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Numero 10 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 2


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 2
PAGINA 42

Testi pagina 42

FORME EVOLUMI

COSMOPQLITA ZAHA HADID
MOLTO PIU CHE ARCHITEITA

di Valeria Ines Crivello

DAL MAXXI DI ROMA AL CENTRO ACOUATICO PER LE OLIMPIADI DI LONDRA
AL PONTE DEDICATO ALLO SHEIKH ZAYED AD ABU DHABI.
UN'ARTISTA SULLA SCENA INTERNAZIONALE

na delle nuove leve della pro—
fessionalità femminile artistica
nel mondo è Zaha Hadid. Ar-
chitetta, pittrice, imprenditrice
di sé stessa, ma, prima di tutto,
una donna araba.
Nei suoi quasi quarant’anni di attivi—
tà, Zaha Hadid può vantare un curriculum di tutto rispetto
e, grazie alla sua grinta e determinazione, è arrivata a con-
frontarsi con i grandi architetti della scena internaziona—
le... Gustando anche il piace-
re di superarli! Nel 2004 la giu-
ria del Pritzker Prize ha affer—
mato, assegnandole l’omonimo
premio, che “AH architects
have to struggle, but Hadid se—
ems to bave struggled rather
more than most” (“Tutti gli ar-
chitetti devono combattere,
ma Hadid sembra aver com-
battuto più degli altri”). Per la
prima volta dopo 26 anni di
storia dalla sua fondazione,
un premio prestigioso per gli architetti come il Pritzker
Prize è stato conferito ad una donna, e per di più ad una
donna araba.
Nasce a Baghdad negli anni Cinquanta, vivendo la sua in-
fanzia in una capitale irachena che si sta svegliando eco—
nomicamente e che comincia a porre le basi per la crea-
zione nazionale. Mentre nel 1977 si laurea in Architettura
a Londra, una capitale in balia delle rivoluzioni studen—
tesche e della stagnazione economica, caratterizzata da scio-
peri delle maestranze e da alti tassi di disoccupazione. Ot—
















noidonne | ottobre | 2012



tenendo la cittadinanza bri-
tannica, Hadid può affermare
di appartenere a due universi
culturali, che emergono di—
stintamente sia nella sua per-
sonalità sia nella sua profes-
sione. In questa doppia ap-
partenenza, la cultura araba si
esprime attraverso i ricordi
adolescenziali, quando da ragazzina voleva dipingere le
sensazioni suscitate dai viaggi nella valle del Tigri e del-
l’Eufrate (i luoghi di nascita dell’umanità), mentre l’espe-
rienza inglese esplode nel suo modo di fare architettura,
ispirata dalle opere pittoriche delle avanguardie russe su-
prematiste. Come ha affermato l’architetto newyorkese
Lebbeus Woods, imotivi per cui Hadid sia rimasta affa—
scinata dalla pittura suprematista sarebbero, infatti, da ri-
cercare nella sua storia personale, fatta di continui viag-
gi. Grazie al suo carattere cosmopolita, Hadid ha potu—
to condividere pienamente l’astrattismo, già a partire dal
progetto per la tesi di laurea. Il “Suprematismo” di Ma-
levich sostiene che l’artista moderno deve guardare a un’ar—
te liberata da fini pratici ed estetici e ricercare un percorso
che finalmente possa condurre all’essenza pura dell’arte.
La diretta conseguenza di ciò è l’irrealizzabilità della co-
struzione dei suoi progetti concepiti nei primi dieci anni
di attività. Soltanto negli anni Novanta Viene realizzata la
Stazione peri Vigili del Fuoco di Vitra, in Germania, che
si caratterizza per l’introduzione di una nuova metodo-
logia progettuale: il Parametricismo, ideato insieme al-
l’architetto collaboratore Patrick Schumacher. Gli edifi—
ci “si spezzano” e “fluttuano”, ovvero subiscono una fram-
mentazione nelle loro parti e una ricostituzione in forma


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