 11
Ldella Costituzione è lo spirito
di pace generato nella popola-
zione dall’orrore per le atrocità della
guerra e dalla consapevolezza che la
guerra non solo non risolve i proble—
mi, ma li complica e ne genera altri
(vedi ad esempio i casi Libia e Iraq).
L'articolo 11 tuttavia non si ispira ad
una forma di pacifismo integrale, alla
Gandhi, ed infatti venne ricostituito
un esercito di popolo obbligatorio e
riservato ai maschi.
Ma le donne non sono imbelli e han-
no sempre imbracciato le armi se
motivate da una causa giusta ai loro
occhi. Vedi oggi le donne di Rojava,
la regione del Kurdistan occidenta—
le dove è in atto il tentativo di dare
vita ad una autentica democrazia dal
basso: tutto viene deciso secondo
la normativa “una testa un voto" e le
donne godono della parità di gene—
re in tutte le sfere della vita pubblica
e privata. Conquiste irrealizzabili se
di Stefania Friggeri
vincesse l’lsis e pertanto le donne
curde hanno preso le armi: il merito
di aver cacciato gli jihadisti da Koba—
ne viene riconosciuto ad Afrin, una
comandante donna. Ma il modello di
Rojava non potrà allargarsi se alle mi—
liziane curde verra riservato il destino
che di norma si riserva alle donne
combattenti quando arriva la pace, e
cioè il silenzio della memoria.
È stata una donna, Svetlana Aleksie-
vic (leggi articolo di Carpinelli in
questo numero, pag 26, ndr), ad in-
tervistare le donne che hanno com-
battuto le armate nazifasciste dopo
l’invasione della Russia: a migliaia,
anche giovinette, hanno coperto i
vuoti lasciati dagli operai e dai milita—
ri impegnandosi nei ruoli più diversi,
come radiotelegrafiste, geniere smi—
natore, tiratrici scelte e così via. La
loro guerra e diversa da quella nar—
rata dagli uomini, più umana e sen—
za eroismi: parlano di fame, freddo,
sporcizia e non nascondono di aver
gru
, ‘_ e———
SCEGLIERE,
‘LE RAGIONI j
PER ÈUI VALE
OMLE CURDE
CONTROÌL’TSIS
avuto paura. “La guerra ‘al femmini—
le' - commenta Svetlana — ha i propri
colori, odori, una sua interpretazione
dei fatti ed estensione dei sentimen—
ti ed anche parole sue". Parole che
molte donne dicono per la prima vol—
ta nella loro vita perché, come dice il
titolo del libro, La guerra non ha un
volto di donna.
Anche Angelo del Boca così si espri-
me scrivendo intorno alla Resistenza
italiana: “Le donne nella Resistenza
sono ovunque. Ricoprono tutti i ruoli.
Sono staffette, portaordini, infermie—
re, medichesse, vivandiere, sarte.
Diffondono la stampa clandestina.
Trasportano cartucce ed esplosivi
nella borsa della spesa. Sono le ani—
matrici degli scioperi nelle fabbriche.
.. Un certo numero di donne imbrac—
cia le armi Tuttavia le donne non
hanno ottenuto iI riconoscimento che
meritavano". Più sintetico ma efficace
Arrigo Boldrini (nome di battaglia Bu-
low): “Senza le donne non ci sarebbe
E DONNE HANNO
SAPUTO, E SANNO
. EDI""Mo OGGI