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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 41

Testi pagina 41

39Gennaio 2015
su una sorta di ‘astrazione’ dal vero e dal tempo ispirando-
ci a discipline altre (architettura, musica) e a personaggi del
nostro immaginario letterario, teatrale, artistico. Da lì iniziamo
a progettare, a distinguere, a separare, a mischiare. Lo ste-
reotipo non ci piace. Anche nella rappresentazione del de-
grado psichico o sociale la volgarità, il brutto non esistono. C
è sempre un’apertura alla delicatezza, alla magia dell’essere
umano. C’è sempre una tensione al ‘divino’ e allo spirituale.
Nei nostri costumi c è questo..”
Voi , la violenza alla DiaZ e sulle donne...
Diaz è una storia a sé. Entrato subito nelle nostre corde, per
individuare la chiave per cui ciò che era “documento” non
fosse solo ‘documentato’, ma avesse un cuore, un’originalità
e si distaccasse dal documentario e facesse capire l’atrocità
della violenza esercitata gratui-
tamente. L’ idea è stata usare gli
stessi colori, le stesse tonalità sia
per i costumi della polizia, che
dei politici e dei ragazzi all’inter-
no della Diaz. I blu, gli azzurri e
i grigi sono i colori degli abiti dei
politici, sono i colori delle divise:
cosi anche quei 90 ragazzi là
dentro erano vestiti di quei colo-
ri, di quelle sfumature quasi ad
indicare la loro predestinazione
a quel destino violato, rubato, tolto dai politici e dalle forze
dell’ordine e armate. Fuori invece si contrapponeva il mondo,
il colore: tutti gli altri giovani che manifestavano e che pote-
vano urlare la loro vita. Recuperare capi originali fu davvero
difficile, ma per noi era un dovere morale attenerci a quella
realtà. Abbiamo fatto ristampare migliaia di magliette del-
la varietà presente a Genova nel 2001 nei giovani da tutto
il mondo, mondo che abbiamo ricreato. 143 attori principali
13mila figurazioni… Un lavoro infinito durato otto mesi che ci
ha cambiato la vita e la nostra stessa percezione della vita e
richiesto un anno di riposo. Non esiste la donna provocatrice.
Esistono donne. Esistono uomini. Esiste la violenza. Esiste il
libero arbitrio. Esiste la disuguaglianza. Esiste il maschilismo.
Esiste la forza. Ma esiste anche la dolcezza. Ed è con quella
che noi combattiamo e rappresentiamo quel dolore. C’è dol-
cezza nell’abito lungo largo e nero della donna abbandonata
incinta ne “Lo Spazio Bianco”, c’è dolcezza nei calzettoni di
lana grossa della ragazza incompresa, derisa e schernita ne
“Il Paese delle Spose Infelici”. La donna prima e dopo… è
come l’immagine di un fiore. I colori sono gli stessi. Sempre.
Prima sono accesi, sgargianti, vivi e il fiore è dritto, rigoglioso,
profumato. Dopo si avvizzisce, china il capo, si piega su se
stesso perde di intensità e di profumo, perde di calore e colo-
re. Tutto si sfuma di livido e scuro e buio.
Voi e “il posto” (http://ilpostotheplace.tumblr.com)…
“Il posto” è il nostro studio dove di giorno lavoriamo e proget-
tiamo i costumi per i film o i video musicali prima di partire
per il luogo delle riprese. È il
nostro showroom con un va-
stissimo archivio di abiti, cal-
zature ed accessori vintage
dagli anni ‘30 proveniente da
set cinematografici, teatrali,
di videoclip musicali, da sfila-
te di moda e da vent’anni di
ricerca in Europa e Stati Uniti.
È un luogo dove le discipline
e l’arte si mescolano e si con-
taminano dando vita a nuovi
progetti originali, è un luogo
di incontro e di condivisione
di ciò che amiamo E creiamo
ciò che ci piace e che non
troviamo nella nostra città.
Non è un salotto. “Il posto”
è un appartamento situato in
un palazzo antico nel cuore
del centro storico di Mode-
na che abbiamo risistemato
personalmente cercando di
creare un’atmosfera evoca-
tiva da set cinematografico
mischiando oggetti di recu-
pero a alcuni pezzi di design
(Castiglioni, Bauhaus), ma-
teriali poveri a stoffe, pizzi e
sete antiche e pregiate. Alle
pareti abbiamo appeso su
cavi d’acciaio abiti indossati
dai protagonisti dei nostri film
… Contaminando otteniamo
originalità. Il nostro motore è la musica. La musica è stata la
nostra strada la nostra formazione il nostro credo. Tutte le no-
stre risposte, le nostre passioni, i nostri amori i nostri talenti
erano rinchiusi lì. “Il posto” è la zona più profonda e più crea-
tiva, è la zona bianca che riempiamo con i nostri sogni e che
magicamente ogni volta diventano realtà.b
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