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Numero 11 del 2006

Finanziaria che verrà: facciamo i conti


Foto: Finanziaria che verrà: facciamo i conti
PAGINA 43

Testi pagina 43

noidonne novembre 2006 43
un pensiero da cui è scaturito un "ab-
bozzo" di teoria delle differenza... e per
niente scontato, anzi ...dico io. Le don-
ne guardano "all'insù" - non verso il bas-
so- quindi verso ciò che gli uomini han-
no definito divino e non animalità; all'
insù non perchè le donne siano più bas-
se, ma all'insù per una sorta di atten-
zione profonda, accorata, verso i confi-
ni di ciò che è più umano. Se col suo pri-
mo gesto di disobbedienza Eva riassume
perfettamente la bellezza dell'esilio, del-
l'umanità che Dio creò e che separò da
sé, e pertanto di libertà, Eva è una don-
na che guarda all'insù, dalla sua infini-
ta libertà convinta che quando si parla
di Dio si parli di altro. Ecco perchè la fi-
losofa Jeanne Hersch afferma che mai
come oggi il confronto tra fede e filoso-
fia richieda l'inizio della scrittura del
suo secondo atto.
ELENA PULCINI (Sul tema 'Vulne-
rabile Umanità. Trasformazione dell'Ho-
mo Faber nell'età globale') ha sostenuto
che non è vero che dopo l'11 settembre
siamo tutti più vulnerabili, perchè i pe-
ricoli sono sempre esistiti. La questione
sta nel fatto che adesso stiamo passan-
do dalla fase di pericolo a quella del ri-
schio generato dallo sviluppo della tec-
nica e dalla sua illimitatezza. Il perico-
lo è spazialmente vicino, ma il rischio è
spazialmente invisibile, imprevedibile
impensabile e non ci mette in grado
neanche di immaginarlo. Ma di chi è la
colpa, di chi è la responsabilità? Nell'e-
tà globale non riusciamo ad individua-
re i responsabili. Siamo di fronte alla ca-
pacità di capire ma non di percepire
emotivamente. C'è angoscia ma non
paura. Bisogna riacquisire la consape-
volezza che siamo tutti esposti agli stes-
si rischi e che nessuno più gode dell'im-
munità.Tutto questo richiede una riatti-
vazione del sentire, del reimparare ad
avere paura, della conversione dell'an-
goscia che ci segue ovunque e rischia di
portarci all'indifferenza in paura attiva
che deve preludere alla cura del vivente
ma non in una prospettiva genitoriale.
Dopo queste scuse doverose e sentite per
aver tralasciato parti dei loro contribu-
ti, voglio ringraziare le filosofe per aver-
mi dato la possibilità di offrire questi
pensieri in pillole da gustare come le
praline al cioccolato che si assaporano
col caffè, perchè questi temi a noi non
sono solo cari ma grazie a 'noidonne'
abbiamo la possibilità di porgerle anche
a chi a Modena non c'era.
una disciplina che ci appartiene più di quanto
non si pensi comunemente. Il successo di 'Festivalfilosofia'
ne è una conferma
Casalinghe a perdere
Casalinga, ovvero 'angelo del focolare', ovvero 'vuoto a perdere'...
Si dice che è un mestiere non pagato ma non è esatto, quello
della casalinga è un ruolo e per l'esattezza un ruolo imposto
dalla logica patriarcale che trova estremamente vantaggioso
lasciare le donne senza alcun reddito personale dimodochè sia
più facile sottometterle. Pensate che stiamo esagerando?
Pensate che le casalinghe sono invece quelle terribili mogliettine
querule e nevrotiche che sequestrano lo stipendio del marito e
gli lesinano perfino i soldi del caffé e delle sigarette? Beh, passa-
te un giorno, uno solo, in un Centro antiviolenza e conoscerete
l'altra faccia della casalinga, quella vera, quella che viene da noi
e dice: "Mio marito se n'è andato di casa, non so dove e non so
con chi. So che mi ha lasciata senza un soldo e che non posso
pagare l'affitto né la luce né il gas. Saremo sfrattati e non ho dove
andare. E come farò domani a comprare il latte ai miei bambini?"
Tutto comincia da un vecchio peccato originale: la donna che per
i motivi più disparati non ha un lavoro retribuito, invece di dire
che è una disoccupata relegata a servire la famiglia per 'pagarsi'
il piatto di minestra che generosamente le viene elargito da chi
'la mantiene', dice che è una casalinga, e non si rende conto che
così facendo accetta di essere identificata con un ruolo, privile-
gio riservato solo ed unicamente alle donne. Un uomo disoccu-
pato infatti fa esclusivamente il disoccupato (cioè niente) e mai
al mondo si sognerebbe di dire che è un casalingo, tant'è che con
il termine casalingo si intende un piccolo elettrodomestico, un
tostapane, un ferro da stiro, un frullatore, qualunque cosa tran-
ne che un uomo.
E poi c'è addirittura la 'casalinga per scelta'. Che sciccheria! Per
carità, una donna può anche scegliere di dedicarsi unicamente
alla casa e alla famiglia, ma deve sapere che è una scelta estre-
mamente pericolosa, perché quando i rapporti coniugali si incri-
nano e si arriva alla separazione, allora arrivano i guai neri. La
poesia dell'angelo del focolare va a farsi benedire e la donna capi-
sce finalmente tutta la gravità di aver messo, per scelta o per
mancanza di scelta, la propria vita interamente nelle mani di
un'altra persona con il rischio di ritrovarsi in mezzo ad una stra-
da con i figli al seguito e con l'unica prospettiva di andare a chie-
dere l'elemosina!
E adesso speriamo che nessuno ci venga a dire che abbiamo
denigrato la figura della casalinga perché, viceversa, abbiamo
cercato di elevarla al rango di persona.
Raffaella Mauceri
Presidente e formatrice del Centro Antiviolenza
Le Nereidi - Siracusa (tel 0931 492752)


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