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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 25

Testi pagina 25

AGRICOLTURA,
FEMMINILE

PLURALE

Aumenta il numero delle giovani che
vedono il loro futuro nel settore
agricolo. Fattorie didattiche, agriasili
e nuove colture con un occhio vigile
all’equilibrio tra reddito e rispetto
dell'ambiente. Un po’ di numeri e le
testimonianze di Donne in Campo—Cia



na azienda agricola italiana su tre e guidata da
una donna. Un protagonismo femminile in co-
stante ascesa da 20 anni con un dato percen-
tuale, secondo i censimenti agricoltura Istat
(2000 e 2010), che dal 30 passa al 33 per cento. Si tratta
di circa 371mila imprese che occupano 180mila perso-
ne, di cui 40mila dipendenti. Particolarmente interessante
il dato rilevato nell’ultimo studio Unioncamere nel settore
agricolo - riferito al terzo trimestre del 2015 — da cui emer-
ge che l'apporto più significativo arriva dalle imprese degli
under 35 (+909 unità) seguite da quelle delle donne (+363
unità). Aumenta, infatti, il numero delle giovani che guarda—
no all‘agricoltura per costruire il loro futuro.
E il fatto che sia sempre più una scelta ponderata e non
un ripiego conferisce a questo trend uno speciale si-
gnificato sociale e culturale. “Le donne aprono le porte
delle loro aziende ai turisti, alle scolaresche, ai disabili, agli
anziani — spiega Cinzia Pagni, vicepresidente CIA (Con—
federazione italiana agricoltori) —, lo fanno creando agritu—
rismi, fattorie didattiche e fattorie sociali, agriasili e agrini—

NOIDONNE
Marzo 2016



J0b&J0b

di. Si tratta di servizi all'avanguardia che contribuiscono a
portare al 35 per cento il contributo delle donne al valore
aggiunto complessivo dell‘agricoltura, che si aggira intor—
no ai 26 miliardi di euro. Di questi, quindi, ben 9,1 miliardi
sono “rosa": una cifra importante, che rivela il coraggio e la
tenuta delle imprese femminili, capaci di percorrere strade
e mercati nuovi pur di non soccombere alla crisi. Per dare
un metro di paragone, solo negli agriturismi metà del giro
d’affari ‘dipende’ dalle donne: su circa 20mila strutture in
tutta Italia, quasi i| 40 per cento è gestito da imprenditrici,
che muovono ogni anno un fatturato di circa 500 milioni di
euro su un totale di 1,1 miliardi dell’intero settore”.

È la conferma di quella che I’Inea (Istituto nazionale di
economia agraria, 2014) definisce “femminilizzazione”
di un settore popolato da un universo di donne che ruota
a vario titolo intorno alle aziende agricole. È un esercito
armato di un’incrollabile passione e di una robusta capa-
cità imprenditoriale, un capitale umano e professionale di
qualità che si rivela una preziosa fonte rigeneratrice per un
settore in cui l‘invecchiamento à trai più alti registrati in Eu-
ropa. In Italia, infatti, solo il 10 per cento della popolazione
agricola ha meno di 40 anni di età.

La diversificazione delle attività e la multifunzionali-
tà sono le strategie vincenti con cui le signore della
terra hanno ridato impulso alle loro aziende, riuscendo a



coniugare la redditività con il rispetto per l’ambiente, i| ter-
ritorio e la salute. Un‘idea di agricoltura che risponde alla
volontà di affermare una cultura fedele a valori fondanti
e irrinunciabili quali la cura del paesaggio, delle risorse
naturali e della biodiversità.

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