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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 40

Testi pagina 40

38I

NOIDÙNNE
Marzo 2016



Approdi

AVIENNA
IL FEMMINISMO

incontra
l’urbanistica
—

UN ESEMPIO DI ATTENZIONE DI GENERE
NELLA RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI
VERDI E NEGLI INTERVENTI URBANI.

È IL PROGRAMMA ATTUATO
CON “WOMEN'S OFFICE”

NELLA CAPITALE AUSTRIACA

a città è un vestito, e le donne lo abitano pro-
prio come gli uomini; l’unico problema è che
resta, per abitudine, un vestito da uomo.
Adattare questo abito urbano alle donne è ne-
cessario per affrontare in maniera operativa la
coesistenza tra uomini e donne in città (e i fatti di Co-
lonia dello scorso 31 dicembre non fanno che aumentare
l’urgenza di questa esigenza). Non basta una cintura o
una collana di perle. E, ben inteso, per femminilizzazione
di una città non si intende di certo colorarla di rosa!
Grazie al processo di emancipazione e da quel momento
storico in cui le piazze e le strade hanno cominciato ad es-
sere teatro delle battaglie femministe, e parso chiaro come
la città stessa appartenesse anche alle donne.
Esiste infatti uno stretto legame tra la società e i| luogo in
cui essa vive, che ne è il riflesso. Tale legame si esplicita
nel fatto che le città subiscono dei mutamenti, nella forma
e nella sostanza, in ragione delle trasformazioni sociali.
Ad esempio i grandi bou/evards hausmanniani che a metà
‘800 tagliarono il tessuto storico medioevale di Parigi per
collegare in maniera più diretta e “razionale" alcuni brani
della Città, oppure via della Conciliazione a Roma, sono
l’espressione di una volontà politica che risponde ad esi-
genze (a volte più o meno condivisibili) di una societa che
sta cambiando.
Oggi, molti cambiamenti urbani sono legati alla digitalizza-
zione, al bisogno cioè di adattare infrastrutture, residenze
e spazi pubblici all’era telematica. L'altro grande cambia-





mento è generato dalle istanze delle donne. Infatti diversi
studi scientifici cominciano ad analizzare i cambiamenti
urbani in una prospettiva “di genere": la presenza sem-
pre più massiccia delle donne in tutti i campi della vita,
produce un effettivo cambiamento nella città?

Mi sono trovata più volte di fronte alla questione di qua-
Ii modifiche urbane possano essere attribuibili ad una
maggior presenza femminile nelle varie professioni (nello
specifico architette, urbaniste, paesaggiste e designers)
o, viceversa, quali cambiamenti o risoluzioni legate alle
politiche urbane siano state prese nell’ottica di rendere le
città più vivibili per le donne (e se questa visione oltretut-
to non nuocesse alle donne stesse, rischiando di cadere
nella stereotipizzazione di ruoli come mogli, madri e casa-
linghe ...!).

Vienna è un esempio molto importante a riguardo, per
gli interventi urbani “Gender Mainstreaming” condotti
a partire dall’inizio degli anni ’90.

La prima azione, di sensibilizzazione politica, è stata una
mostra, nel 1991, intitolata “T0 whom does public space
belong ? Women’s everyday life in the city” (A chi ap-
partiene lo spazio pubblico? La vita quotidiana delle don-
ne in città) e seguita nel 1992 da un concorso ad inviti (per
sole donne!) per la realizzazione di un complesso residen—
ziale di soc/a/ hous/ng, progettato con “attenzione per le
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