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Numero 11 del 2006

Finanziaria che verrà: facciamo i conti


Foto: Finanziaria che verrà: facciamo i conti
PAGINA 20

Testi pagina 20

novembre 2006 noidonne20
Nell'immaginario collettivo il mondoagricolo sembra per lo più popola-
to da uomini, scadenzato da ritmi di
lavoro poco appropriati ad una donna.
Questa visione induce all'errata con-
vinzione che le donne siano più presenti
nella vita familiare e meno nell'attività
aziendale, anche se di fatto la realtà si
presenta in maniera molto diversa.
In particolare, negli ultimi decenni, il
lavoro della donna in agricoltura è for-
temente cambiato, non solo grazie alle
ritrovate capacità imprenditoriali delle
donne, che a dispetto del passato sono
cresciute professionalmente anche in
questo settore, ma anche grazie ai
mutamenti che in generale l'agricoltura
ha subito e che consentono alle donne
di condurre l'attività in piena autono-
mia.
Al nord più che al sud la concentra-
zione di donne titolari di imprese agri-
cole non ci lascia indifferenti, numeri
rilevanti che si accompagnano ad un
modo di fare impresa attento all'inno-
vazione ed alla diversificazione. Senza
contare che temi quali l'ambiente, la
qualità degli alimenti, la capacità di
tenere vive le tradizioni locali, rappre-
sentano il percorso naturale dell'attività
agricola al femminile.
Il lavoro in agricoltura, spesso eredi-
tà dell'attività familiare, non viene più
considerato dalle donne come un ripie-
go occupazionale, ma diviene un lavoro
scelto per passione o per puro spirito
imprenditoriale. Le donne oggi, non-
ostante i problemi (carenza di politiche
specifiche, mancanza di servizi di soste-
gno per conciliare l'attività professiona-
le con la vita familiare) e i rischi di un
settore in continuo mutamento, gesti-
scono aziende sempre più grandi in set-
tori produttivi spesso strategici o di
punta, pensiamo al vitivinicolo oppure
al biologico senza contare l'interesse per
attività come quella agrituristica. Se
questa presenza riuscirà a consolidarsi,
l'agricoltura in generale non potrà che
trarne beneficio in termini di dinamismo
e crescente abilità.
Per questo motivo la Confagricoltura
dell'Emilia Romagna, di fronte all'assen-
za di un raccordo politico sociale che
dia merito e valore all'attività delle
donne del settore, sta cercando di dare
più spazio alla tematica femminile, atti-
vando iniziative idonee non solo ad
informare ed aggiornare le imprenditrici
sulle opportunità offerte dall'agricoltura
(basta pensare all'attenzione riservata
dalle linee guida del nuovo piano di svi-
luppo rurale) ma anche a creare dei per-
corsi formativi che sappiano andare
incontro alle esigenze di professionalità
di chi fa impresa.
L'obiettivo è portare all'attenzione
dei vari interlocutori, pubblici e non, le
problematiche e le difficoltà che le
donne in agricoltura devono affrontare
quotidianamente, non solo nell'ambito
strettamente lavorativo (pensiamo alla
questione dell'accesso al credito oppure
alla scarsa presenza delle imprenditrici
nei vertici delle organizzazioni di rap-
presentanza) ma anche nella vita priva-
ta, su temi quali la maternità (problema
sentito da tutte le donne che svolgono
un lavoro autonomo), gli asili e molto
altro ancora.
La speranza è che l'attenzione su
questo tema si palesi con iniziative sem-
pre più concrete che sottolineino con la
giusta visibilità l'importanza che le
donne rivestono nel settore agricolo e
più in generale per il mondo economico.
Ha collaborato Annarita Gallicchio
(resp.le dell'imprenditoria femminile
per Confagricoltura Emilia-Romagna)
Donne in campo
Confagricoltura
Donatella Orioli
l'ambiente, la qualità degli alimenti, la capacità di tenere vive
le tradizioni locali, rappresentano il percorso naturale
dell'attività agricola al femminile
Le pari opportunità e la pubblica amministrazione
nuovi modelli innovativi per la crescita
delle carriere femminili
Arriva dalla Regione Emilia-Romagna,
prima in Italia nel pubblico, la propo-
sta di modelli organizzativi pensati
per facilitare lo sviluppo di carriera e
la partecipazione ai livelli di respon-
sabilità delle donne dipendenti in
Regione. La proposta, riassunta in un
libro, si colloca a conclusione di un
progetto che rientra negli interventi
della legge 125/91 sulle azioni positi-
ve per la parità uomo-donna nel lavo-
ro, promosso dall'Associazione
Progetto Donna, Centro Studi per la Ricerca e Sviluppo delle Pari Opportunità in
collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Comitato Pari Opportunità,
Rappresentanze Sindacali Unitarie e RSU (CGIL - CISL - UIL, EnAIP) regionali, i cui
risultati sono stati resi noti lo scorso 11 ottobre a Bologna in un convegno. Nel
2004, anno in cui ha preso avvio il progetto, su 1727 donne occupate in Regione,
si contavano 674 donne nei ruoli direttivi e solo 92 donne in quelli dirigenti.
Attraverso incontri con le dipendenti, sono state identificate sia le cause che
hanno frenato gli sviluppi di carriera, sia le criticità e le discriminazioni a causa del
genere celate nelle connessioni tra organizzazione del lavoro, competenze, moda-
lità di transizione e attribuzione di incarichi decisionali. Sei processi organizzativi
- raccolta dati disaggregati per genere, formazione, sviluppo professionale e carrie-
ra, cultura e prassi del top management, valutazione, conciliazione - sono stati
analizzati secondo l'ottica di genere, in base alle criticità evidenziate. Da qui sono
emersi i punti su cui far leva per prevenire le discriminazioni. "L'introduzione di
un'ottica di genere nella gestione aziendale porta al superamento del modello orga-
nizzativo tradizionale - spiega Maria Mantini Satta, responsabile del progetto - che
non prevede procedure e processi gender sensitive, ma affida l'iniziativa unicamen-
te alla sensibilità della persona".
Daniela Ricci


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