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Numero 12 del 2010

L'amor che move ...


Foto: L'amor che move ...
PAGINA 29

Testi pagina 29

Emilia-RomagnaE|R
L RU L LL
PER LA B UONA ECONOMIA
di a a o ti
Consigliera regionale PD
Co issioni sanit e politic e econo ic e

accesso all’istruzione e al lavoro (dipendente o autonomo) è la
prima condizione perchB i diritti delle donne siano reali e per-
chB la società abbia un buon livello di benessere. B uesto è pos-
sibile se le donne sono supportate da un B elfare che ha al centro le
persone e che risponde alla conciliazione dei tempi di cura e di lavoro
e al valore sociale della maternità.
L’Emilia-Romagna ne è un esempioB al pari delle regioni più avanzate
d’Europa, vanta un mercato del lavoro con una costante e crescente pre-
senza delle donne, superando con alcuni anni di anticipo l’obiettivo del
B B B dell’occupazione femminile per il 2B B B prefissato dalla Strategia
Europea di Lisbona. Nel secondo trimestre del 2B B B il tasso di occupa-
zione femminile è giunto al B B ,B B a fronte di una disoccupazione del
B ,7B . B uesto in un quadro nazionale di basso tasso di occupazione fem-
minile (nel 2B B B le donne italiane con un lavoro erano meno di una su
giovani e le modalità di intrattenimento e comunicazione che offre la
rete. Non dobbiamo dimenticarci però che internet informa ma non offre
vera conoscenza, e che, se saremo noi per primi a trasmettere la sen-
sazione che sulla cultura si possa tagliare senza porre
un limite ragionevole e sostenibile, non potremo mai
pretendere dalle nuove generazioni che siano più
istruite, più sensibili e più rispettose verso il passato e
verso le idee altrui.
La spesa per la cultura rappresenta oggi soltanto lo
B ,B B B del bilancio della Regione Emilia-RomagnaB una
cifra che rappresenta certamente la soglia minima di sussistenza per il
funzionamento di un sistema fatto di eccellenze sul piano musicale,
museale, artistico e di ricerca. Ora il mancato versamento di fondi da
parte del Ministero dei B eni Culturali ad Enti culturali e musicali del
nostro territorio rischia di costringere la Regione ad interventi di vero e
proprio salvataggio, sempre più difficili in un momento in cui le stesse
risorse regionali hanno subito un drastico ridimensionamento.
Anche il rapporto con i privati andrà necessariamente ripensato, pas-
sando dal livello delle semplici sponsorizzazioni su singoli eventi ad
un’azione concertata con le Pubbliche Amministrazioni, affinchB chi
spesso si limita al semplice sostegno di iniziative si faccia invece,
assieme agli Enti Locali, promotore di crescita occupazionale e sociale.
Occorre ritrovare al più presto in chi governa la consapevolezza che
fare e sostenere la cultura è una priorità e non un accessorio del nos-
tro vivere civile. La nostra Regione dovrà porsi in prima fila nell’opera
di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema che va ben al
di là della conservazione dei B eni Culturali e mette in gioco il futuro
del nostro Paese.
due) e un sistema di B elfare sempre più ridotto. Anche nel campo del la-
voro autonomo il Rapporto sull’economia di Unioncamere Emilia-Ro-
magna (giugno 2B B B ) rileva un aumento dell’imprenditoria femminile
dell’B ,B B B nella nostra regione sono quasi B B mila le imprese femmi-
nili, il 2B ,B B delle imprese attive a fronte di una media europea del B B B
e di un B B B a livello nazionale (un dato che però ricomprende qualsiasi
lavoro autonomo). L’imprenditoria femminile della nostra regione inol-
tre ha tassi di redditività superiori alla media. Le donne che entrano nel
mercato sono “generatrici” di nuovi posti di lavoro e fanno crescere in
modo significativo la ricchezza nazionaleB ecco perchB possono e de-
vono avere un ruolo di assoluta rilevanza per favorire l’uscita dalla crisi
e rilanciare la buona economia e la buona occupazione.
Si comprende immediatamente quanto distanti da questo scenario e da
quello delineato dalla stessa Comunità Europea siano le scelte operate dal
Governo B erlusconi e dalle Finanziarie di TremontiB tagli al sistema del-
l’istruzione e al sistema complessivo di B elfare (ad esem-
pio la soppressione del fondo per la non autosufficienza
e delle detassazioni per l’assunzione delle donne) e man-
canza di una politica industriale di rilancio competitivo
per le piccole e medie imprese.
Le donne in particolare hanno bisogno di essere so-
stenute nel loro duplice ruolo di lavoratrici e madri, ed
infatti è proprio nelle regioni con
servizi efficienti come la nostra
che le donne lavorano di più e
fanno più figli. B uesto Governo
che ogni giorno si dichiara a parole
per “la famiglia” e per “l’im-
presa”, nei fatti sta smantellando
in modo irresponsabile ogni prov-
vedimento in materia di servizi
alle famiglie e alle donne e di age-
volazioni alle piccole imprese. Ne
è un concreto esempio l’ultima
manovra finanziaria, che prevede
per la nostra Regione un taglio netto di 3B B milioni di euro (esclusa la
sanità) per il 2B B B B questo significa meno finanziamenti per il B elfare e
meno incentivi alle imprese, quindi meno opportunità in primo luogo
per le donne. Per questo la Regione Emilia-Romagna ha scelto di conti-
nuare ad investire in primo luogo sul B elfare, sulla formazione, sulla ri-
cerca e l’innovazione anche a supporto delle piccole e medie imprese,
per continuare a creare ricchezza e benessere.
Non soloB l’importanza delle donne nella società e nel mercato del
lavoro e la consapevolezza del persistere di importanti differenze fra
uomini e donne ha portato tutti i gruppi politici della Assemblea legi-
slativa a sottoscrivere la proposta di legge istitutiva della Commis-
sione regionale per la Promozione di condizioni di piena parità tra
donne e uomini, che andrà ad attuare l’articolo B B dello Statuto re-
gionale. La realizzazione di buone politiche economiche e sociali ed il
raggiungimento di un benessere diffuso nella società, come dimostra
la storia recente della nostra regione, può avvenire solo con il supe-
ramento concreto delle diseguaglianze di genere, ad iniziare dall’ac-
cesso al sapere e al mercato del lavoro.
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