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Numero 6 del 2015

Cibo ribelle - Speciale donne arabe


Foto: Cibo ribelle - Speciale donne arabe
PAGINA 37

Testi pagina 37

35Giugno 2015
LA PROSPETTIVA FEMMINISTA
CHE (ANCHE) GLI UOMINI
POSSONO CONDIVIDERE
Serena Ballista (1985) è ricercatrice e formatrice esperta in studi
di genere anche nell’ambito di progetti europei e collabora con il
Centro documentazione donna di Modena. È presidente dell’Udi
di Modena dal 2014. Insieme a Judith Pinnock è autrice di Bellezza
femminile e verità. Modelli e ruoli nella comunicazione sessista
(Lupetti, 2012) e A tavola con Platone. Esercitazioni e giochi d'au-
la sulle differenze culturali, sessuali e di genere (Ferrari Sinibaldi,
2012). Funambolika. Monologo di un'aspirante femminista è la sua
ultima pubblicazione.
“L
a libertà che voglio per me e per le altre
donne ha come presupposto fondamen-
tale è la decostruzione del simbolico che
sta all’origine di problemi non più rinvia-
bili, come la violenza sulle donne o come
la non parità di accesso al mondo del lavoro, ma che
non possono essere risolti singolarmente tamponando
qua e là le falle del nostro sistema patriarcale. La messa
in discussione del simbolico, cioè della cultura sessista
a 360 gradi, partendo dal nostro quotidiano, è l’unica
occasione che abbiamo per avviare un cambiamento
strutturale del nostro ordinario e che, proprio perché or-
dinario, non siamo abituate a guardare in modo critico,
con spirito di conoscenza”.
Serena Ballista ci introduce così al suo ‘Funambolika.
Monologo di un’aspirante femminista’. Il libro, auto-pub-
blicato e in vendita nella vetrina de ilmiolibro.it e anche
nelle librerie Feltrinelli, propone “insospettabili ragioni per
prendere posizione contro la cultura sessista che legittima
la violenza maschile sulle donne” a partire dalle “espres-
sioni simboliche” che possono esser osservate - anche
dagli uomini – da una prospettiva femminista. E, attingen-
do direttamente dal libro, ecco l’avvio della spiegazione:
“vivere da femminista significa aprire in prima persona un
conflitto con le altre donne e con gli uomini, auspicando la
pace, su un terreno che rimane su un piano strettamente
culturale con tutte le sue conseguenti ricadute nella quo-
tidianità”. Ma come, e perché anche gli uomini possono
fare propria la prospettiva femminista? “Contrariamente a
quanto si potrebbe pensare, l’immagine mentale che si ha
dell’uomo come essere monolitico, senza tempo e sempre
uguale a sé stesso, che rispecchia la norma rispetto alla
quale le donne sarebbero portatrici - invece - di genere e
quindi di differenza, facendo coincidere l’essere maschile
con l’essere umano coerentemente con la tradizione ma-
schilista, la parzialità di genere non soltanto femminile,
ma anche maschile con il risultato che, paradossalmen-
te, l’onnipresenza del maschile nella narrazione storica
lo rende invisibile. In altre parole, è come se aver assun-
to ad universale il maschile, l’avesse reso inenarrato ed
inenarrabile, dappertutto ma in nessun luogo: da qui, la
teorizzazione del concetto di onnipresenza invisibile e del-
la conseguente necessità di avviare, a partire dagli anni
Settanta, anche dei men’s studies negli Usa e nel Regno
Unito, paralleli ai women’s studies. Quindi gli uomini che
pretendono di mettere in discussione l’ideologia patriarca-
le, il maschilismo, l’androcentrismo, il fallologocentrismo o
come lo vogliamo chiamare - abbiamo davvero l’imbaraz-
zo della scelta - fanno un’operazione non soltanto “utile”
alle donne e alla società, ma a loro stessi, prima di tut-
to. Ma come accade per le donne, anche per gli uomini
avventurarsi in questa pratica di decostruzione culturale,
significa anzitutto fare i conti con se stessi, con le proprie
abitudini mentali, potendo ripensarsi criticamente come
essere umano. E, a questo punto, c’è un partire da sé
anche maschile che soltanto il maschile potrà mettere sul
tavolo della discussione e far dialogare con quello femmi-
nile, evitando così che né le donne né gli uomini siano og-
getti di studio ma parte attiva di questo nuovo umanesimo.
In questo senso, dico che la prospettiva femminista può
fare da guida anche agli uomini”.
Tiziana Bartolini
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