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Numero 6 del 2015

Cibo ribelle - Speciale donne arabe


Foto: Cibo ribelle - Speciale donne arabe
PAGINA 10

Testi pagina 10

8 Giugno 2015
Se intendiamo per bioetica un’e-tica applicata al bio-realm (re-gno della vita) essa riguarda
l’intero mondo vivente, umano e non
umano e, per estensione, anche l’am-
biente in cui si svolgono le varie forme
di vita. È questo il signifi cato origina-
rio del termine - come era stato conia-
to nel testo di Van Potter, Bioetica, un
ponte per il futuro (1971) - a cui si è
ispirato nella sua attività l’Istituto Ita-
liano di Bioetica che ha festeggiato
i suoi 20 anni con un convegno sul
tema Uomo, natura, animali. Per
una bioetica della complessità (17
aprile, Genova, DISFOR-Aula ma-
gna), dedicando i suoi lavori ad uno
studioso insigne, punto di riferimento
per molti di noi, di recente scompar-
so, Giovanni Berlinguer.
Guardare alla bioetica nell’oriz-zonte della “complessità” si-
gnifi ca proporre un collegamento tra
le sue diverse dimensioni: quella me-
dica, che riguarda la nascita dell’uo-
mo, la sua salute e la sua morte di-
nanzi alle possibilità offerte
dalle biotecnologie; quella
ambientale, che s’inte-
ressa alle questioni di
valore connesse alle
conseguenze prati-
che del rapporto tra
l’uomo e la natura;
quella animale, che
si occupa degli aspetti
morali, sociali e giuridici
delle relazioni dell’uomo
con le altre specie. La rifl es-
sione fi losofi ca è chiamata ad un con-
fronto interdisciplinare con le diverse
scienze della vita, dalla biologia alla
medicina umana e veterinaria, dall’e-
cologia all’etologia. Da qui una serie
di interrogativi per molti aspetti inediti:
quali sono i confi ni del nostro universo
morale? Quali le nuove frontiere della
giustizia? Come raccordare gli inte-
ressi dell’umanità attuale con quelli
delle generazioni future, dell’ambien-
te e delle altre specie?
Ne è derivato, da un lato, un ri-pensamento della visione con-
venzionale della bioetica, preva-
lentemente confi nata al solo ambito
umano, in base ad una opzione di va-
lore antropocentrica; dall’altro, un in-
teresse ad affrontare questioni di sa-
lute e di qualità della vita in modo più
comprensivo e ‘totale’ che ha spinto
verso una crescente attenzione per il
tema delle differenze. Se alla bioetica
si è spesso rimproverato di compie-
re analisi astraendo dalle situazioni
concrete, una cultura, maturata spe-
cie in ambito femminista, ha
corretto radicalmente tale
tendenza avviando una
concentrazione sul sog-
getto donna, i suoi
diritti, i suoi bisogni,
dinanzi alle sfi de
della biotecnologie.
Per questo, fi n dalle sue origini,
l’Istituto si è impegnato
a ‘dare voce alle donne’,
- ancora in gran parte assen-
ti o scarsamente rappresentate nei
Comitati di maggior rilievo politico - e
quindi a valorizzare gli apporti delle
studiose alle aree della bioetica, favo-
rendo il confronto tra diverse prospet-
tive teoriche e orientamenti normativi.
La rifl essione sulla specifi cità femmi-
nile si è rivelata, in questo modo, uno
stimolo per focalizzare un complesso
di questioni spesso ignorate o rimos-
se e per individuare precise richieste
politiche, modellate su una realtà in
continua evoluzione, con particolare
attenzione, quindi, sia per la ‘bioetica
del quotidiano’ - che tocca temi che
riguardano direttamente la nostra vita
di tutti i giorni (come, ad es, l’alimen-
tazione) - sia per la ‘bioetica di frontie-
ra’ - che guarda al futuro, alle nuove
frontiere aperte dalle biotecnologie,
Luisella Battaglia
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
I NOSTRI PRIMI
VENTI ANNI
LE DIMENSIONI MEDICA,
AMBIENTALE E ANIMALE
DELLA BIOETICA; LO
SGUARDO DELLE DONNE E
L’ETICA DELLA CURA FINO ALLA
BIOPOLITICA. LA COMPLESSITÀ
E LA RESPONSABILITÀ
CONDIVISA SONO STATE IL
FILO CONDUTTORE DEL
CONVEGNO DI GENOVA
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